Asset allocation, azionario: anche qualche elefante sa ballare

Nel 2002 l’ex ad di IBM, Louis Gerstner, scrisse un bestseller intitolato “Chi dice che gli elefanti non possono ballare?” in cui raccontava come aveva risollevato le sorti dell’azienda, un tempo beniamina di Wall Street.

Gerstner prese le redini di IBM nell’aprile del 1993. Tre anni prima l’azienda aveva realizzato utili record ma questi erano tempi in cui il settore dei computer stava cambiando rapidamente. Al momento in cui il nuovo ad assunse l’incarico, la società aveva appena perso 8 miliardi di dollari, la perdita più consistente mai registrata da un’azienda americana. IBM era un elefante barcollante pronto a crollare sul suo peso.

Louis Gerstner compì una vera e propria rivoluzione, che vide il prezzo dell’azione moltiplicarsi per dieci in appena sei anni.

Oggi IBM non è considerata un peso massimo del livello di Apple o Microsoft ma è pur sempre una società da 112 miliardi di sterline che dà lavoro a 300mila persone ed è all’avanguardia nel settore dell’intelligenza artificiale (IA).

“Oltre a dimostrare la fragilità della leadership di mercato, la storia di IBM dimostra che le società considerate moribonde possono essere risanate: gli elefanti possono ballare e un investitore accorto dovrebbe essere consapevole di ciò, specialmente in questo momento.

Società che adottano le nuove tecnologiche

Per più di un decennio il quantitative easing ha creato un mondo in cui i tassi di interesse estremamente bassi hanno favorito società high-tech, pronte a cambiare il mondo, che hanno privilegiato l’acquisizione di nuovi clienti rispetto ai profitti.

Queste azioni di crescita hanno dato ottimi risultati per molto tempo mentre il mercato spesso sottovalutava azioni di società profittevoli con un’ampia base di clienti. La promessa di una rapida crescita futura era più allettante dei frutti di una crescita passata.

L’inflazione e l’aumento dei tassi di interesse ha messo fine a questa fase. L’epoca dell’indebitamento a basso costo sembra aver esaurito la sua spinta e il mercato ha cominciato a rivalutare queste aziende più tradizionali che ancora sono in grado di competere con successo, grazie anche all’adozione di nuove tecnologie. Queste società sono state trascurate per troppo tempo, anche se macinano profitti, crescono e danno prova di resilienza e adattabilità in un mondo in rapido cambiamento.

I miei colleghi detengono azioni in un notevole numero di società che si sono reinventate con successo. Di seguiti riportiamo alcuni esempi di aziende con una storia che risale al XIX secolo ma che hanno un approccio decisamente moderno.

Smiths Group

Fondata nel 1851, Smiths produceva orologi di precisione per l’Ammiragliato a Londra. Edmund Hillary portava uno dei suoi orologi quando scalò l’Everest per la prima volta nel 1953. Oggi la società è un’impresa multinazionale operante nel settore dell’ingegneria che produce sensori, comprese molte delle attrezzature per il rilevamento di sostanze pericolose nei bagagli utilizzate negli aeroporti di tutto il mondo.

Relx

Relx è la società risultante dalla fusione fra la britannica Reed International, casa editrice di riviste e libri di settore fondata nel 1894, e l’olandese Elsevier, casa editrice di pubblicazioni scientifiche fondata nel 1880. Le due società si sono aggregate nel 1993. Oggi RELX è una delle principali aziende nel settore di informazione digitale e analytics che opera in più di 180 paesi e conta fra i suoi clienti governi, università, società di assicurazioni e studi legali.

Schneider

Schneider ha iniziato la sua attività in una fonderia a Le Creusot, in Francia, nel 1836, specializzandosi inizialmente nella produzione di acciaio, macchinari pesanti e mezzi di trasporto. Oggi il suo core business è la gestione dell’energia, con una parte del business – pari a circa il 23% – dedicata all’automazione industriale. L’azienda sembra ben posizionata per trarre beneficio dagli investimenti nella transizione verso un mondo più elettrico.

Siemens

Le radici di Siemens affondano in Germania, dove nel 1847 si specializzò nella produzione di telegrafi elettrici “hi-tech”. Nel 21° secolo si è ampliata nei settori più disparati e si è persa un po’ per strada. Nell’ultimo decennio però, grazie ad un nuovo management, la società ha investito molto nel settore energetico, rilevando anche l’azienda spagnola di produzione di turbine eoliche Gamesa. Oggi l’azienda è leader mondiale nell’ammodernamento di reti elettriche, nelle turbine eoliche e nell’automazione di fabbrica. È vero, produce ancora treni, che è un’attività ciclica e a basso margine, ma il baricentro dell’azienda è stato spostato con successo nel corso di dieci anni e questo si riflette sempre più nel prezzo dell’azione.

Prysmian

Pirelli Cavi e Sistemi è un’altra azienda che deve le sue origini al boom dell’industria telegrafica del XIX secolo – l’Internet di quel periodo. Fondata nel 1880, produceva cavi telegrafici sottomarini in Italia. Oggi, conosciuta come Prysmian e operante in 50 Paesi, produce cavi in fibra ottica per il settore delle telecomunicazioni e cavi elettrici ad alta tensione. I suoi cavi collegano l’energia eolica e solare alle fonti di domanda. Come Siemens, l’azienda svolge un ruolo fondamentale nella transizione verso un mondo a basse emissioni di carbonio.

Vecchie ma innovative

Si tratta di aziende innovative che generano forti flussi di cassa e dividendi sostenibili. La tecnologia è ormai parte integrante dell’attività di ogni azienda e molte delle nostre società quotate più vecchie sono anche le più tecnologicamente avanzate nelle loro aree di nicchia.

Queste aziende potrebbero essere fuori moda, ma gli investitori potrebbero apprezzare la loro crescita costante e, in particolare, i dividendi che sono in grado di offrire.

Molti dei miei colleghi sono entusiasti degli elefanti ballerini. Ogni investitore ne può trovare uno per il proprio portafoglio.

A cura di Paras Anand, Cio di Artemis Investment Management

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