Criptovalute, Sec vs Binance e Coinbase: ecco cosa potrebbe accadere

Il mercato delle criptovalute è attualmente scosso da una forte ondata di vendite dovuta alla nuova causa legale che la Sec ha intentato contro Binance e più recentemente anche contro Coinbase, la più grande piattaforma al mondo per il trading di criptovalute.

Nello specifico, Binance è attualmente soggetta a 13 capi d’imputazione, ma il più grave di questi è sicuramente l’accusa di operare come piattaforma di scambio di security non registrate.

In questo scenario, ecco di seguito la view del Research Team di 21Shares.

Quello che può sembrare un contenzioso risolvibile solamente dagli avvocati, in realtà ha implicazioni profonde sul mercato degli asset digitali poiché la SEC, attraverso le sue azioni, starebbe promuovendo l’idea secondo cui token BNB, BUSD, SOL, ADA e Matic non sono future ai sensi della legge degli Stati Uniti, creando un forte rischio normativo che potrebbe spingere altre piattaforme a optare per il delisting.

A questo bisogna poi aggiungere ulteriori recriminazioni rivolte contro un’apparente cattiva gestione della società, che non avrebbe attuato le misure di controllo sul trading annunciate, non vigilando su possibili attività di riciclaggio di denaro, self dealing e altri illeciti.

Infine, la società di Champeng Zhao è accusata di essere parte di uno schema di “scatole cinesi”, attraverso il quale i fondi degli utenti sarebbero stati usati per acquistare uno yacht, mascherando l’operazione come un massiccio investimento in BUSD. Come era prevedibile, l’amministrazione della società ha prontamente smentito e ha criticato la SEC per non aver fatto nessun tentativo di cooperazione nel trovare una soluzione comune al vuoto normativo che si è creato nella classificazione degli asset digitali negli USA. Stabilire quale delle parti è nel giusto spetterà a un tribunale, ma ciò che è sicuro è che questa disputa ha generato un’ondata di vendite su Binance che ha abbondantemente superato il miliardo di dollari.

Dopo aver descritto sommariamente il contenzioso tra SEC e Binance, quello che probabilmente ogni investitore nelle classi di attività digitali si sta chiedendo è cosa dovrebbe aspettarsi nel breve e nel medio termine. Sebbene nessuno possieda la sfera di cristallo, 21Shares ritiene che ci saranno comunque delle reazioni da parte del mercato che i vari player dovrebbero prepararsi ad affrontare.

La prima di queste è sicuramente la possibilità che le piattaforme decentralizzate “non-custodial”, ovvero quelle che eseguono operazioni di trading senza gestire direttamente le finanze dell’utente, potrebbero effettuare il delisting di alcuni asset selezionati, in modo da non sobbarcarsi il rischio normativo e rimanere in linea con la normativa vigente. Il primo a farne le spese potrebbe essere Uniswap. Tuttavia, è bene chiarire che il delisting non comporta che l’investitore non può più esporsi a un asset digitale, che rimane accessibile grazie al suo smart contract immutabile e incensurabile, ma solo che il trading su un determinato exchange non sarà più possibile.

Un secondo elemento a cui prestare particolare attenzione è la liquidità. Riteniamo che gli utenti e i provider, alla luce di quanto visto sopra, potrebbero decidere di trasferire il loro capitale su quelle piattaforme decentralizzate che svolgono anche funzioni di custodi. Questa migrazione dalle istituzioni centralizzate in realtà è già in corso ed è iniziata lo scorso novembre a seguito della bancarotta di FTX, ma gli eventi attualmente in corso potrebbero ulteriormente accelerarla.

Infine, bisogna considerare che Binance ha dei contenziosi legali aperti anche con CFTC e con il Dipartimento di Giustizia statunitense, segno evidente di un vuoto normativo sugli asset digitali nel Paese. Questo potrebbe spingere numerosi market maker a ridurre progressivamente le loro operazioni negli USA, fino a che non si avrà una legislazione chiara; un’operazione che due player di primo piano come Jane Street e Jumbo Crypto hanno già avviato.

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