La conferenza di Powell non si è distaccata troppo da questo canovaccio. Il Presidente Fed ha chiarito che a questo punto non c’è più un bias, ma la scelta tra ulteriori rialzi e la pausa dipende esclusivamente dai dati. E’ in corso una valutazione se la politica sia sufficientemente restrittiva da perseguire la stabilità dei prezzi. Detto questo, permane l’opinione che l’attuale scenario non richieda tagli dei tassi. Sulle banche powell ha dichiarato che è impossibile sapere di quanto le condizioni di credito si restringeranno in seguito alle note vicende, ma che la situazione sul settore è migliorata da inizio marzo (altra cosa che secondo me è impossibile dire con certezza). Ottimismo anche sull’economia, dove non prevede una recessione ma solo crescita modesta. Non esclude una lieve recessione.
Il mercato ha digerito compostamente le comunicazioni, ma terminata la conferenza, l’azionario USA non sembra trovare motivi per conservare il moderato ottimismo del prima e del durante. L’S&P 500 è passato in perdita, le banche hanno cancellato il rimbalzo. I rendimenti scendono più di prima, e la Fed Fund Strip sconta solo un 10% di probabilità di un rialzo a giugno, e quasi 3 tagli entro dicembre.
Il mercato non condivide quindi l’ottimismo di Powell al momento.
A cura di Giuseppe Sersale, Team Anthilia