Obbligazioni: i nuovi collocamenti dopo lo scossone Credit Suisse

I mercati provano a mettersi dietro le spalle quanto successo in Svizzera con l’operazione Credit Suisse, che si protrarrà nelle aule dei tribunali per molto tempo, laddove i numerosi danneggiati dall’operazione cercheranno di fare valere i loro diritti lesi con l’azzeramento delle obbligazioni perpetual AT1 ed il mantenimento invece dell’azione, che verrà concambiata con azioni Ubs.

Nel frattempo la stessa banca, ha dovuto richiamare un “vecchio cavallo” Sergio Ermotti, che già rimise in piedi l’istituto dopo le burrascose vicende d’inizio secolo, culminate nella fusione Ubs/Sbc. Alla fine una seconda rivincita per il Canton Ticino, rispetto ai “professori della finanza” dei cantoni di lingue diverse, con Ermotti nuovamente nel ruolo di “uomo della provvidenza”, adatto per ritrovare una fiducia che è stata profondamente minata da quanto successo nelle ultime due settimane, con il mercato delle obbligazioni bancarie che è sotto stress in questa fase.

L’azzeramento dei bond AT1 di Credit Suisse senza che anche il capitale azionario sia stato azzerato ha fatto scattare l’allarme e gli investitori temono di rimetterci il capitale acquistando i titoli del debito emessi dalle banche. Quindi è da sottilinearre ancora il distinguo arrivato dalle autorità monetarie dell’UE e della Gran Bretagna, circa la considerazione di questi strumenti rispetto a quanto fatto in Svizzera.

Il mercato va avanti e dopo aver visto la parte governativa come bene rifugio con tassi che si erano contratti al ribasso, nelle ultime sedute i rendimenti si sono riallineati ai valori precedenti.

Spread sulla curva decennale contro Bund che rimane a quota 185 per il nostro benchmark Btp, ma rendimento che torna sopra il 4%, in compagnia di Grecia e Cipro. Folta l’area sopra il 3% che parte da Austria e Belgio per arrivare al 3,75% della Croazia. Tra il 2 ed il 3% la Finlandia, Francia, Irlanda, Olanda, mentre la media titoli EU è al 3%. Per la sterlina, rendimento decennale al 3,5% e per i Treasury Usa si passa al 3,56%. Sul dollaro la curva rimane invertita, con il tasso a due anni al 4,12% ed il 30y al 3,75%, segno che le previsione macroeconomiche non sono rosee e si prezza una possibile frenata dell’economia e la fine dei rialzi dei tassi.

Dopo due settimane di vuoto pressochè assoluto sono riprese un po’ di nuove emissioni, oltre che governative anche di corporate.

Le nuove emissioni governative sotto la lente

Il Tesoro italiano ha assegnato in asta Bot semestrali con scadenza 29 settembre 2023 (codice Isin IT0005541278) per cinque miliardi di euro contro richieste per 6,942 miliardi con un rendimento in crescita al 3,076% dal 3,05% dell’asta precedente. Si tratta del valore più alto da dicembre 2011.

Ottimo successo per la nuova tranche del Green Bond Next Generation EU. L’emissione tramite il quarto collocamento sindacato di quest’anno per l’Unione Europea per un controvalore di 6 miliardi di euro. Altissime le richieste per 73 miliardi, oltre dodici volte l’importo offerto. Scadenza 4 febbraio 2048 e cedola 2,625%, Isin EU000A3K4DM9, questo titolo è già negoziato sul mercato secondario sin dalla scorsa estate. E’ stato prezzato a 87,93 centesimi, corrispondenti a un rendimento lordo alla scadenza del 3,348%. L’esito del collocamento è risultato a premio di 68 punti base sul tasso midswap a 25 anni e di 98,8 punti rispetto al Bund di pari durata. Con questa emissione, l’Unione Europea ha emesso Green Bond per 42,5 miliardi. Ricordiamo che il suo obiettivo è di finanziare il programma Next Generation EU da 750 miliardi per il 30% con emissioni verdi. E degli 80 miliardi di capitali da raccogliere sul mercato nella prima metà dell’anno, 39,4 miliardi risultano già incassati, pari al 49% dell’obiettivo. Sempre di questi 80 miliardi, 70 afferiscono al Next Generation EU e dieci al Macro-Financial Assistance a favore dell’Ucraina.

The Flemish Community, ossia la regione delle Fiandre in Belgio, ha collocato un’obbligazione senior a dieci anni, scadenza 5 aprile 2033. Prime indicazioni di rendimento 45 punti base sopra il titolo di stato belga (OLO) corrispondente, abbassate prima a 43 punti per chiudere a 41 punti. Gli ordini raccolti hanno superato i 3.5 miliardi di euro, 1.25 miliardi l’ammontare emesso.  Nel dettaglio: cedola 3.25%, prezzo 99.195 e rendimento 3.346%.  Lotto minimo di 100mila euro con multipli di 100mila, rating AA e Isin BE0002934157.

Tra i paesi dell’UE la Polonia ha optato per una doppia emissione in dollari con taglio minimo retail da mille dollari con multipli di mille. Nello specifico si tratta di 2,5 miliardi con scadenza 2033 con cedola del 4,875%, Isin US731011AV42 emessi a 99,246. L’altro titolo ha scadenza nel 2053 con la stessa size da 2,5 miliardi e cedola del 5,5%, Isin US731011AW25 con prezzo d’emissione a 98,77 e performance sul grey market in area vicino a 101.

Sul fronte dei Paesi emergenti, una buona notizia arriva dalla Bolivia che ha pagato la cedola semestrale del bond in dollari in scadenza il 20 marzo 2028, Isin USP37878AC26.

Le nuove obbligazioni corporate sotto i riflettori

Tra i finanziari la RCI Banque che è il polmone finanziario del gruppo Renault, ha collocato un’obbligazione senior a quattro anni. Prime indicazioni di rendimento in area 170/175 punti base sopra il tasso midswap, poi abbassate a 155 punti base. L’obbligazione (Isin FR001400H2O3) offre una cedola annua lorda del 4.50%, prezzo 99.821e rendimento 4.55%. Ammontare 750 milioni di euro, scadenza 6 aprile 2027, taglio minimo mille euro con multipli di mille e rating BBB-. Ordini raccolti sull’emissione 1.3 miliardi di euro.

BNP Paribas ha collocato due nuove obbligazioni callable, di cui una denominata in euro e l’altra in dollari. Entrambe sono del tipo steepener. La prima in euro: scadenza 22 marzo 2027 e cedola fissa del 5% lordo per i primi due anni (Isin XS2479682614). In pratica, per ciascuno dei primi quattro semestri l’obbligazionista riceverà un tasso del 2,5% del capitale nominale acquistato. A partire dal quinto semestre fino alla scadenza, cioè per i successivi due anni, la cedola diventa variabile. Essa sarà pari al CMS in euro a 30 anni meno il CSM in euro a due anni. La seconda è stata emessa in dollari. Scadenza 22 marzo 2027 e cedola fissa dell’8% lordo per i primi due anni (XS2484633768). In questo caso, per ciascuno dei primi quattro semestri l’obbligazionista riceverà un tasso del 4%. A partire dal quinto semestre e fino alla scadenza, la cedola diventa variabile. Essa sarà pari al CMS in dollari a 30 anni meno il CSM in dollari a 2 anni. Entrambe le obbligazioni BNP Paribas prevedono date di rimborso anticipato del capitale al 100% del suo valore nominale: l’11 settembre 2025, 11 marzo 2026 e 10 settembre 2026.

Tra i corporate poi, Securitas Treasury Ireland, una delle principali società nel campo dei servizi alla sicurezza, ha incontrato gli investitori e si è detta pronta a collocare una nuova obbligazione senior in euro e  con scadenza quattro anni. Rating BBB-. Prime indicazioni di rendimento in area 150 punti base. Ordini raccolti pari a 1.8 miliardi di euro e spread finale fissato a 120 punti base. Scadenza dell’obbligazione fissata al 4 aprile 2027, ammontare 600 milioni di euro e Isin  XS2607381436. L’obbligazione paga una cedola annua fissa del 4.25%, prezzo 99.917 e rendimento 4.273%. Lotto minimo di 100mila euro con multipli di mille.

NRW BANK ha annunciato il collocamento di un social bond in euro, ammontare 1 miliardo di euro e scadenza a dieci anni. Rating atteso Aa1/AA/AAA.

Unicredit sembra intenzionata a richiamare il bond perpettuo AT1 collocato a maggio 2017 alla prima finestra utile che scatta il 3 giugno  prossimo. L’AT1 di Unicredit (Isin XS1619015719), emesso per un ammontare di 1.25 miliardi, pagava una cedola a tasso fisso per i primi sei anni pari al 6.625% all’anno pagata su base semestrale. Se non venisse esercitata la facoltà di rimborso aniticpato, la cedola verrebbe ridefinita a partire da giugno 2023 ad intervalli di cinque anni sulla base del tasso midswap di pari scadenza vigente al momneto aumentato di 638,7 punti base .

Esercita la call prevista a 100 per il 5 maggio su un perpetual la francese Total Energies, si tratta del titolo emesso nell’ottobre 2016, Isin XS1501167164 con cedola del 2,708%, senza ricorrere all’emissione di nuovi titoli. Entrambe queste operazioni sono una bella iniezione di fiducia nel mondo dei titoli “perpetual”, particolarmente colpiti nelle ultime settimane.

A cura di Carlo Aloisio, senior broker

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