Asset allocation, azionario: opportunità soprattutto in Europa e Asia

Per un attimo lungo una vita, a inizio marzo è sembrato che il mondo tornasse indietro al 2008. Al tempo, dopo il fallimento di Lehman Brothers, il mercato azionario cedette più del 60% del suo valore in sei mesi e si sono visti anche altri eventi che possono essere assimilabili a dei veri cataclismi per il mondo finanziario che nessuno che li ha vissuti potrà mai dimenticare.

Negli anni successivi, le banche centrali più importanti al mondo e i governi hanno imparato dagli errori, adottando contromisure drastiche che hanno fatto sì che lo shock di sistema non uscisse dai confini di Stati Uniti e Svizzera, ma che hanno portato vincoli più stringenti per la concessione di finanziamenti da parte delle banche, i quali, a loro volta, si sono tradotti in costi più elevati per le imprese che cercano un accesso al credito.

“Se questa tendenza fosse confermata anche nel lungo periodo, potremmo assistere a un freno per la crescita globale, generata da una pressione al ribasso sui tassi d’interesse. In particolare, questo secondo punto è un’ottima notizia per il mercato azionario, che può trarre maggiori guadagni futuri (scontati) se la controparte obbligazionaria restituisce rendite minori”. A farlo notare è Eric Turjeman, Co-CIO per i Mutual Fund di Ofi Invest AM, che di seguito illustra la propria view.

Tuttavia, non è corretto attribuire il recente rialzo dei mercati azionari solamente a una contrazione dei rendimenti dei bond. Infatti, con il primo trimestre da poco conclusosi e con il periodo della pubblicazione dei risultati annuali che inizierà tra circa 10 giorni, noi di Ofi Invest AM e anche altri analisti finanziari non vediamo ragioni per modificare le loro previsioni sui guadagni per il 2023 e anche per il 2024, almeno in Europa. Negli Stati Uniti, questa conclusione non è così solida, in quanto le imprese attive in questa nazione stanno soffrendo a causa di molteplici fattori, uno su tutti un dollaro molto forte, anche se recentemente si è leggermente indebolito.

Per quanto riguarda l’inflazione, pare che questa abbia raggiunto il suo picco, anche se resterà un problema con cui dover fare i conti anche nel prossimo futuro e capire come le imprese sono riuscite (o meno) a proteggere i loro margini di guadagno trasferendo i maggiori costi sulla loro clientela e, soprattutto, se e come potranno continuare a farlo anche in futuro, sarà fondamentale per determinare una strategia di investimento.

Il futuro è ancora incerto

Nel mese di gennaio avevamo abbassato le nostre valutazioni sul mercato azionario di una tacca, abbandonando la nostra posizione di neutralità. Il motivo era da ricercare nel rally frenetico che queste avevano vissuto e che, a nostro avviso, era stato troppo precipitoso. Ad oggi, dato che molti dei dubbi presentati sopra restano ancora impossibili da sciogliere, l’incertezza che aleggia sui mercati rimane molto alta, continuando a giustificare questa nostra visione leggermente negativa. Se la volatilità persisterà, ci saranno sicuramente occasioni future per correggere il tiro. Tuttavia, nonostante questa nostra conclusione generale, riteniamo che il settore equity presenti comunque delle buone opportunità di investimento.

Europa e Asia più attrattivi degli USA

Dal punto di vista geografico, la nostra posizione sul mercato azionario statunitense rimane prudente, anche a causa delle recenti valutazioni che sembrano ridurre molto la possibilità di sorprese inaspettate. Inoltre, raramente questo mercato ha presentato così tante incertezze su parametri chiave come la reale entità del rallentamento dell’economia, il livello a cui l’inflazione si arresterà o le previsioni sui margini delle società, che già oggi hanno raggiunto livelli record.

Per questo motivo, prediligiamo maggiormente i mercati europei e asiatici. Nello specifico, i primi hanno già vissuto un brusco calo dei prezzi dell’energia negli ultimi mesi e possono fare affidamento su una robusta domanda dei consumatori finali e in una riduzione dei costi intermedi; elementi che spingono al rialzo le stime per i guadagni futuri. Per quanto riguarda l’Asia, invece, la riapertura della Cina porterà alla crescita dei suoi partner commerciali, nazioni europee e Giappone in primis. Infine, bisogna considerare che le preoccupazioni riguardanti il settore bancario, insieme con la contrazione delle rendite obbligazionarie, si sono tradotte in una naturale spinta delle azioni.

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