Mercati: le crisi bancarie invertono il trend trimestrale ma le occasioni non mancano

Sebbene il 1° trimestre non sia ancora terminato, quest’anno gli investitori hanno già visto i mercati finanziari attraversare tre fasi ben distinte. Gennaio è iniziato con il “rally di tutto”, con tutte le principali asset class in rialzo, mentre il sentiment degli investitori si è spostato verso scenari di soft-landing. Poi, a febbraio, si è assistito a un’ampia inversione di tendenza, nel contesto di un ripensamento del consenso sui tassi di interesse nelle economie sviluppate. A marzo l’umore è cambiato ancora una volta, con l’emergere delle preoccupazioni per il sistema bancario in Europa e negli Stati Uniti.

In questo scenario, ecco di seguito la view di Paul O’Connor, Head of the UK-based Multi-Asset Team di Janus Henderson.

Mentre gli asset difensivi e gli asset più rischiosi sono saliti e scesi insieme a gennaio e febbraio, la dispersione delle performance è stata una delle caratteristiche principali dei mercati globali nelle ultime settimane. Per quanto riguarda l’azionario, i titoli finanziari in Europa, Giappone e Stati Uniti hanno subito perdite importanti nel mese di marzo, con forti cali anche nel settore petrolifero, minerario e in altri settori più ciclici. Tuttavia, i titoli difensivi e altri asset meno sensibili dal punto di vista economico si sono dimostrati particolarmente resistenti. Con i titoli di Stato, le obbligazioni investment grade, il debito dei mercati emergenti e l’oro che hanno registrato guadagni nel mese di marzo, i portafogli multi asset posizionati in modo più cauto hanno avuto l’opportunità di dimostrare il loro valore agli investitori, in un periodo in cui i titoli bancari hanno dato loro filo da torcere.

Ripensare ai tassi

Le crisi di alcune banche hanno avuto un impatto drammatico sulle aspettative dei tassi d’interesse, con gli investitori che hanno giustamente deciso che i segnali di fragilità che stanno emergendo nel settore finanziario potrebbero rendere le banche centrali più caute nell’aumentare i tassi d’interesse in futuro. Lunedì 13 marzo, il rendimento dei Tresuary USA a 2 anni è sceso più del lunedì nero del 1987, dell’11 settembre e di qualsiasi altro giorno della crisi finanziaria globale. Mercoledì 15 marzo, le aspettative del mercato sulla situazione dei tassi di interesse statunitensi nel quarto trimestre del 2023 erano scese di 185 punti base (1,85%) in una sola settimana. Questi movimenti sono stati ripresi, anche se in modo meno estremo, dalle altre principali economie sviluppate. Ora si prevede che le banche centrali dell’Eurozona, del Regno Unito e degli Stati Uniti siano a meno di 25-50 punti base (0,25%-0,5%) dai loro picchi di rialzo dei tassi, mentre la Federal Reserve dovrebbe tagliare i tassi di interesse nella seconda metà dell’anno.

Data l’entità dei movimenti osservati nei titoli finanziari, nei tassi d’interesse e nelle aree correlate, per il momento saremmo cauti nell’estrapolare la recente azione dei prezzi. Per quanto riguarda le banche, ci tranquillizza l’azione decisa dei policymaker nel fornire liquidità dove necessario. Inoltre, riteniamo che le crisi bancarie di alto profilo degli ultimi giorni riflettano più la debolezza dei modelli aziendali e un processo decisionale discutibile e isolato che non i problemi sistemici associati alla crisi dei subprime statunitensi e alla successiva crisi finanziaria dell’eurozona.

Elevato rischio idiosincratico

Tuttavia, se da un lato sembra sbagliato interpretare le recenti mosse delle banche statunitensi ed europee come i primi segnali di una grave crisi bancaria globale, dall’altro sarebbe probabilmente sbagliato considerarle come un caso isolato all’interno del più ampio sistema finanziario. Gli shock dei tassi d’interesse globali dell’ultimo anno circa stanno ancora agendo sull’economia globale e inevitabilmente causeranno ulteriori danni ai mercati bancari e del credito. Quindi, anche se non riteniamo che l’attuale contesto sia caratterizzato da uno stress insolitamente elevato per il sistema finanziario, si tratta comunque di un contesto con un elevato rischio ciclico e un elevato rischio idiosincratico. Dato che lo stress finanziario emerge solitamente in modo imprevedibile, gli investitori dovrebbero prepararsi ad altri shock e sorprese nei prossimi mesi.

Concordiamo con la visione che i tassi di interesse sono stati riprezzati negli ultimi giorni. L’emergere di segnali di stress nel sistema bancario è un fattore che cambia le carte in tavola per la politica monetaria. In termini generali, sembra lecito attendersi un inasprimento delle condizioni di prestito nel settore finanziario e un impatto negativo sulla fiducia e sull’attività delle imprese e dei consumatori. In un contesto di tale fragilità finanziaria, ci aspettiamo che le banche centrali diano sempre più priorità alla stabilità finanziaria accanto alla ricerca della stabilità dei prezzi. Ciò fa prevedere un’imminente pausa e forse anche un picco nei cicli dei tassi d’interesse in Europa e negli Stati Uniti, in quanto le banche centrali rispettano le incertezze derivanti dal deterioramento delle condizioni del credito e della liquidità nel settore finanziario.

Opportunità nella volatilità

Sebbene la volatilità dei mercati di questa settimana abbia creato alcune opportunità tattiche per gli operatori più rapidi, il significato strategico dei recenti sviluppi è comunque non positivo. Interpreteremmo le recenti tensioni nel sistema finanziario come una conferma del fatto che ci troviamo in un regime di mercato tipicamente turbolento di fine ciclo. Questa è la fase del ciclo economico in cui i rialzi dei tassi d’interesse iniziano a guadagnare trazione, rallentando la crescita e causando inevitabilmente “incidenti” finanziari. Raramente questo è il momento migliore del ciclo economico per l’assunzione di rischi finanziari. In questo contesto, gli investitori dovrebbero considerare le sfide e le opportunità della gestione della volatilità di mercato di fine ciclo.

Tuttavia, pur ritenendo che vi siano motivi per privilegiare le strategie di investimento difensive rispetto a quelle di ricerca del rischio, non vorremmo essere troppo ottimisti. In tutto lo spazio multi-asset, le valutazioni si trovano ora a livelli dai quali gli investitori hanno normalmente ottenuto interessanti rendimenti d’investimento a medio termine (anche se le performance passate non predicono i rendimenti futuri). Sebbene la volatilità del mercato continuerà a essere una fonte di frequenti disagi per gli investitori nei prossimi mesi, essa può anche essere fonte di grandi opportunità. Le forti oscillazioni dei prezzi di alcuni asset registrate finora nel 2023 hanno offerto molte opportunità di manovra tattica sul fronte dell’asset allocation. Inoltre, questa è la fase del ciclo economico in cui l’analisi fondamentale può dare i suoi frutti. Quando il rischio idiosincratico è elevato, gli investitori possono essere ben ricompensati per la loro capacità di distinguere tra vincitori e vinti in azioni, credito e asset alternativi.

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