Asset allocation, Italia: luci e ombre dei nostri titoli di Stato

L’attuale contesto economico non è sicuramente dei migliori. Infatti, i rendimenti dei titoli di Stato continuano a crescere ovunque e potrebbero aumentare anche nei prossimi tre mesi. Nel frattempo, il Treasury a 10 anni ha superato la storica soglia del 4%, il Bund oltre il 2% e il Btp il 4,5%.

“Nonostante ciò, è importante ricordare che l’enorme debito pubblico italiano non potrà permettersi rialzi troppo sostenuti dei rendimenti; essi potrebbero mettere in difficoltà i conti dello Stato, lasciando poco spazio a politiche di sostegno per imprese e famiglie attanagliate dal caro energia“. L’avvertimento arriva da Giacomo Calef, Country manager di NS Partners, che di seguito spiega nel dettaglio la view.

Tuttavia si consideri che la vita media del debito italiano è molto lunga, sette anni circa. Prima che un innalzamento dei tassi, abbia un impatto significativo sul debito ci vorrà del tempo. Inoltre se si guarda al tasso marginale di rifinanziamento del debito si può rilevare come questo sia ancora basso e lontano da livelli allarmanti, sintomo di una situazione ancora sostenibile.

Rendimento Btp 10 anni

Inoltre secondo la stima dell’Istat l’inflazione ha raggiunto l’8,9% a settembre, spinta dai rincari dei beni energetici e alimentari e dalle strozzature dell’offerta.

Contestualmente è notizia di pochi giorni fa, che l’inflazione tedesca abbia toccato il 10% nel mese di settembre. Questo fa presupporre che la Bce dovrà intervenire nelle prossime riunioni, incrementando ulteriormente i tassi e ciò potrebbe avere un impatto sul rendimento dei Btp, i quali scontano in parte l’atteggiamento potenzialmente più aggressivo delle prossime sedute della Banca Centrale.

Considerando invece il tasso di disoccupazione italiano, quest’ultimo è sceso al 7.8%, (ricordiamo il suo picco del 10% nei mesi estivi del 2020). Il calo è dovuto a un effettivo miglioramento delle prospettive lavorative in Italia, ma anche ad un contestuale aumento degli inattivi.

Le stime, della Nota di aggiornamento al Def, segnalano che il Pil italiano è atteso in miglioramento nel 2022. Nello specifico, il prodotto interno lordo salirà leggermente per l’effetto combinato di una crescita maggiore di quella prevista, nei primi sei mesi dell’anno, e di una lieve flessione, da luglio a dicembre. Le previsioni del 2023 invece appaiono decisamente ridimensionate: la crescita è ora stimata allo 0,6%. In conclusione, sicuramente lo scenario che stiamo vivendo non è dei più rosei, ma allo stesso tempo il mercato italiano risulta ancora solido, con i titoli di Stato italiani che offrono rendimenti tra i più elevati in Europa. I nostri titoli di Stato sono tra quelli che rendono maggiormente (insieme alla Grecia), anche sulle brevi scadenze; nel resto del continente, i titoli di stato offrono rendimenti di gran lunga inferiori ed anche per questo le aste di BTP ottengono sempre una forte domanda.

 

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