Oggi si tengono le elezioni di mid term negli Usa. Secondo gli ultimi sondaggi la Camera dei Rappresentanti potrebbe vedere il trionfo dei repubblicani. Ma cosa succederebbe nel caso in cui questi fossero confermati?
Oltre alla verifica relativa al possibile conflitto di interessi di Biden sugli affari del figlio Hunter sui rapporti con CEFC China Energy (tra l’altro un’inchiesta del Washington Post non ha trovato nessuna prova), i repubblicani puntano su un altro cavallo di battaglia: la giustizia. E’ stato pubblicato dai membri repubblicani della Camera un documento di oltre mille pagine che descriverebbe in dettaglio le accuse di politicizzazione dell’FBI durante l’amministrazione Biden.
Ma la vera battaglia sarà invece probabilmente giocata sull’Ucraina, dopo che la scorsa settimana il probabile futuro speaker repubblicano della Camera Kevin McCarthy, ha suggerito che i suoi deputati potrebbero bloccare i fondi per l’Ucraina (dietro le quindi ha invece rassicurato del contrario). Quello che sembra probabile è che la nuova maggioranza repubblicana alla Camera possa aumentare la supervisione degli aiuti militari destinati all’Ucraina, per esempio tenendo traccia dell’uso finale delle armi fornite (per nulla facile).
Il cambiamento della maggioranza della Camera, è in grado di influire in qualche modo sui listini azionari?
Per rispondere alla domanda rifacciamoci alla statistica. Le elezioni di metà mandato comportano di solito per il partito del presidente un calo dei consensi al Congresso.
Nelle ultime 22 elezioni di metà mandato, il partito del presidente ha perso in media 28 seggi alla Camera dei rappresentanti e quattro al Senato. Ci sono stati solo due casi in cui il partito del presidente ha ottenuto seggi in entrambe le Camere. Dal momento che la perdita dei seggi è normale, di solito questo viene scontato dai mercati all’inizio dell’anno. Ma dall’altra parte questa volta c’è uno che si chiama Trump.
L’analisi dal 1931 ha indicato che l’andamento dei titoli azionari durante gli anni delle elezioni di metà mandato varia notevolmente rispetto a tutti gli altri anni. Mediamente i mercati hanno avuto la tendenza a rimbalzare nei mesi successivi, le elezioni di metà mandato e il rilancio spesso iniziato poco prima delle elezioni, non è stato un semplice rally a breve termine.
Inoltre, per l’intero anno successivo al ciclo elettorale i rendimenti sono rimasti tipicamente superiori alla media.
Naturalmente ogni ciclo è diverso e le elezioni sono solo uno dei molti fattori che influenzano i rendimenti del mercato. Nel corso del prossimo anno gli investitori dovranno per esempio considerare anche gli effetti di una potenziale recessione negli Stati Uniti.
Le elezioni di mid term creano di solito molta confusione e incertezza e quindi volatilità nel breve termine. Non bisogna tuttavia lasciarsi spaventare. I rendimenti azionari a lungo termine sono infatti funzione diretta del valore delle singole società nel tempo. Per investire in modo intelligente è opportuno quindi non guardare ai massimi e minimi a breve termine ma mantenere invece il focus sul lungo termine.
A cura di Antonio Tognoli, responsabile macro analisi e comunicazione di Cfo Sim