Mercati, Apple: una trimestrale tutta da buttare? L’analisi di My Finance Club

Apple ha riportato dati trimestrali sotto le attese, per la prima volta dopo quasi sette anni, spingendo il titolo al ribasso. Cerchiamo di capire in questa analisi redatta dal team di analisti di My Finance Club se la negatività sul titolo è giustificata e dove può arrivare.

La performance dei ricavi trimestrali

Innanzitutto, giova sottolineare che non si tratta di una semplice trimestrale per Apple, ma della trimestrale per eccellenza, visto che la società di Cupertino concentra ca. 1/3 dell’intero fatturato annuale proprio nel trimestre di Natale (che per Apple è il 1Q23, in quanto la società chiude il bilancio a settembre di ogni anno).

I ricavi del trimestre in chiusura a dicembre 2022 si sono attestati a 117,2 mld  di dollari (sotto le attese di 121,1 mld), -5,5% rispetto all’anno scorso.

Il mercato si aspettava sì un calo dei ricavi ma non di questa portata. Il CEO Tim Cook si è giustificato indicando 3 principali responsabili: 1) il dollaro forte, che impatta le esportazioni, per una società che genera il 58% del suo fatturato fuori dal continente americano; 2) i problemi di produzione in Cina che hanno colpito la realizzazione dei suoi iPhone 14 e 3) il rallentamento macroeconomico in corso.

Quanto al primo punto, è certamente un aspetto negativo, ma che verosimilmente non si rivedrà nei prossimi trimestri, alla luce della svalutazione del biglietto verde nell’ultimo trimestre.

I problemi di produzione degli iPhone presso la fabbrica cinese Foxconn dovuti agli stringenti lockdown di Pechino sono ormai risolti, con la riapertura totale e indiscriminata delle attività. Tuttavia gli effetti migliorativi sulle vendite si vedranno verosimilmente a partire dal 3Q-23 (il trimestre in chiusura a giugno).

Nell’immediato, dunque, Apple potrebbe soffrire i minori volumi di smartphone prodotti, visto che iPhone pesa il 56% delle vendite del gruppo.

Il terzo aspetto, relativo al rallentamento macroeconomico è invece quello che desta più preoccupazioni. Come evidente dal grafico, tutte le linee di business di Apple stanno rallentando in maniera significativa, con le vendite di Mac crollate del 29% nell’ultimo trimestre (anche se meglio rispetto al -37% dei Surface di Microsoft, cosa che conferma il maggior appeal dei prodotti Apple). Male hanno fatto anche iPhone (-8%) e gli Wearables (-8%). L’exploit positivo di iPad (+30%) è sfortunatamente solo passeggero e legato sulla commercializzazione di un nuovo modello low-cost ma che Tim Cook ha sottolineato non basterà a evitare il calo delle vendite nel prosieguo dell’anno.

Infine, ancora resilienti sono le vendite della divisione Services (che comprende una mole enorme di servizi, tra cui AppleCare, il business pubblicitario, il Cloud, App Store, Apple Fitness, Apple TV+, Apple News, Apple Music e Apple Pay). Tali vendite, seppur in rallentamento rispetto agli ultimi trimestri, sono ancora in crescita del 6% e hanno fatto leggermente meglio delle attese degli analisti.

A livello di marginalità, il Gross Profit della società si è attestato a 43% (in linea con le attese), in calo rispetto al 43,8% dell’anno scorso, ma comunque molto superiore rispetto al periodo pandemico, grazie al contributo sempre maggiore dei Services, che si caratterizzano per margini molto più elevati e bassi investimenti.

L’Ebitda della società è stato pari a $38,9mld, -12% rispetto all’anno scorso, mentre l’EPS si è attestato a $1,88, sotto le attese di $1,94 e in calo dell’11% rispetto al 1Q-22.

A livello di flussi di cassa, la società ha portato a casa ca. $31mld di Fre Cash Flow (meno dei $44mld l’anno scorso principalmente a seguito del pagamento anticipato di alcuni fornitori), che sono stati per buona parte restituiti agli azionisti tramite dividendi (4 mld di dollari) e buyback azionari 19 mld).

La Posizione di Cassa Netta di Apple si è attestata a 54 mld di dollari a dicembre 2022, in lieve miglioramento rispetto al trimestre precedente. Questi 54 mld sono oggi composti da $111mld di debito finanziario a fronte di ben 165 mld di cassa e strumenti equivalenti, un’enormità che rende il programma di buyback ampiamente sostenibile nel tempo.

Guidance

Anche se la società dall’inizio della pandemia non fornisce più una guidance sul trimestre successivo, nella call, il CFO Luca Maestri ha sottolineato che i problemi persisteranno e che il trend dei ricavi è atteso proseguire in discesa. Il mercato si attendeva ricavi per ca. 98 mld di dollari, in crescita dell’1% rispetto all’anno precedente, ma verosimilmente, Apple fatturerà qualcosa nell’intorno dei 94-96 mld di dollari.

Se il Dollaro forte non dovrebbe essere più un problema (vista la svalutazione dell’ultimo trimestre), a impattare saranno soprattutto il perdurare delle difficoltà di iPhone (atteso decrescere, ma a minor velocità rispetto al -8% di dicembre) e la caduta delle vendite di iPad (dopo l’exploit di questo trimestre), che non verranno compensate a dovere da Services e Wearables.

I prodotti Apple sono certamente discrezionali e questo li penalizza in uno scenario di recessione. Ma va sottolineata la loro resilienza, grazie sia al maggior appeal rispetto ai prodotti dei competitor, sia alla sua continua capacità di innovare. Basta ricordare che anche nelle recessioni passate del 2001-02, del 2008-09, del 2011-12 o del 2020, la società è sempre riuscita ad aumentare il fatturato, grazie alla continua abilità di saper lanciare nuovi prodotti, dagli iPod, al Mac, dall’iPad, all’iWatch, fino ad arrivare al business dei Servizi.

Anche se una fase di rallentamento è comprensibile, tra le società tecnologiche, Apple è decisamente la più solida e la più diversificata, oltre ad avere un potere contrattuale (nel poter aumentare i prezzi dei suoi prodotti) nei confronti dei clienti molto importante.

Valutazione qualitativa

Come da grafico, Apple ha avuto storicamente un multiplo EV/Ebitda NTM nell’intorno delle 10x nel pre-pandemia. Allo scoppio del Covid-19 però, i benefici legati allo stimolo monetario della Fed hanno aiutato questo multiplo a salire oltre le 20x.


In molti si attendevano nel 2022 un ritorno sulla Terra delle quotazioni relative, come è stato per molte Big Tech, e invece il titolo è rimasto più resiliente rispetto al resto del mercato. Questo perché Apple ha cambiato pelle durante la pandemia ed è passata progressivamente da essere una società di hardware a essere una società di software, grazie al boom della divisione Services.
Anche se il peso sul fatturato ….

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