Criptovalute: la geografia della tassazione

Con l’approvazione della Legge di Bilancio 2023 in Italia, le plusvalenze derivanti dalla vendita di criptovalute che superano i 2mila euro saranno soggette a tasse pari al 26%. Nella nuova legge, tali redditi ricadono in una categoria specifica di “redditi diversi”, anziché essere assimilati alle plusvalenze ottenute con valute estere (come accadeva sino al 2022).

Scompare anche il requisito della giacenza media superiore ai 51.645,69 euro per sette giorni lavorativi consecutivi: basterà superare i 2mila euro di plusvalenza nel periodo d’imposta perché i profitti siano soggetti alla tassa sulla plusvalenza. Una notizia molto rilevante per tutti quanti detengono “crypto-attività” in Italia.

La nuova tassazione potrebbe incentivare la fuga di molti utilizzatori di criptovalute, che per pagare meno tasse potrebbero valutare di trasferire la propria residenza fiscale e pagare le tasse in un Paese più crypto-friendly, fanno notare da Cryptonomist.ch, che ha analizzato la normativa degli altri Paesi ed identificato quelli più convenienti dove vivere per chi possiede criptovalute.

Portogallo

Sino al 2022, i profitti derivanti dalla vendita di cripto-attività non erano soggetti alla tassa sulla plusvalenza. Con la nuova legge di bilancio 2023, le plusvalenze derivanti dalla vendita di criptovalute detenute per meno di un anno saranno soggette a un’aliquota del 28%. Tuttavia, i profitti realizzati tramite la vendita di cripto-attività detenute per più di un anno rimarranno esenti dalla tassa sulla plusvalenza.

Germania

In Germania, similmente al Portogallo, se acquisti criptovalute e le conservi per più di un anno, quando in seguito deciderai di vendere non pagherai alcuna tassa. Se invece acquisti i tuoi asset e li rivendi prima di un anno, realizzando un profitto di almeno 600 euro, allora le tue plusvalenze verranno tassate. Inoltre, la Germania prevede delle imposte sul reddito per chi svolge attività di mining e staking.

Malta

Il “denaro elettronico” e gli “utility token” non sono considerati beni capitali e perciò non sono soggetti alla tassa sulla plusvalenza (al contrario dei “security token”). Tuttavia, se l’attività di trading è ripetuta nel tempo e viene svolta in maniera professionale, è prevista un’imposta sui redditi derivanti da tale attività. L’aliquota applicata in questi casi è del 35% ma può essere ridotta fino allo 0% – 5% in base al proprio livello di reddito.

Svizzera

In Svizzera, i profitti derivanti dalla vendita di criptovalute sono esenti da tassazione per i piccoli investitori non professionali. Tuttavia, sono previste imposte sul reddito per i trader professionisti e per chi svolge attività di mining. È prevista inoltre una tassa sul patrimonio che viene applicata ogni anno sul patrimonio netto e la cui aliquota varia in base al cantone in cui un individuo risiede.

Georgia

Gli individui residenti in Georgia sono esenti dal pagamento di qualsiasi imposta sui redditi derivanti dalla vendita di cripto-attività. Inoltre, le criptovalute non sono soggette all’imposta sulle plusvalenze. Per quanto riguarda invece le cripto-attività detenute dalle persone giuridiche, i profitti vengono tassati al 15% tramite un’imposta sulle società.

El Salvador

Il primo paese al mondo ad adottare bitcoin come moneta legale, ora esonera anche gli investitori stranieri dal pagamento di qualsiasi tassa sui guadagni derivanti da investimenti in bitcoin. Così facendo, El Salvador vuole attrarre più investimenti nella sua economia. Inoltre, nel corso del 2022, questo Paese ha preparato un disegno di legge per l’emissione dei Bitcoin Bond, obbligazioni emesse su blockchain al fine di raccogliere 1 miliardo di dollari per la realizzazione della Bitcoin City. Questa nuova città ha l’obiettivo di diventare “La Mecca” degli utilizzatori di bitcoin, un luogo in cui poter acquistare qualsiasi cosa con bitcoin e dove nessun residente pagherà mai alcuna tassa sulla plusvalenza.

Porto Rico

Porto Rico è un territorio non incorporato degli Stati Uniti e stabilisce le proprie leggi fiscali in autonomia. I residenti Portoricani pagano infatti un’imposta sul reddito territoriale molto più bassa rispetto all’imposta federale sul reddito degli Stati Uniti. Per quanto riguarda le criptovalute, gli asset acquistati mentre si risiede a Porto Rico sono completamente esenti dall’imposta sulle plusvalenze.

Singapore

Singapore non prevede un’imposta sulle plusvalenze, quindi né gli individui né le imprese sono soggetti a tale imposta. Non a caso, Singapore è la sede di molti dei maggiori exchange e wallet asiatici. Inoltre, le criptovalute vengono definite come beni immateriali ai fini fiscali e quindi spendere le proprie cripto è visto come un baratto e non come un pagamento. Ne consegue che le criptovalute a Singapore sono esenti da tasse su beni e servizi (GST). Tuttavia, per quanto riguarda le imprese che accettano criptovalute come metodo di pagamento, queste saranno soggette all’imposta sul reddito. Anche le società che svolgono attività di trading come business principale devono pagare un’imposta sul reddito.

Malaysia

Per quanto riguarda i singoli individui, i profitti realizzati tramite lo scambio di criptovalute non sono tassati, a condizione che le operazioni di trading non siano ripetute e numerose. Se operi quindi come un day trader, i tuoi profitti saranno soggetti a tassazione. Per quanto riguarda invece le aziende che operano nel settore cripto (mining, staking, trading), i profitti sono soggetti all’imposta sul reddito.

Isole Cayman

Le Isole Cayman sono un vero e proprio paradiso fiscale per i possessori di criptovalute in quanto le autorità del Paese non impongono alcuna imposta sulle società alle imprese e nessuna imposta sul reddito o sulle plusvalenze ai residenti. Non è un caso dunque che le Isole Cayman rappresentino la sede principale di diverse società del settore crypto tra cui anche Binance.

 

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!