Mercati, fino a quando potrà durare il rally dell’azionario?

I mercati globali quest’anno stanno registrando una crescita media dei valori vicino al 5%, con l’Europa insolitamente in testa con una performance a due cifre.

Sebbene gli investitori mostrino ancora scetticismo circa questo trend, è pienamente giustificato da ragioni sia fondamentali che tecniche. Inverno mite, calo dei prezzi del gas, inflazione apparentemente sotto controllo, consumi resilienti e migliori aspettative sulla Cina dopo l’uscita dalla politica zero Covid hanno migliorato significativamente il quadro macro, rimuovendo lo scenario fortemente ribassista in Europa dovuto a recessione e razionamento di gas ed elettricità.

Un’allocazione relativamente contenuta sulle azioni (e molto bassa verso le azioni europee), limitata volatilità, buona stagionalità e significative posizioni nelle call S&P a breve scadenza hanno funzionato come fattori di supporto dal punto di vista tecnico.

Le aspettative sugli utili per il quarto trimestre erano state significativamente ridotte tra novembre e dicembre, abbassando l’asticella a gennaio e febbraio per l’attuale reporting season. Questa è ormai storia, l’interrogativo è se ora i mercati possano salire ulteriormente. In questo scenario, ecco di seguito la view di Luca Finà, Head of Equity di Generali Insurance AM.

Probabilmente sì, un altro incremento di qualche punto percentuale potrebbe ancora essere possibile, principalmente nei titoli non statunitensi, per i quali l’allocazione non è ancora estrema, la stagionalità è ancora positiva, la valutazione inferiore alla media storica e gli utili stanno ancora registrando soprese migliori.

Ma la vera domanda è: “per quanto tempo è sostenibile”?

Se consideriamo che i recenti dati sull’inflazione sembrano suggerire che sia più resiliente del previsto, che uno dei cicli di rialzi nei tassi più ripidi della storia da parte delle banche centrali a un certo punto mostrerà il loro effetto sull’economia, ma che le aspettative di crescita degli utili per il 2024 sono ancora positive a due cifre, probabilmente dobbiamo aspettarci che il 2023 sarà molto più accidentato di quanto la performance attuale suggerirebbe e che avrebbe senso iniziare a ridurre un po’ la ciclicità dei portafogli.

Aggiungeremmo quindi alcuni settori penalizzati da inizio anno ed oggi con valutazioni convenienti, come utilities e telecomunicazioni che dovrebbero funzionare meglio in contesto di volatilità più elevata e in uno scenario di incertezza, riducendo quelli che sono attualmente più cari e prezzano uno scenario eccessivamente positivo.

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