Relazione Bankitalia 2022, giudizio positivo sull’Italia

“Nell’affrontare le conseguenze della guerra in Ucraina, così come nell’uscita dalla pandemia, l’economia italiana ha mostrato una confortante capacità di reazione. I processi di ristrutturazione aziendale degli ultimi dieci anni, ancorché incompleti e differenziati tra settori e territori, hanno reso più solido il tessuto produttivo. L’accelerazione dell’accumulazione di capitale, il miglioramento della produttività dopo un lungo periodo di ristagno, il recupero della competitività internazionale sono segnali incoraggianti che vanno rafforzati, superando quei ritardi e quelle debolezze di fondo che ancora impediscono alla nostra economia di dispiegare appieno le proprie potenzialità”. Queste sono le parole che si leggono nelle righe introduttive delle Considerazioni finali del Governatore, Ignazio Visco, alla Relazione annuale della Banca d’Italia sul 2022.

Un anno di certo non facile, dominato dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, che ha condizionato pesantemente crescita, inflazione e scambi commerciali mondiali. Le tensioni tra Paesi hanno toccato livelli che non si raggiungevano dalla Guerra fredda; i prezzi dell’energia hanno subito straordinari rialzi, contribuendo a un netto e diffuso aumento dell’inflazione, cui ha corrisposto un rapido irrigidimento delle politiche monetarie in quasi tutte le maggiori economie avanzate; la crescita globale è rallentata in uno scenario di forte incertezza economica e politica.

Nel 2022 l’economia italiana ha registrato un incremento del 3,7 per cento, ben superiore alle attese, con il mercato del lavoro che ha riassorbito il forte calo dell’occupazione. Nel primo trimestre di quest’anno la crescita dell’economia ha di nuovo superato le attese. Per il 2023 le previsioni oggi disponibili convergono su un aumento del prodotto intorno all’uno per cento. La rinnovata vitalità del sistema economico si è manifestata nella robusta espansione delle esportazioni e nella forte ripresa dell’accumulazione di capitale.

Il settore finanziario ha sofferto maggiormente la situazione internazionale. Nel 2022 le condizioni dei mercati finanziari italiani sono nel complesso peggiorate a causa delle persistenti pressioni inflazionistiche, dell’orientamento della politica monetaria più restrittivo delle attese e del rallentamento del quadro congiunturale nella seconda metà dell’anno. Ha inoltre pesato la maggiore avversione al rischio degli investitori connessa principalmente con l’incertezza geopolitica globale.

I rendimenti dei titoli di Stato italiani sono saliti significativamente, mentre i differenziali con i corrispondenti titoli decennali tedeschi sono aumentati in misura più contenuta. Questi incrementi sono stati accompagnati da un peggioramento delle condizioni di liquidità del mercato. Gli spread delle obbligazioni private sono rimasti su livelli in media più elevati rispetto all’anno precedente, frenando il ricorso al mercato da parte delle imprese e delle banche. Le quotazioni azionarie sono scese, risentendo del deterioramento delle prospettive di crescita globale e del progressivo rialzo dei tassi di interesse.

Per una consultazione completa della Relazione annuale e delle Considerazioni finali si rimanda al sito web della Banca d’Italia.

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