Mercati ora a sconto anche se con alcune cautele secondo Gam

Il Black Friday di quest’anno chiude un periodo complicato, negli ultimi undici mesi le palline nere hanno di gran lunga superato le bianche, direbbe il Metafisico delle Operette Morali, la crisi energetica e la guerra hanno pesato anche sulla propensione al consumo.

In questo scenariuo, ecco di seguito la view di Carlo Benetti, Market Specialist di GAM (Italia) SGR.

Nel giorno del Ringraziamento le famiglie americane hanno toccato con mano gli effetti dell’inflazione, secondo l’American Farm Bureau Federation il pranzo della festa quest’anno è costato il 20% in più rispetto all’anno scorso. L’inflazione conferma la sua natura di “tassa iniqua” perché sta pesando sulle famiglie e le persone più povere: nel 2022 i bilanci del 20% delle famiglie a più basso reddito sono diminuiti del 65%.

La rilevazione dell’aumento dei prezzi in ottobre sembra indicarne il rallentamento, d’altro canto il buon tono del mercato del lavoro non ha diminuito la propensione alla spesa, il consumatore americano resta l’attore protagonista della crescita economica.

Mentre scriviamo non sono ancora disponibili i dati relativi alla spesa del lungo fine settimana di acquisti, dal Black Friday al Cyber Monday di oggi, i dati del terzo trimestre mostrano che la spesa per i consumi, di gran lunga la componente più importante del prodotto interno lordo americano, ancora una volta ha confermato la sua sorprendente resistenza. Le stime del Bureau of Economic Analysis mostrano un aumento della spesa per consumi personali corretta per l’inflazione del 1,4% annuo.

Quest’anno è semmai affiorata, più che negli anni passati, la distanza tra i molti che cercano “l’affare” e gli sconti più allettanti e l’altra estremità dello spettro dei consumatori, i big spender che hanno fatto di New York la città più costosa per lo shopping di lusso. Gli acquisti dei beni di alta gamma hanno un posto a parte nel settore dei consumi, le ombre lunghe del rallentamento economico non modificano la capacità di spesa di questo segmento di consumatori e i risultati del trimestre confermano il momentum positivo del settore.

Grazie alla forza del biglietto verde i consumatori americani si indirizzano verso il lusso esperienziale dei viaggi a lungo raggio, le fasce di reddito più alte continuano a beneficiare dell’extra-risparmio accumulato nei periodi di limitazioni alla mobilità.

Il grande assente è la Cina. Sono tornati i turisti americani ma mancano all’appello i turisti cinesi che, assieme ai primi, sono i più spendaccioni del mondo. La classe media e “affluent” cinese è stata la grande novità del decennio, la capacità di spesa dimostrata è stata un vero e proprio “game changer”, ora il mercato si chiede quanto torneranno i turisti cinesi. È possibile che la svolta si verifichi nel corso della prima metà del 2023, un po’ per la spinta delle proteste popolari contro la pressione dei lockdown, un po’ per la necessità di tornare gradualmente verso la normalizzazione dell’attività economica.

Il mercato non ha cambiato le aspettative anche in società i cui numeri sono stati superiori alle attese, le valutazioni restano dunque interessanti, “dopo aver raggiunto il picco dei ricavi e dei margini nel 2021 il settore del lusso si è deprezzato di circa il 30” scrive Swetha Ramachandran, facendo emergere “uno sconto del 20% rispetto alla sua media quinquennale”. In altre parole, il take away del Black Friday del portafoglio è che il settore del lusso resta un affidabile candidato alla diversificazione con almeno tre punti di forza a suo favore:

  1. in un contesto inflazionistico difende il rendimento reale grazie al “pricing power” di società che possono trasferire l’aumento dei costi sui listini senza paura di compromettere il fatturato;
  2. le valutazioni mostrano il buon equilibrio tra crescita e redditività, il settore scambia a forte sconto rispetto alle medie quinquennali dei multipli;
  3. bilanci robusti: tradizionalmente il settore dei consumi, e dei consumi di nicchia, beneficia di considerevole liquidità che consente di gestire il ricorso al finanziamento.

Il Black Friday porta qualche “sconto” anche sull’umore dei mercati

L’inflazione americana è stata più debole delle attese, lo sconto sulle rilevazioni sia “core” che “headline” ha sorpreso favorevolmente i mercati. Migliorano le aspettative sul fronte ucraino: gli scontri restano cruenti, il bilancio delle vittime insopportabile, la diplomazia però è al lavoro per scongiurare un inverno di guerra.

Il mercato ha voglia di ripartire, il settore dei consumi non ha brillato nella ripresa messa a segno in ottobre dai listini (anche per l’assenza del consumatore cinese), trainati soprattutto dai titoli “value”, energetici e industriali, ma si presenta con valutazioni interessanti. Le dinamiche da tenere d’occhio sono ancora la Federal Reserve e la Cina, come intenderà guidare e graduare il processo di riapertura.

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