Mercati: ecco i perchè di un orizzonte a tinte fosche

In altri tempi e con altre situazioni, le evoluzioni registrate di recente sarebbero state sufficienti ad innescare un sostenuto rally dei listini: Powell sembra infatti confermare che a giugno una pausa sui tassi sia praticamente una certezza, segnalando al contempo che l’agognato picco dei tassi potrebbe essere oggi più vicino che mai, complice anche la recente turbolenza sul settore bancario.

Parole concilianti anche da Biden, che sostiene nel week-end che le relazioni con la Cina potrebbero a brevissimo migliorare in maniera sostanziale.

La componente principale rimane la tutt’ora irrisolta questione del tetto al debito americano, con i fondi del Tesoro che si potrebbero portare entro il 9 giugno sotto la soglia di sicurezza di 30 mld di dollari ed il Segretario al Tesoro Yellen che ha ammesso che le probabilità che gli USA possano fare fede agli impegni assunti a metà giugno sono “piuttosto basse”…

La depressione che traspira anche sul mercato delle materie prime, e più che altro alimentati da una cocente delusione su una ripartenza cinese che doveva essere folgorante e di contro stenta a manifestarsi; certo le previsioni di una crescita del PIL al 5% per il Dragone lasciano adito ad un maggior ottimismo per la seconda metà dell’anno, ma per il momento i segnali sono deboli, e il futuro, come anche ribadito sopra, quanto mai incerto. In questo scenario, il Bloomberg Commodity Index segna un ribasso del 9% da inizio anno e è ai minimi dal 2021. Un andamento principalmente ascrivibile al petrolio, in procinto di chiudere anche maggio in flessione archiviando così la peggior serie mensile a risalire almeno al 2017. La fase di debolezza riguiarda però anche il  rame, barometro indiscusso della salute dell’economia mondiale e indicatore della potenziale ripresa cinese.

A cura di Michael Palatiello, ad e strategist di Wings Partners Sim

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