Mercati, CFA Society Italy: ecco quanto emerso dall’ultima tavola rotonda

CFA Society Italy, associazione no profit di riferimento in Italia per i professionisti della finanza con qualifica di Chartered Financial Analyst (CFA), ha organizzato a Roma il secondo evento CFASI Forecast Dinner 2023 nel quale sono stati discussi gli scenari macroeconomici e i possibili sviluppi sui mercati finanziari per l’anno in corso. Ecco di seguito gli interventi alla tavola rotonda.

Valentina Valdameri, CFA, Board Member e Sara Di Biasio, CFA, membro attivo, entrambe CFA Society Italy hanno dato il benvenuto ai partecipanti e Giuliano Palumbo, CFA, Presidente, CFA Society Italy ha dichiarato: “Anche in questo inizio anno ci poniamo la domanda di come possiamo prepararci per il 2023. Rallentamento economico, deglobalizzazione e inflazione sono i nodi fondamentali per comprendere il nuovo anno. Insieme ad esperti di economia e mercati finanziari cogliamo l’opportunità di questo incontro per discutere di come affrontare le complesse sfide di quest’anno, dalle dinamiche di inflazione e di politica monetaria, al ciclo economico in Europa e ai temi geopolitici fino alle opportunità da cogliere sui mercati finanziari e molto altro”.

Piergiacomo Braganti, Director of Research, WisdomTree: “Siamo convinti che le pressioni inflazionistiche globali saranno di lunga durata. La pandemia ha creato un’interruzione permanente delle catene oltre ai percorsi di approvvigionamento convenzionali e la guerra in Ucraina ha determinato una profonda alterazione delle consuete relazioni commerciali tra grandi esportatori e acquirenti di materie prime, ad esempio tra la Russia e il cosiddetto “mondo occidentale”. Inoltre, riteniamo che la riapertura su larga scala della Cina dopo la pandemia sarà un fattore inflazionistico: contrariamente al passato, quando la Cina, grazie alla sua superiore capacità di produrre ed esportare beni a basso costo, generava indirettamente “deflazione”, oggi la Cina viene vista soprattutto come un massiccio acquirente della maggior parte delle materie prime cruciali a livello globale, creando e mantenendo così un rilevante effetto di spinta verso l’alto sui loro prezzi”.

Lorenzo Cannizzo, CFA – Director Infracapital, M&G Investments: “Crisi energetica e aumento dei prezzi, esacerbati dalle tensioni geopolitiche in atto, evidenziano l’opportunità di una esposizione ad attività resilienti e sostenibili. Grazie alla loro natura difensiva, le infrastrutture europee si sono dimostrate particolarmente resilienti durante le turbolenze di mercato degli ultimi anni. Si tratta di un asset class tradizionalmente protetta dall’inflazione che offre rendimenti relativamente stabili nel tempo e una valida fonte di diversificazione. Trend macroeconomici di lungo termine, tra cui la necessità di accelerare la transizione verso un’economia a basse emissioni, digitalizzazione e progresso tecnologico sostengono un ambiente favorevole alle attività infrastrutturali in Europa e spiegano la forte crescita degli investimenti diretti degli investitori istituzionali in questo segmento di mercato.”

Maria Paola Toschi, Market Strategist, J.P.Morgan Asset Management: “Dopo una partenza d’anno molto vivace su attese di un imminente fine del ciclo di politica monetaria restrittiva, ci aspettiamo un trend più cauto e volatile nel resto dell’anno. Molti dati macro confermano la buona tenuta dell’economia e dei mercati del lavoro. Il calo della bolletta energetica allontana scenari di forte recessione in Europa e favorisce un forte calo dell’inflazione primaria. Il nostro scenario base prevede quindi una moderata recessione, mentre il trend graduale di disinflazione è in atto e prosegue gradualmente. Riteniamo che entro la metà dell’anno le principali banche centrali del mondo sviluppato avranno raggiunto i loro rispettivi terminal rate e ciò contribuirà a ripristinare un clima più favorevole per i mercati. Siamo ancora cauti in termini di esposizione azionaria ma vediamo delle aree di forte interesse. Strategie Value e improntate alla ricerca di elevati e crescenti dividendi possono ancora offrire un’area di resilienza. Inoltre la riapertura della Cina avrà degli effetti molto espansivi, asiatiche in particolare, e sta riportando ingenti flussi verso i mercati azionari cinesi su cui manteniamo una forte convinzione. Crediamo fortemente nel ritorno dei bond nei portafoglio. La salita dei rendimenti soprattutto dei titoli di stato ha ripristinato il loro ruolo di fornitori di rendimento e di protezione nel caso di calo dei mercati azionari, data la loro bassa o negativa correlazione con le classi a rischio. I mercati americani sono molto attraenti da questo punto di vista dato che in USA l’inflazione ha già da tempo raggiunto il picco e continua la discesa. Non trascuriamo obbligazioni corporate IG and emergenti in ottica di diversificazione e con logica di selettività.”

Kevin Thozet, Portfolio Advisor and Member of the Investment Committee, Carmignac: “Ci chiediamo cosa potrebbe non andare nel verso giusto. Dopo un anno caratterizzato da un’inflazione record, la parola d’ordine è disinflazione. I banchieri centrali dei mercati sviluppati sono saliti sul carrozzone dei rialzi molto più tardi dei loro omologhi dei mercati emergenti. Si tratta di un quadro molto favorevole in quanto i mercati stanno spostando l’attenzione dai tassi terminali all’imminente ciclo di allentamento. La recessione è stata allontanata dai movimenti della Cina e l’Europa sta sfiorando la contrazione. Un contesto davvero favorevole, con il passaggio del testimone della crescita dagli Stati Uniti all’Oriente. Con i rendimenti nominali a due cifre di molti emittenti dei mercati emergenti, le prospettive di rendimento futuro sono interessanti. Tuttavia, con i rendimenti reali di questi stessi emittenti a una cifra media o alta, si può sopportare un po’ di incertezza! Le due facce della medaglia dei mercati emergenti potrebbero essere in una fase vincente.

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