Mercati, ultima chiamata per il Bitcoin

A quasi due mesi dall’ultima analisi su Bitcoin, disponibile a questo linklink per chi la volesse rileggere: andiamo a vedere che cosa è successo e dove potrebbe essere diretta la più famosa delle criptovalute.

Dopo aver raggiunto il 1° target ed essersi portata nell’area del 2° target indicato nell’analisi precedente, ora la crypto per eccellenza sta mostrando una debolezza preoccupante, in effetti la situazione due mesi orsono era decisamente migliore, con successioni di massimi e minimi crescenti sul time frame daily sembrava aver trovato una base di accumulo dalla quale poter ripartire ed apprezzarsi. Purtroppo però questo non è avvenuto e le quotazioni hanno nuovamente preso la strada del ribasso.

Le motivazioni del suo nuovo deprezzamento sono svariate, tra queste citiamo il fatto che anche questo strumento soffre di una politica monetaria, da parte delle banche centrali, decisamente restrittiva e, il venir meno della liquidità che negli ultimi anni ha inondato i mercati, ne sta provocando la svalutazione; un altro fattore non di poco conto è dato dal costo per “minare” i Bitcoin, processo notoriamente energivoro che, in passato, ha portato alcuni big investors a fare dichiarazioni poco lusinghiere proprio nei confronti di questa crypto; il più famoso di questi è sicuramente Elon Musk che, con dichiarazione anche sopra le righe e al limite dell’insider trading, ha mosso le quotazioni di questa ed altre criptovalute.

Inoltre i recenti eventi bellici sicuramente non aiutano, non solo dal punto di vista energetico per la cui causa i prezzi sono letteralmente andati alle stelle incidendo ulteriormente su quanto accennato poc’anzi in merito al “mining”, ma anche sul convergere della liquidità da parte degli istituzionali verso asset considerati come “rifugio” da eventi shock. Gli operatori infatti hanno riversato una gran parte della propria liquidità verso il dollaro, considerato al momento una valuta rifugio migliore anche dell’oro, facendo crescere la sua quotazione fino a livelli che non si vedevano da oltre 20 anni.

Tutte queste considerazioni ci fanno ipotizzare che il Bitcoin, e non solo, possa aver davanti a se un periodo difficile, almeno fino a quando non tornerà nuovamente l’ottimismo sui mercati; il trigger per una nuova fase di risk-on potrebbe essere dato dalla risoluzione del conflitto in Ucraina o da una nuova era di politica monetaria espansiva da parte delle banche centrali, soluzioni che, al momento, appaiono entrambe lontane anni luce.

Graficamente è evidente come la tenuta del supporto sulla quale si trova la crypto compaia a dir poco cruciale per evitare ulteriore affondi, al momento l’area che fa da resistenza si trova trai i 20.350 e i 20.700 punti ed il suo superamento darebbe il via libera fino a 21.700 in primis e 22.300 in secundis.

Al contrario se l’attuale supporto, che ha sorretto già più volte le quotazioni, dovesse cedere, non se ne intravedono altri fino ai 17.600 punti circa.

A cura di Francesco Serafini, fondatore di Fintechsi

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