Mercati, in attesa della Fed i Treasury sono preda della volatilità

“Il fuoco cova sotto la cenere, e segno inequivocabile ne è la volatilità che hanno registrato i titoli di Stato Usa in queste ultime giornate, passati da rendimenti tra il 4% ed il 5% qualche giorno fa a un pieno punto percentuale inferiore nel pieno della crisi, e quando tale volatilità si manifesta sul comparto più stabile del sistema finanziario non è mai una buona notizia“. A farlo notare è Michael Palatiello, ad e strategist di Wings Parnters Sim, che di seguito illustra nei particolari la propria visione sullo scenario attuale.

Al centro dell’attenzione inevitabilmente la riunione della Fed questa sera, accompagnata oltretutto dalla pubblicazione di stime aggiornate sulla futura
dinamica dei tassi la cui ultima revisione risale a dicembre; i mercati si attestano su una aspettativa pari a 25 punti base di rialzo dei tassi (quotata al momento a circa l’80%) ma il risultato di questa nodale riunione rimane quanto mai imperscrutabile.

Molti economisti hanno recentemente evidenziato come la crisi di liquidità emanata dalle recenti vicende sul settore bancario equivalga in pratica a un incremento dei tassi pari a 200 punti, il che se da un lato lavora al posto della politica della FED, dall’altro indicherebbe la necessità per la Banca Centrale di tagliare il costo del denaro piuttosto che incrementarlo. Resta tuttavia da
soppesare la reazione dei mercati ad una tale inedita virata espansiva, e di fatto il miglior esito che possiamo attenderci dalla riunione odierna sarebbe una salutare pausa nella politica restrittiva, perchè un eventuale quanto improbabile taglio non farebbe che alimentare il già elevato nervosismo dei mercati. La decisione della FED andrà oltretutto immancabilmente a condizionare quella delle altre banche centrali attese sul banco degli imputati questa settimana.

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