Mercati, obbligazioni: i collocamenti della settimana sotto la lente

Dopo l’enfasi inflattiva ed il rialzo senza freni dei tassi e soprattutto dei rendimenti dei titoli governativi, con la curva lunga americana che restava sempre schiacciata rispetto al breve, in questi giorni alcuni analisti internazionali si sono accorti di questa cosa e hanno iniziato a “profetizzare” che forse i rialzi negli Usa non saranno più così tanti come si pensava nel 2023 e anzi potrebbe esseci anche qualche ribasso.

Come sempre anche in queste cose non c’è mai equilibrio, quante volte si va dietro al “titolo o prodotto” del momento cavalcando l’onda emotiva. Esempi ultimi il Bitcoin che non più di un anno fa era indicato oltre i 100mila dollari di target, oppure il petrolio più indietro con target a 200 dollari e ultimo anche il gas nel pieno della speculazione qualche mese fa quando raggiunse il valore oltre quota 300 e c’era chi scriveva numeri incredibili di prezzo obiettivo. Purtroppo come accade per lo sport, ma anche in altri ambiti ad esempio politici, si passa dalle “stelle alle stalle” nel giro di un secondo e ci si dimentica quanto detto o scritto ieri.

Pertanto aver “profetizzato” ora che la Fed potrebbe anche ridurre i tassi, ha frenato i rendimenti con conseguente ripresa dei titoli. Come in tutte le cose ci vuole equilibrio, era stato esagerato il rialzo aper esempio nell’Eurozona da negativo a quasi il 5% sulla curva decennale e ora, siamo a un giusto equilibrio rispetto alle previsioni inflattive che non erano salite per consumi ma per speculazione sulle materie prime a causa del conflitto ucraino.

Chiudiamo quindi questa settimana di scarsi volumi a causa del ponte festivo e dell’inizio del periodo operativo ”leggero”.

Lo spread tra Btp e Bund si attesta in area 184 e il rendimento del nostro decennale si è allontanato dal 4% di qualche settimana fa e si attesta in area 3,65%, in linea anche con la Grecia, mentre la maglia nera passa a Cipro con il 3,88%. Ad eccezione della Germania, unica sotto il 2%, il resto del’Eurozona è compreso tra il 2% ed il 3%. Contrazione sulla curva decennale anche per la sterlina ed il dollaro, rispettivamente al 3,1% e 3,55%.

Sul fronte dell’offerta non vi è stato molto, sono da sottolineare in prospettiva per il 2023 le parole del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che ha sottolineato nel corso di un’audizione, l’importanza di coinvolgere maggiormente i risparmiatori italiani nel mercato del debito, anche attraverso nuovi strumenti pensati per la clientela retail.

I nuovi bond governativi sotto la lente

Per quanto riguarda l’offerta da altri Paesi, si sono attivate sulla parte breve, la Grecia e Spagna, mentre all’interno dei programmi dell’Unione Europea è stato fatta con tutta probabilità l’ultima offerta del 2022 con un sindacato Ue 6,6 miliardi per il nuovo titolo 2037 e 500 milioni per la riapertura della scadenza 2052 a rendimento ms+66. Isin EU000A3K4D con taglio da mille euro con multipli di mille e cedola del 2,5%. Richieste oltre i 5,8 miliardi sui book dei lead. Per il nuovo titolo a scadenza 2037, richieste per oltre 20 miliardi a fronte di 6,5 offerti con rendimento fissato a ms+21; Isin EU000A3K4D09.

Una nuova emissione in dollari per la Turchia, probabilmente l’ultima di quest’anno, con due miliardi di dollari offerti ed ordini per oltre due volte e mezzo superiori all’importo offerto da 150 investitori, di cui ben il 55% dal Medio Oriente. Il quinquennale arriva a scadenza il 15 gennaio 2028, per cui presenta una durata iniziale di poco superiore ai cinque anni. Offre cedola fissa lorda annuale del 9,875%. Il rendimento è vicino al 9%, Isin US900123DF45, taglio da 200mila dollari con multipli di mille. Con l’emissione del bond la Turchia ha completato il programma di 11 miliardi di dollari previsto per quest’anno per quanto riguarda il reperimento di capitali sui mercati internazionali.

Le nuove emissioni corporate sotto i riflettori

Anche per la parte corporate i deal sono stati pochi, tra questi la Banca Popolare dell’Emilia Romagna (Bper) ha emesso un bond Senior Non Preferred per l’importo di 500 milioni di euro e con scadenza a cinque anni (Isin IT0005523896). Tuttavia, l’emittente ha facoltà di esercitare il rimborso anticipato dopo quattro anni. La domanda è stata abbastanza alta, avendo attirato ordini per oltre due miliardi di euro da parte di 200 investitori istituzionali di tutto il mondo. Grazie al riscontro positivo sul mercato, il bond Bper ha potuto tagliare il margine inizialmente fissato sopra il tasso midswap a quattro anni da 500 a 360 punti base. Il bond Bper ha fissato una cedola del 6,125% a fronte di un prezzo di aggiudicazione di 99,847 e offre un rendimento di poco superiore al 6,15. Rating Ba1/BB e lotto minimo 150mila euro con multipli di mille.

Banca Illimity ha emesso le sue seconde obbligazioni del tipo Senior Preferred per l’importo di 300 milioni di euro. L’operazione rientra nel Programma Euro Medium Term Note da tre miliardi. Il bond ha durata di tre anni, dato che la scadenza è stata fissata per il 9 dicembre 2025. Grazie alla buona accoglienza degli investitori, il rendimento offerto è sceso rispetto alle previsioni iniziali. Infatti, le obbligazioni Illimity offrono 395 punti base sopra il tasso mid swap a tre anni, giù dai +445 punti ipotizzati all’avvio dell’emissione. Poiché il bond è stato prezzato alla pari, il rendimento è dato inizialmente solo dalla cedola, fissata così al 6,65%. Rating: BB-, Isin XS2564398753, prezzo d’emissione a 100, salito in grey oltre 101, taglio minimo 100mila euro con multipli di mille.

La compagnia telefonica francese Iliad ha emesso un bond, raccogliendo 750 milioni di euro da destinare al rifinanziamento di parte del proprio debito bancario. Nel dettaglio, l’obbligazione avrà scadenza in data 14 giugno 2027 e, pertanto, avrà una durata iniziale di quattro anni e mezzo. La cedola fissa annua lorda fissata al 5,375% ha attratto molti investitori. Siamo su livelli pari a 270 punti base sopra il tasso mid swap. i bond Iliad godono di rating BB / Ba2, Isin FR001400EJI5, taglio minimo 100mila euro con multipli di mille, con prezzo d’emissione a 100 e prezzo grey market in area 100,3.

Per le prossime emissioni rilevanti bisognerà attendere l’inizio del 2023, tra queste cresce l’attesa per Eni che ha annunciato un possibile deal retail dopo una lunga assenza da questo settore di risparmiatori.

A cura di Carlo Aloisio, senior broker

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