Mercati, criptovalute: i cicli del Bitcoin

Si sente spesso dire che esistono 21 milioni di Bitcoin e in questo articolo cercheremo di approfondire meglio come si arriva a questo fatidico numero.

Prima di Bitcoin qualsiasi file digitale, pensiamo una canzone MP3 o una immagine JPG, poteva essere copiato illimitatamente da chiunque ne entrava in possesso, mentre con Bitcoin viene per la prima volta introdotto in ambito digitale il concetto di scarsità ed è proprio questa scarsità intrinseca che conferisce valore a Bitcoin. In economia infatti, il prezzo di un bene dipende dalla sua scarsità e non dalla sua effettiva utilità. L’ossigeno, per esempio, è molto prezioso per gli esseri umani, ma sulla superficie terrestre è gratuito perché abbondante, mentre un quadro di Picasso, essendocene pochi e molte persone desidererebbero averno uno in casa, vale milioni di euro, seppure non ha alcuna utilità per la sopravvivenza dell’uomo.

Il Bitcoin viceversa unisce una specifica utilità, ovvero la possibilità di transare del valore P2P, senza intermediari in maniera sicura ed inviolabile, che insieme alla scarsità ne amplifica l’interesse e di conseguenza il valore.

Ma quindi, da dove arriva il numero di 21 milioni?

Satoshi Nakamoto, il pseudonimo dietro al fondatore o ai fondatori del Bitcoin, ha stabilito una politica di emissione di nuovi Bitcoin, ovvero la remunerazione prevista per chi mantiene in vita il network del Bitcoin e la blockchain, di tipo deflazionario.

L’emissione di Bitcoin e stata inizialmente definita in 50 bitcoin ogni 10 minuti (il tempo intercorrente tra un blocco di transazioni ed il successivo).

La curva di emissione di nuovi bitcoin e’ prevista calare nel tempo, in modo da generare una scarsità sempre maggiore e quindi una spinta del prezzo verso l’alto.

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Fig. 1 – Emissione cumulativa di Bitcoin e riduzione nel tempo della remunerazione

Quindi il protocollo bitcoin è stato disegnato per dimezzare la remunerazione ai “miners” (coloro che convalidano le transazioni e scrivono i nuovi blocchi nel registro blockchain), ogni 210.000 nuovi blocchi; di conseguenza ogni 4 anni circa si ha un dimezzamento di tale ricompensa in bitcoin, confidando che il valore convertito in dollari della stessa sia compensato dall’apprezzamento del valore del bitcoin dovuto allo squilibrio tra domanda ed offerta.

Questo dimezzamento si chiama “Halving” e in questi primi anni di vita del bitcoin e’ gia’ avvenuto tre volte come riportato nel grafico sotto, passando da 50 bitcoin a blocco a 25, poi a 12,5 ed oggi 6,25.

Essendoci un blocco in media ogni 10 minuti e di conseguenza 144 blocchi al giorno, significa che oggi vengono emessi nel sistema 900 bitcoin al giorno contro i 1800 che erano distribuiti fino al 11 maggio 2020, data dell’ultimo halving.

Ad oggi sono già stati minati circa 19 milioni di Bitcoin e altri 2 milioni saranno minati fino all’anno 2140 circa. All’attuale ritmo di espansione della base monetaria, il tasso di inflazione di Bitcoin è 1,8%, già inferiore al tasso di inflazione target delle Banche Centrali, e tenderà asintoticamente a zero, rendendolo più attraente da detenere, in termini di mantenimento di potere d’acquisto, rispetto alle valute tradizionali.

Se quanto descritto sopra e’ vero, si puo’ ipotizzare che l’andamento del bitcoin sia fortemente influenzato da questo fenomeno di dimezzamento dei nuovi Bitcoin emessi e altresi’ che il prezzo del bitcoin subisca una forte pressione verso l’alto nel periodo successivo a tale fenomeno.

Proviamo a vedere insieme con il grafico seguente se ciò corrisponde al vero.

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Fig. 2 – I Cicli del Bitcoin e come si sono succeduti gli Halving finora

Analizzando questo grafico si evince che storicamente si sono succedute tre fasi che contraddistinguono il ciclo del Bitcoin, partendo nel periodo subito dopo l’halving (fascia piu’ scura) dove si vede che la pressione sul prezzo e’ sempre stata molto forte, arrivando a valori non ragionevoli di picco dettati dal FOMO (Fear of Missing Out) ovvero dal fenomeno degli investitori che si fanno attrarre dai rendimenti stellari ed investono quando il prezzo ormai e’ cresciuto troppo, per poi essere seguita da una fase che i tecnici chiamano “crypto winter” ovvero inverno delle crypto, dove l’entusiasmo viene congelato da una drastica riduzione del prezzo.

Infine, ricomincia una fase cosiddetta di pre halving, in cui potremmo trovarci ora in previsione di quello del 2024, dove i piu’ smaliziati incominciano ad accumulare bitcoin.

Sulla parte bassa del grafico, sono evidenziati i giorni che intercorrono tra il minimo del prezzo e l’halving e da questo avvento al massimo relativo successivo; e’ semplicemente straordinario e sorprendente quanto siano stati regolari i cicli del Bitcoin.

Ovviamente questo non significa che ci sia alcuna garanzia che questo si ripetera’ in futuro, pero’ sarebbe semplicemente ingenuo, dopo aver fatto questa analisi non tenerne conto per delle decisioni di investimento consapevoli.

A cura di Daniele Bernardi, ad di Diaman Partners

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