Mercati, criptovalute: il punto sulla regolamentazione del settore

Come riportato da Cryptonomist.ch, ai microfoni di CoinDesk TV, Luzius Meisser, presidente di Bitcoin Suisse ha fatto il punto sullo stato dei regolamenti dell’Unione Europea nei confronti delle criptovalute.

Le parole d’ordine sono sicurezza e crescita e il risultato dovrà tutelare sia la finanza classica che il mondo crypto. La strada più probabile è quella dei compartimenti stagni o quasi.

L’Europa molto probabilmente proverà tramite nuove leggi e regolamenti a tenere quanto più possibile separati il settore bancario da quello crittografico senza limitare né l’uno né l’altro.

Ciò che accadrà, dice il presidente, potrebbe essere la costruzione di un muro di contenimento giuridico che renda elitario il mondo crypto ma non sarà vietato in alcun modo. Meisser ritiene che la strada del contenimento, è quella più fattibile tra le ipotesi messe sul tavolo dalla società svizzera di Zug.

“La loro intenzione è proteggere il sistema finanziario tradizionale dalla tossicità della crypto economia ma forse aiuta anche a proteggere le criptovalute dai sistemi finanziari tradizionali con tutti i suoi difetti ed errori”. Sette giorni fa, in Europa hanno messo ai voti restrizioni molto rigide nei confronti di tutti quegli istituti di credito che volessero detenere Bitcoin.

Le clausole sono pari a quelle tracciate dal Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria ovvero l’organo principale a cui si fa riferimento per il mondo crypto in ambito internazionale.

Il comitato ha delineato regole ancora più ferree di quelle volute dal Comitato di Basilea e la rigidità di queste crescerà sempre più nel tempo passando dalla regola dell’1% in vigore dal 2025 a quella del 2% poco dopo.

Significa che per ogni bitcoin che detieni per un cliente, devi avere un bitcoin in aggiunta a quello in equity. Fondamentalmente proibisce le operazioni bancarie con Bitcoin, ovvero non si può avere un conto bancario tradizionale in cui il cliente ha solo un credito in Bitcoin”.

Le criptovalute in buona sostanza non possono essere messe a garanzia e non costituiscono riserva. Così facendo il credito bancario a mezzo criptovalute è di fatto impossibile per le banche.

Lo scenario che vede i legislatori europei compresi i più ostici del mondo crittografico metterlo al bando nella sua totalità è ritenuto quasi impossibile.

La mole di investimenti, la commistione nella finanza classica e il bacino di utenza hanno raggiunto un livello tale che sarebbe impossibile e controproducente vietarne la pratica.

Anche un approccio superficiale e lascio non è lo scenario più probabile poiché aspettare che il mercato limiti da solo i difetti sarebbe come bypassare la funzione di regolatore stesso dell’Unione.

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