Investimenti, outlook 2023: ecco le previsioni di Amundi AM

“I mercati hanno tirato un sospiro di sollievo in un anno che probabilmente passerà alla storia come uno dei più travagliati per gli investitori. Il trend sembra però essere un po’ meno negativo grazie ai guadagni dell’indice S&P 500 e di alcuni indici dei Treasury”. Ad affermarlo è Vincent Mortier, Group Chief Investment Officer di Amundi AM, che di seguito illutra nel dettaglio la view per i mesi a venire.

Il recente movimento del mercato è stato favorito da una congiunzione astrale favorevole su diversi fronti: (1) l’inflazione statunitense è in calo; siamo però convinti che il rally dei mercati e l’euforia siano eccessivi perché la Fed continuerà ad avere come obiettivo prioritario la lotta all’inflazione e non può ancora cantare vittoria (2) la stagione degli utili è stata negativa, ma non catastrofica (3) l’allentamento delle misure anti-Covid in Cina è avvenuto prima del previsto, ma la riapertura completa dell’economia non avverrà prima del 2024; e (4) l’incertezza geopolitica si è un po’ ridimensionata dopo le elezioni negli Stati Uniti, visto che il loro esito non ha riservato grosse sorprese ed è stato ben presto metabolizzato dai mercati che hanno reagito bene a un governo diviso che farà fatica a implementare le politiche populiste.

A livello internazionale, potrebbero intensificarsi le tensioni tra Stati Uniti e Cina. Nel Regno Unito, il nuovo Primo Ministro sta cambiando l’orientamento sulle politiche fiscali, concentrate ora sull’aumento delle imposte e sul taglio delle spese.

Questi sviluppi ci inducono a mantenere un approccio prudente ora che siamo alle soglie del 2023, ma anche a posizionarci a livello tattico in modo da sfruttare le opportunità a breve termine tramite un approccio complessivamente ben diversificato. Più in particolare:

  • da una prospettiva cross-asset, nelle ultime settimane abbiamo gradualmente adottato una posizione neutrale sull’azionario. In particolare, abbiamo ridotto la nostra posizione negativa sulle azioni europee pur mantenendo un atteggiamento complessivamente prudente e conservando le coperture. Abbiamo controbilanciato questa mossa ampliando le fonti di diversificazione, aggiungendo una view positiva sul petrolio e sull’oro e aumentando leggermente la nostra duration sui Treasury USA. Alla luce della forte incertezza del contesto economico, rimaniamo pronti ad adeguare in ogni momento il nostro posizionamento.
  • il tema del “ritorno delle obbligazioni” è stato supportato dal dato su un’inflazione moderata che ha portato a uno dei rally giornalieri più vigorosi della storia dei Treasury. Tuttavia, è fondamentale mantenere una duration attiva. I mercati ritengono che qualsiasi indicazione di un rialzo dei prezzi inferiore alle attese potrebbe indurre la Fed ad adottare una politica da colomba, ma la Banca centrale americana, prima di invertire la sua rotta restrittiva, attenderà verosimilmente che l’inflazione scenda al di sotto delle aspettative. Pertanto, rimaniamo molto attivi sulla duration, con un’opinione attualmente positiva sui Treasury USA e una grande attenzione ai dati sull’inflazione e sulla crescita. L’inflazione USA ha avuto ripercussioni anche sui rendimenti europei core, dove manteniamo un’opinione pressoché neutrale, alla ricerca di opportunità lungo le curve.
  • il tema del “ritorno delle obbligazioni” sta influenzando anche il mercato del credito dove i riflettori sono puntati sulla qualità. Gli spread del credito si sono ristretti da metà ottobre negli Stati Uniti e da un periodo ancora più lungo in Europa. Tuttavia, rimaniamo prudenti sul debito rischioso e di bassa qualità delle società che hanno la tendenza ad aumentare la leva finanziaria. In questa fase i default stabili e i fondamentali societari solidi stanno favorendo un miglioramento dei rating del credito, ma è importante notare che i rating e i default registrano i fenomeni con un certo ritardo rispetto ai cicli economici. Non ravvisiamo quindi motivi convincenti per aumentare i rischi. I livelli di liquidità delle aziende, seppur ancora robusti, sono in calo, e ciò vale soprattutto per gli emittenti con un rating di scarsa qualità che incontreranno delle difficoltà nel raccogliere capitali, in particolare nei periodi in cui ne hanno maggior bisogno. Le esigenze di rifinanziamento delle aziende, la loro capacità di far fronte al fabbisogno di capitale internamente e le posizioni delle Banche centrali sono fattori cruciali di cui tenere conto prima di modificare la nostra posizione. A livello regionale continuiamo tuttavia a preferire gli Stati Uniti all’Europa.
  • la nostra posizione sul debito in valuta locale dei Paesi emergenti rimane piuttosto prudente, ma ravvisiamo del valore nel debito in valuta locale di alcuni Paesi. Riteniamo che non sia ancora giunto il momento di assumere posizioni di maggior rischio sul debito dei Paesi emergenti perché la svolta da colomba della Fed, un fattore chiave per l’outlook sul debito dei Paesi emergenti, appare ancora lontana. Ciò detto, l’inizio del 2023 potrebbe offrire alcuni punti d’ingresso. Per quanto riguarda la Cina, ci attendiamo una riapertura graduale dell’attività economica nel 2023; dal ritmo di tale riapertura dipenderà anche il vigore della crescita. Riguardo ai Paesi dell’America Latina, siamo prudentemente ottimisti sul Brasile, che quest’anno ha primeggiato tra i Paesi emergenti. Seguiamo tuttavia con attenzione l’eventuale impatto delle politiche di Lula sulla posizione finanziaria del Paese.
  • nell’azionario stiamo cercando tatticamente di cogliere le opportunità e di mantenere al contempo una focalizzazione sulla selezione bottom-up. Interpretiamo i movimenti in corso come un rally del mercato ribassista. Per poter dire che le azioni hanno toccato ormai il punto più basso del ciclo dobbiamo scorgere qualche miglioramento degli utili e un orientamento dovish della Fed, ma non siamo ancora a questo punto.

A nostro parere, le aspettative sugli utili negli USA per l’anno prossimo sono ancora elevate visto il doppio effetto del rallentamento della crescita e del persistente rafforzamento del dollaro. In Europa, la situazione è altrettanto problematica: iniziamo sì a intravedere qualche spiraglio positivo, ma non potremo cantar vittoria finché non avremo visto qualche progresso sui margini societarie e sugli utili. Di conseguenza rimaniamo prudenti sull’Europa e sugli Stati Uniti mentre esploriamo le opportunità sul fronte dei titoli value, dei titoli di qualità, di quelli che distribuiscono dividendi e delle società a bassa capitalizzazione, soprattutto negli USA. I titoli azionari cinesi sono attualmente molto volatili e, nonostante le valutazioni interessanti, il loro corso dipende in larga misura dalle notizie sulle politiche zero-Covid e sulla riapertura dell’economia. Manteniamo quindi un orientamento neutrale e siamo pronti a rientrare sul mercato non appena sarà più facile valutare i fondamentali degli utili societari e della crescita economica.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!