Mercati: il rally del dollaro frena nonostante la Fed

“Continua a crescere la volatilità sui mercati e emergono i primi segnali di rallentamento del rally del dollaro“.A farlo notare solo gli esperti di Ebury, che di seguito illustrano nel dettaglio la situazione sul mercato valutario.

La Fed ha nuovamente proceduto a un massiccio rialzo dei tassi e ha consegnato un messaggio più aggressivo del previsto, mentre le altre banche centrali iniziano a temere l’impatto dell’aumento dei tassi sulle rispettive economie. Il dollaro, tuttavia, non è riuscito a recuperare e anzi è sceso rispetto a tutte le altre valute del G10, a eccezione della sterlina, che è stata frenata da una Banca d’Inghilterra molto accomodante.

La valuta della settimana, e anche dell’anno, è stata senza dubbio il real brasiliano, una delle nostre preferite, che ha messo a segno un altro rally grazie al passaggio di consegne al nuovo governo presieduto da Lula.

Tutti gli occhi sono puntati sul rapporto sull’inflazione di ottobre negli Stati Uniti che sarà pubblicato giovedì. L’inflazione headline probabilmente calerà ulteriormente a causa della continua contrazione dei prezzi dell’energia ma la questione chiave sarà ancora una volta il dato core che dovrebbe mostrare un’inflazione ancora persistente.

La crescita del terzo trimestre del Regno Unito, in uscita venerdì, sarà il dato più importante per la sterlina. Oltre alle notizie economiche, sarà rilevante vedere se i segnali di un allentamento delle politiche COVID da parte della Cina saranno confermati. Stanno emergendo, infatti, segnali secondo cui il rialzo degli asset cinesi della scorsa settimana potrebbe essere stato troppo precoce.

Euro

Altro mese, altro rapporto negativo sull’inflazione dell’Eurozona. Questo dato è stato pubblicato pochi giorni dopo il tentativo poco chiaro di una svolta dovish nel meeting della BCE e questo ha contribuito ad aumentare il gap di credibilità nella banca centrale. Oltre all’inflazione headline, arrivata in doppia cifra, anche l’inflazione core continua a salire. Il lato positivo è che i peggiori timori di una crisi energetica invernale continuano a diminuire.

Sul fronte negativo, le prime notizie di lunedì mattina provenienti dall’Asia suggeriscono che le speranze di un allentamento delle restrizioni cinesi potrebbero essere state premature e quindi la ripresa delle esportazioni europee verso la Cina potrebbe essere ritardata ulteriormente. L’evento principale di questa settimana nell’Eurozona è rappresentato da una serie di discorsi dei membri della BCE, tra cui quello della presidente Lagarde.

Dollaro

L’auspicata svolta della Federal Reserve verso una posizione più dovish non si è concretizzata. Inoltre, il presidente Powell ha indicato che i tassi potrebbero dover salire ancora di più rispetto a quanto previsto dai mercati prima della riunione della scorsa settimana. Le obbligazioni hanno perso terreno mentre il mercato azionario è rimbalzato, ma il dollaro non ha seguito il copione e anzi ha chiuso la settimana in calo. Il rapporto sul mercato del lavoro è stato contrastante, ma comunque coerente con un mercato robusto che non ha ancora avvertito in modo significativo l’impatto della stretta monetaria.

Il rapporto sull’inflazione di questa settimana dovrebbe mostrare un ulteriore allentamento delle pressioni inflazionistiche sull’indice headline, grazie al calo dei costi energetici. Tuttavia, la chiave sarà l’indice core che esclude le componenti volatili di cibo ed energia. La Fed ha bisogno di vedere una tendenza al ribasso in questi numeri prima di poter pensare di sospendere i rialzi dei tassi di interesse, ed è improbabile avvenga in questo report.

Sterlina

La Banca d’Inghilterra ha aumentato i tassi di 75 punti base, come previsto, ma ha poi sorpreso i mercati con uno dei suoi periodici cambi di rotta, questa volta dovish. La Banca d’Inghilterra sembra guardare con superficialità l’inflazione per concentrarsi invece sui rischi di recessione.

Il riferimento alla sovrastima del tasso terminale da parte dei mercati è stato insolitamente netto e la sterlina non ne ha beneficiato, perdendo molto terreno nei confronti di tutte le principali valute mondiali. I dati sulla crescita del PIL del terzo trimestre saranno al centro dell’attenzione, ma si tratta di un dato retrospettivo e ci aspettiamo che la sterlina reagisca ai dati sull’inflazione statunitense in uscita questa settimana.

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