Mercati, bond: i nuovi collocamenti della settimana sotto la lente

Mercati condizionati dal giorno festivo del primo maggio su quasi tutte le Borse mondiali e dalle riunioni delle banche centrali che hanno frenato la voglia di emettere nuovi titoli per il rischio dei trader a prendere posizioni nuove in mezzo a queste giornate.

Per quel che riguarda la Fed, anticipata il giorno prima dalla banca centrale Austrialiana con un rialzo inatteso di 0,25%, l’attesa riunione si è conclusa con il previsto aggiustamento al rialzo di 25 punti base, che porta il riferimento sui Fed Fund al 5-5,25%. La stretta monetaria,la decima consecutiva e il ciclo restrittivo più veloce da quarant’anni, le cui conseguenze sistemiche le abbiamo viste nelle ultime settimane, era ampiamente scontata a dispetto delle ultime vicissitudini tra i finanziari dopo il caso di First Republic Bank, salvata da JP Morgan. Una pausa nel ciclo delle strette avrebbe infatti mandato ai mercati un messaggio interpretabile come manifestazione di preoccupazione.

Nei suoi commenti successivi, il governatore Jerome Powell ha definito la politica Fed adeguatamente restrittiva, considerando che i tassi reali stanno intorno al 2%. Secondo il numero uno della Fed, dopo l’ultima mossa di politica monetaria gli Usa hanno una maggiore possibilità di evitare la recessione ed in caso questa si verificasse, dovrebbe essere leggera.

L’attenzione si sposta ora alle prossime riunioni, con gli analisti che vedono la banca centrale fermare il ciclo di irrigidimento a partire da giugno per poi cominciare ad allentare nella seconda parte dell’anno. A conferma di ciò i tassi Usa a breve sono al 3,85%, sul 10 y sono al 3,36% ed a 30 anni al 3,7%.

Nella settima della Bce è stato protagonista anche il dato sull’inflazione che non ha confermato le ultime tendenze di raffreddamento in alcuni paesi, tra cui il nostro, ed ha invece rialzato la testa, dando così spazio ai “falchi” del board.

Pubblicata martedi scorso, la stima Eurostat ha messo in evidenza una dinamica perfettamente in linea alle attese a livello di indice generale insieme ad un imprevisto ed incoraggiante rallentamento della voce ‘core’, e si tratta del primo rallentamento da gennaio dell’anno scorso.

Insieme all’indagine trimestrale Bce sulle condizioni del credito nel primo trimestre, i dati sull’inflazione di aprile hanno mosso l’ago della bilancia delle aspettative sui tassi, indicando una possibilità elevata di una stretta da un quarto di punto. Per molti analisti, è probabile che Francoforte segnali nel corso della riunione, nuovamente la necessità di altri rialzi, senza tuttavia tornare a un’esplicita ‘guidance’. L’accento dovrebbe restare sulla necessità di ricondurre l’inflazione al target in modo tempestivo, ma anche sul fatto che eventuali strette saranno accompagnate da un’ulteriore riduzione del bilancio e da future decisioni, forse già in giugno, sulla cessazione dei reinvestimenti. Nel mese di aprile, intanto, la Bce ha incrementato di 421 milioni il portafoglio dei titoli di Stato italiani nell’ambito dei reimpieghi del programma Qe.

Alle 14,15 di giovedi è arrivato puntuale il verdetto di politica monetaria da parte della Banca centrale europea, che dopo tutti i ragionamenti precedenti ha rialzato di 0,25 ed annunciato di prevedere cambiamenti sugli acquisti di titoli a partire dal prossimo mese di luglio, mentre il programma Pepp proseguirà anche nel 2024.
La reazione iniziale dei mercati è risultata tranquilla, considerando che quanto accaduto era già scontato da molti giorni.

Passando ai mercati, è arrivata la conferma dall’agenzia S&P sul rating per i titoli di Stato italiani a BBB con outlook stabile. L’agenzia di rating Fitch ha invece declassato di un gradino il debito pubblico francese da AA a AA-.

Le nuove emissioni governative sotto i riflettori

Pochissime le emissioni in questa settimana per i motivi precedenti che potevano generare poca liquidità negli scambi. Incrementi sui governativi in Francia, con tap sugli Oat lunghi, il 2039, 2054 e 2072 rispettivamente per 1,9 miliardi, 2,2 ed 1,5 sul 50 anni.

In Germania Federal State of Schleswig-Holstein ha collocato un bond senior da 650 milioni di euro sulla scadenza 10 maggio 2028. L’obbligazione (codice Isin (DE000SHFM881) paga una cedola annua lorda pari a 2.875%, prezzo 99.807, rendimento 2.917% equivalente a 8 punti base sotto il tasso midswap: Lotto minimo mille euiro con multipli di mille e rating AAA.

C’è stato un nuovo bond inflation-linked del Regno Unito. L’importo offerto è stato di 4,5 miliardi di sterline (circa 5,06 miliardi di euro) per la scadenza nel 2045, a fronte del quale sono giunti ordini record per 46 miliardi (51,69 miliardi di euro). Il 93% della domanda è arrivata da investitori domestici, a conferma della natura nazionale di questo genere di emissioni. Infatti, il bond offre agli investitori un rendimento dello 0,6543%, che va ad aggiungersi al tasso d’inflazione retail britannico. Il tema è particolarmente sentito a Londra, dove a marzo, l’inflazione è risultata del 10,1% su base annua. Il bond “inflation-linked” ha offerto un rendimento a premio di 3,75 punti base sulla scadenza del 2044 in circolazione sui mercati.

I nuovi bond corporate sotto la lente

Importante conferma da Unicredit che richiama il bond AT1 (Isin XS1619015719), con il prezzo che risale oltre i 99 centesimi, quando manca poco più di un mese al rimborso anticipato. Il titolo inquestione era stato emesso nel 2017 ed è un bond perpetuo, cioè non ha alcuna scadenza.  Per i primi sei anni, staccava cedola fissa del 6,625% all’anno. A partire dalla data di reset del 3 giugno 2023, ad ogni data di pagamento della cedola, il bond Unicredit potrà essere richiamato. Questo richiamo è un fattore importante di rassicurazione per il mercato, andato nel panico a marzo dopo che i bond AT1 di Credit Suisse furono azzerati a seguito del salvataggio dello stato elvetico.

Santander Consumer Finance  ha collocato un bond senior preferred a cinque anni, scadenza il 5 maggio 2028. Prime indicazioni di rendimento ina rea 130 punti base sopra il tasso midswap, abbassate a fine collocamento a 115 punti. Nel dettaglio: cedola 4.125%, prezzo 99.496,  rendimento 4.239%. Lotto  minimo 100mila euro con multipli di 100mila, rating A2 e Isin XS2618690981.

La banca finlandese Nordea, che gode di rating A/AA- ha emesso un miliardi di euro di un senior non preferred con cedola del 4,125% e scadenza nel 2028. Il prezzo di collocamento è stato a 99,703 con performance in area 100 nel grey market. Taglio minimo da 100mila euro con multipli di mille con Isin XS2618906585.

Il Messico è tornato a rifinanziarsi sui mercati internazionali con l’emissione di un nuovo bond in dollari per un controvalore di 2,94 miliardi. Il titolo è stato offerto in cambio di altre obbligazioni sovrane in valuta estera con scadenze comprese tra il 2041 e il 2052. L’operazione ha reso possibile la riduzione del debito estero di 368 milioni di dollari. Il nuovo bond è a 30 anni. Infatti, ha scadenza in data 4 maggio 2053 ed offre una cedola lorda fissa annua del 6,338% (IsinUS91087BAX82). Esso già risulta essere stato scambiato sul mercato secondario e la quotazione è salita a 102,33, segnando un aumento del 2,33% rispetto all’emissione alla pari. Rating del Messico BBB.

Successo per il primo bond in dollari di Cassa Depositi e Prestiti da un miliardo di dollari a 3 anni, con scadenza 5 maggio 2026. Le prime indicazioni di rendimento sono in area 215 punti base sul tasso del corrispondente Treasury. Ordini quasi quattro volte l’offerta per 3.8 miliardi di euro. L’emissione ha una cedola annua lorda pari al 5,750%. Il rating è pari a BBB. L’operazione costituisce il primo ingresso sul mercato obbligazionario statunitense di Cassa in linea con la strategia rivolta all’attrazione di capitali esteri e all’ampliamento della base di investitori.

Il gruppo Carraro sta studiando il lancio di un’emissione obbligazionaria superiore a 100 milioni di euro che servirà a sostenere la crescita.

A cura di Carlo Aloisio, senior broker

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