Mercati: nuova energia per l’euro

Nel corso del 2022, i rincari energetici hanno determinato un deprezzamento significativo dell’euro. In questo scenario, di seguito il team Global Fixed Income, Currency and Commodities Group di J.P. Morgan AM esamina le potenziali implicazioni, alla luce dei primi segnali di moderazione dei prezzi dell’energia.

Fondamentali

Le attività di esportazione di prodotti manifatturieri sono state sempre molto intense nell’Eurozona e, oltre che a sostenere l’Euro, hanno storicamente consentito alla regione un forte avanzo delle partite correnti. Tuttavia, l’Area Euro è anche un forte importatore di prodotti energetici che ha visto peggiorare la bilancia commerciale da quando, sulla scia dell’invasione russa dell’Ucraina a inizio anno, i prezzi dell’energia, e del gas in particolare, hanno subito un’impennata. I prezzi dell’energia continuano a mantenersi su livelli elevati, ma si sono notevolmente ridotti rispetto ai massimi negli ultimi due mesi. È possibile che i mercati si convincano che i rischi sono stati perlopiù scontati e che gli interventi fiscali contribuiranno ad attenuare gli effetti peggiori della crisi energetica. Inoltre, i prezzi dell’energia sono oggetto di attento monitoraggio visto il forte impatto che hanno sull’inflazione europea, sia complessiva che strutturale. Una loro inversione di rotta potrebbe incidere sulla necessità di stimoli fiscali e di interventi della Banca Centrale e, di conseguenza, sulla moneta unica europea. Nel complesso, riteniamo che tra breve la tensione sull’Euro potrebbe attenuarsi.

Il deprezzamento dell’Euro nei confronti del Dollaro statunitense potrebbe invertire rotta se i prezzi del gas europeo continueranno a stabilizzarsi

Fonte: Bloomberg. Dati al 20 ottobre 2022. *La Title Transfer Facility (TTF) è un punto di riferimento per tutto il mercato europeo delle importazioni di gas naturale liquido

Valutazioni quantitative

Da inizio anno al 19 ottobre 2022, la moneta unica ha perso il 14% nei confronti del Dollaro statunitense, un deprezzamento determinato dalle posizioni divergenti delle due regioni sul fronte dell’energia: mentre l’Eurozona dipende dalle importazioni di energia, gli Stati Uniti si sono resi autosufficienti sul piano energetico. Il 22 agosto, l’Euro ha bucato la parità con il Dollaro e nello stesso mese – non a caso – i prezzi del gas sono saliti alle stelle nei mercati europei. Il tasso di cambio EUR/USD ha toccato il minimo ventennale. Dal 21 settembre, la moneta unica si mantiene al di sotto della parità e quello che in precedenza era stato un floor è ora diventato un tetto al rapporto di cambio. Tuttavia, poiché il principale responsabile del deprezzamento dell’Euro è stato il rincaro dell’energia, un calo dei prezzi potrebbe aiutare la valuta europea a sforare questo tetto nel breve termine. Ciò detto, per riportare il cambio EUR/USD nell’intervallo di 1,10-1,20 degli ultimi cinque anni occorre che i corsi energetici continuino a scendere in misura consistente.

Fattori tecnici

Quest’anno, la decisione della Banca Centrale Europea di riportare i tassi della regione in territorio positivo ha fatto rallentare la dinamica decennale di flussi netti negativi del reddito fisso europeo. Siamo convinti che questi deflussi possano trasformarsi in afflussi in quanto gli investitori non devono più allocare attivi all’estero per realizzare rendimenti positivi sui propri portafogli obbligazionari. In ultima analisi, questa dinamica potrebbe giocare a favore dell’Euro nel più lungo termine. Viceversa, fattori tecnici stanno rendendo la vita difficile al Dollaro statunitense, l’altra componente della coppia valutaria: secondo un’indagine condotta da J.P. Morgan Asset Management, gli investitori mantengono posizioni lunghe che potrebbero limitare un ulteriore potenziale apprezzamento del biglietto verde. Ciò detto, ricordiamo che storicamente il Dollaro statunitense è stato sempre supportato nelle fasi recessive. Considerato l’attuale contesto macroeconomico – caratterizzato da continue spinte inflazionistiche e da Banche Centrali intente a rafforzare un orientamento restrittivo – siamo consapevoli che le prospettive per gli attivi rischiosi potrebbero peggiorare e che gli investitori potrebbero continuare a reinvestire i propri attivi in porti sicuri.

Cosa significa per gli investitori obbligazionari?

Per tutto il 2022, i mercati dell’energia hanno condizionato l’andamento dei cambi determinando, in particolare, il deprezzamento dell’Euro. Tuttavia, si scorgono i primi segnali che il vento sta cambiando. Sebbene i prezzi dell’energia si mantengano tuttora a livelli storicamente elevati, nel breve termine scorgiamo opportunità tattiche di un apprezzamento dell’Euro rispetto al Dollaro statunitense grazie non solo ai primi segnali di moderazione dei prezzi dell’energia, ma anche alla sopravvalutazione del biglietto verde e a un affollamento di posizioni nella valuta statunitense. Ciò detto, continueremo a tenere alto il livello di attenzione, nella consapevolezza che i prezzi potrebbero risalire non appena si affacceranno i mesi più freddi dell’anno. In base a questi dati, gli investitori potrebbero adottare un approccio tattico se hanno la possibilità e la capacità di sfruttare a proprio vantaggio le opportunità che si presentano nei mercati valutari

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