Asset allocation: ecco perchè è ora di riconsiderare le obbligazioni

Senza dubbio è un anno molto duro per i mercati obbligazionari, in un contesto di inflazione e politiche rialziste da parte di tutte le banche centrali. In questo scenario, ecco di seguito la viee di Jim Leaviss, CIO Public Fixed Income di M&G Investments.

I mercati si stanno concentrando ora sul rischio di una recessione globale. La curva dei Treasury si è invertita bruscamente, segnalando che i mercati obbligazionari stanno cominciando a guardare al di là dell’attuale ciclo di rialzo dei tassi e a scontare la probabilità che la Fed possa dover iniziare a ridurre i tassi nel 2023 per limitare un rallentamento della crescita.

L’Europa è la più a rischio in questo senso, a causa delle incertezze sulle forniture di gas. Con l’inflazione su livelli a doppia cifra nel continente, riteniamo che al momento la BCE debba continuare il rialzo dei tassi per non perdere credibilità. Non è ancora chiaro però quale sia il livello al quale l’inflazione debba scendere perché la banca centrale possa pensare a un nuovo allentamento monetario. Nel frattempo potremo vedere altre proposte di sostegno alla crescita europea, come uno stimolo fiscale.

Da alcuni segnali sembrerebbe che l’inflazione americana abbia toccato il culmine e possa iniziare presto a ridursi. Le catene di approvvigionamento stanno lentamente tornando alla normalità e i prezzi di alcune materie prime come petrolio e rame sono in calo.

Sul lato della domanda, i tassi in salita e la stretta monetaria dovrebbero cominciare a smorzare la crescita economica, portando così a una pressione al ribasso sull’inflazione. Un contesto di inflazione leggermente in calo e un rallentamento della crescita potrebbe offrire condizioni favorevoli per i mercati obbligazionari.

Anche i mercati del credito sono stati sotto pressione nel 2022 e la posizione aggressiva della Fed sarà ancora una volta un fattore chiave nel deterioramento del sentiment. Al momento i mercati del credito sembrano scontare un rallentamento economico ma non una recessione vera e propria.

Di conseguenza, crediamo sia un buon momento per aggiungere un po’ di rischio di credito, concentrandoci su alta qualità e nomi più difensivi, capaci di resistere meglio in caso di recessione.

Ci aspettiamo che i default restino limitati sulla maggior parte dei mercati, dato che molte aziende sono riuscite a rifinanziarsi per diversi anni. Nel complesso, riteniamo che gli investitori siano ben ricompensati per assumersi rischio credito sul segmento high yield. Esistono alcune aree su cui restiamo cauti come i titoli high yield con rating CCC, dove pensiamo i default possano crescere molto. Inoltre, crediamo che alcuni settori come il retail e l’immobiliare europeo saranno sotto stress.

Un’altra area che ci sembra interessante è il debito dei mercati emergenti. La performance di alcune regioni dell’America Latina è stata in qualche modo protetta dagli effetti della guerra in Ucraina e molti Paesi continuano a trarre beneficio dagli alti prezzi delle materie prime.

A livello valutario, quest’anno il dollaro USA ha brillato, apprezzandosi notevolmente rispetto alla maggior parte delle valute principali. Se la Fed riuscirà a effettuare un atterraggio morbido, riteniamo che il dollaro possa indebolirsi successivamente. Viceversa, se l’atterraggio sarà duro e il rallentamento economico più significativo, vedremo probabilmente un rafforzamento ulteriore del dollaro.

Con un’inflazione elevata e persistente e archiviati i decisi cali sul mercato da inizio anno, siamo convinti che sia il momento giusto perché gli investitori possano cogliere le opportunità di lungo termine offerte dal reddito fisso.

Secondo le stime, l’inflazione annuale scenderà nel corso del 2023, dando respiro ai mercati obbligazionari. Tuttavia, è probabile che l’inflazione resti il fattore dominante a orientare i mercati fino alla fine dell’anno.

In un contesto di incertezza, è importante mantenere un approccio flessibile e diversificato, avere cioè la possibilità di modificare la duration, il rischio di credito e l’esposizione valutaria in risposta a una situazione macro in rapida evoluzione. Oltre ai tradizionali titoli governativi e corporate, la nostra allocazione prevede strumenti in grado di resistere meglio all’inflazione in crescita, come quelli legati all’inflazione e floating-rate notes.

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