Asset allocation, Cina: sfruttare la ripresa controciclica

Mentre la maggior parte delle economie è destinata a entrare in recessione, è da sottolineare il potenziale di ripresa controciclica della Cina. A livello globale, le banche centrali stanno inasprendo le politiche per contrastare l’inflazione, a differenza di quanto avviene in Cina, dove l’inflazione è benigna”. A farlo notare è Nicholas Yeo, Head of Asian Equities di abrdn , che di seguito spiega nel dettaglio la view.

Nonostante il potenziale di ripresa, le azioni cinesi sono scambiate a sconto rispetto ai loro valori storici e rispetto ad altri mercati globali, in particolare gli Stati Uniti. I titoli azionari cinesi hanno sottoperformato per qualche tempo, a seguito dell’iniziativa “Prosperità comune” avviata nell’estate del 2021.  Tuttavia, alcuni venti contrari si stanno ora dissipando, mentre il governo cerca altri modi per stabilizzare e sostenere l’economia.

La domanda cruciale per gli investitori è: possiamo aspettarci tempi migliori per i titoli azionari cinesi?

Le cause della recente debolezza

Un contesto economico difficile ha pesato sulle azioni cinesi dalla fine del 2021. I nostri economisti prevedono ora un rallentamento della crescita cinese al 2,8% nel 2022 rispetto all’8,4% del 2021. Questo marcato rallentamento riflette la crisi immobiliare in atto nel Paese e la “politica Zero Covid” in corso, che ha portato a dannose chiusure nei principali centri commerciali come Shanghai e Shenzhen. Gli investitori azionari cinesi hanno dovuto fare i conti anche con l’aumento delle turbolenze geopolitiche regionali e con condizioni normative poco incoraggianti, sia in patria che all’estero.

Venti contrari in calo

Guardando al futuro, riteniamo che questi venti contrari possano attenuarsi. Sul fronte del covid, la tolleranza zero della Cina è stata efficace nel ridurre il numero di nuovi casi in modo molto significativo: la media di 7 giorni di nuovi casi giornalieri è stata inferiore a 1.000 al 21 settembre, che è una percentuale minima rispetto al picco di metà aprile 2022 di quasi 30.000 casi. Ciò ha permesso di allentare alcuni controlli, di adottare un approccio più mirato alle misure di lockdown e di applicare regole di quarantena meno severe.

Anche dal punto di vista normativo nazionale ci sono stati chiari segnali di assestamento del nuovo regime, che ha permesso un certo allentamento delle pressioni. Ad esempio, a fine giugno, alcune popolari piattaforme online, come Manbang e Boss Zhipin, hanno annunciato la ripresa delle registrazioni di nuovi utenti.

Dal punto di vista della regolamentazione esterna, permane la possibilità che un numero maggiore di società cinesi si cancelli volontariamente dai listini finanziari statunitensi. Tuttavia, è opinione diffusa che il rischio si sia ridotto in modo significativo dopo il recente accordo di agosto sulla cooperazione in materia di revisione contabile tra le autorità di regolamentazione statunitensi e cinesi. L’accordo mantiene aperta una via per la raccolta di capitali in favore delle aziende cinesi, in particolare per quelle tecnologiche nella fase di early stage, che molti temevano potesse chiudersi definitivamente. L’accordo indica inoltre la continua importanza del capitale internazionale per la crescita della Cina.

Un contesto politico molto favorevole dal punto di vista comparativo

Un altro fattore che ha contribuito al miglioramento della performance è stato il contesto monetario e fiscale relativamente più favorevole della Cina. A differenza di quasi tutte le altre principali banche centrali, la Bank of China non ha sentito il bisogno di seguire il trend globale di forte aumento dei tassi di interesse. Al contrario, dall’inizio del 2022, ha allentato la politica monetaria in diverse occasioni attraverso una combinazione di tagli ai tassi di interesse e alle riserve obbligatorie. Questo orientamento monetario nettamente diverso è stato favorito da un’inflazione relativamente molto bassa in Cina, che ad agosto era di appena il 2,5% annuo. Anche sul fronte fiscale, la politica cinese è attualmente più favorevole rispetto al resto del mondo. Ad esempio, i nostri economisti ritengono che la spesa per le infrastrutture potrebbe ricevere una spinta significativa dagli sforzi per anticipare l’emissione di titoli di Stato locali.

Valutazioni non eccessive

La valutazione delle azioni cinesi rimane più interessante rispetto a molti mercati azionari globali. Ad esempio, il rapporto prezzo-utili (PE) a termine dell’MSCI China Index, pari a 10,8x, suggerisce una notevole convenienza rispetto all’MSCI US Index e all’MSCI All Countries World Index, che presentano rapporti PE a termine rispettivamente di 17,1 e 14,6. Allo stesso tempo, le proiezioni sugli utili a termine delle società cinesi sembrano più che adeguate: per il 2023, Goldman Sachs prevede una crescita degli utili del 12,0%, rispetto al 5,0% stimato per l’indice MSCI China nel 2022.

Fattori di rischio

Tuttavia, l’ottimismo sulle prospettive delle azioni cinesi deve essere mitigato tenendo conto di alcuni fattori di rischio piuttosto importanti. In primo luogo, sebbene le restrizioni siano diminuite, la politica dello zero-Covid non è stata ancora abbandonata. Ciò significa che saranno ancora possibili nuovi lockdown, come avvenuto di recente a Shenzen e Chengdu. Ciononostante, continuiamo a pensare che la tendenza generale sia destinata a migliorare, con lockdown sempre più rapidi, mirati e adattivi rispetto al passato.

In secondo luogo, l’importante settore immobiliare, che secondo alcune stime, insieme ai servizi correlati, rappresenta circa il 25-30% del PIL cinese, rimane un ostacolo. Finché non sarà completata l’ulteriore riduzione della leva finanziaria, il settore rimarrà probabilmente vulnerabile al flusso di notizie negative.

Recentemente, ad esempio, sono aumentati i timori che le insolvenze sui mutui possano aumentare a causa di un’ondata di proprietari di casa che hanno aderito al boicottaggio nazionale dei pagamenti dei mutui per le case incompiute. Tuttavia, vale la pena notare che i mutui colpiti dal boicottaggio rappresentano finora solo una piccola percentuale dei prestiti, meno dell’1% delle passività totali del sistema bancario. Inoltre, dato che le autorità sono piuttosto proattive nell’affrontare il problema, per il momento riteniamo che il rischio di contagio sia piuttosto limitato.

In sintesi

Tirando le somme, riteniamo che ci siano motivi sufficienti per essere relativamente ottimisti sulle prospettive delle azioni cinesi. In particolare, la combinazione di restrizioni Covid più selettive, l’allentamento delle pressioni normative, la politica monetaria e fiscale accomodante, nonché le valutazioni relativamente poco costose, suggeriscono la possibilità di continuare a sovraperformare. Tuttavia, l’ottimismo dovrebbe essere mitigato da un’adeguata valutazione dei rischi, in particolare per quanto riguarda la politica sul Covid e le tensioni irrisolte nel settore immobiliare.

Nel complesso, riteniamo che l’attuale contesto sottolinei la necessità di un approccio di investimento selettivo che favorisca le società cinesi con fondamentali interessanti, una bassa esposizione ai fattori di rischio macro e valutazioni più convenienti.

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