Ora il “mood” di molti analisti inizia a essere meno convinto sui prossimi rialzi, ritenendo che per i nostri titoli, così come per la carta “core”, i rendimenti dovrebbero stabilizzarsi sugli attuali livelli, in vista dei cruciali annunci di politica monetaria della Fed e Bce previsti rispettivamente per il 26 e 27 luglio.
Il mercato ritiene scontato in quell’occasione un nuovo aumento da parte di entrambi gli istituti di 25 punti base, ma regna ancora grande incertezza su ciò che succederà dopo l’estate, sebbene la sensazione sia di un picco dell’inasprimento ormai vicino, stante il rallentamento dei prezzi e mentre si ragiona su modi e termini di una possibile recessione.
Nel secondo trimestre dell’anno gli investitori globali hanno riversato una quantità record di denaro nei fondi obbligazionari sovrani europei, attirati dagli alti rendimenti e dalla prospettiva di tagli dei tassi d’interesse da parte di Francoforte il prossimo anno. Le ultime giornate hanno registrato un netto calo dei rendimenti, scesi sui minimi da fine giugno, con gli investitori che vedono più vicina la fine del ciclo restrittivo, stanti gli ultimi dati e le recenti dichiarazioni arrivate da esponenti Bce. Tra questi, l’olandese Klaas Knot, considerato tra i falchi del board Bce, che usando toni insolitamente cauti ha riconosciuto in settimana che la banca centrale valuterà con attenzione i segnali di raffreddamento dell’inflazione nei prossimi mesi, per evitare di andare troppo lontano con i rialzi dei tassi. Lo stesso ha definito “una necessità” una stretta da 25 punti al prossimo meeting in agenda il 27 luglio, rimarcando la totale incertezza quanto a quello che succederà dopo. Sulla stessa linea il governatore di BankItalia, Ignazio Visco, secondo cui l’inflazione nella zona euro potrebbe scendere più rapidamente del previsto, e bisognerà essere cauti per evitare il rischio di recessione. In ultimo è arrivato il commento della “colomba” Yannis Stournaras, banchiere centrale greco e consigliere Bce, secondo cui la stretta monetaria da un quarto di punto prevista al meeting del 27 luglio sarà sufficiente. Un ulteriore rialzo dei tassi potrebbe invece danneggiare l’economia della zona euro.
Sul fronte Fed, la maggior parte degli economisti si aspetta che l’atteso rialzo da 25 punti base al meeting della prossima settimana sia l’ultimo dell’attuale ciclo restrittivo. Un’economia resiliente e un tasso di disoccupazione storicamente basso, a più di un anno dall’inizio di una delle campagne di irrigidimento più aggressive della storia della banca centrale statunitense, hanno ripetutamente confuso analisti ed investitori. L’inflazione è in calo, con l’indice dei prezzi al consumo che è sceso al 3,0% a giugno dal 4,0% di maggio. Ciò ha indotto molti osservatori a concludere che le pressioni sui prezzi potrebbero essere presto domate, spingendo alcuni a rinnovare le scommesse su un taglio dei tassi già entro la fine del 2023. Si continua a discutere se sia necessario aumentare ancora i saggi per garantire il proseguimento della “disinflazione” o se un ulteriore incremento possa causare inutili danni all’economia.
In termini di mercato, i rendimenti dell’Eurozona sono scesi, con il Btp decennale ancora miglior rendimento di poco sopra il 4%, mentre Cipro e Grecia sono allineate al 3,8% e le altre via, via a scendere fino al 2,45% della Germania, segnando cosi uno spread contro il nostro benchmark decennale a quota 164 circa. Per la media delle emissioni targate EU a dieci anni il rendimento è al 3,1%. Resta sempre alto il rendimento della sterlina al 4,2% mentre per i Treasury americani siamo al 3,78% sul decennale e il Treasury a due anni che prezza al 4,8%.
Obbligazioni: le nuove emissioni governative sotto la lente
Sul fronte emissioni governative, in assenza delle nostre aste, sono stati gli altri paesi europei ad uscire, tra questi molto attive la Francia e la Spagna. Per la prima incrementi di oltre sei miliardi sull’Oat 2,5% 26; 2,48 miliardi e 3,34 miliardi sulle scadenze 2028 e 2029. Più ampia la copertura della curva da parte della Spagna, con importi di poco superiori al miliardo e mezzo per scadenza su Spgb 2,8% 2026, 1,4% 2028. 3,9% 2039 ed 1% 2050. Piccolo incremento anche dalla Grecia per 250 milioni sul Ggb 3,875% con scadenza giugno 2028.
L’incertezza tassi e l’avvicinarsi delle riunioni delle banche centrali, unite alla fase estiva fisiologica di minori volumi, ha frenato un po’ gli emittenti e rispetto ad alcune settimane fa, la corsa ad emettere è rallentata.
I nuovi bond corporate sotto i riflettori
In ogni caso qualche cosa interessante c’è sempre, tra queste la nuova emissione obbligazionaria per Terna con il lancio di un green bond di 650 milioni di euro. Il collocamento è avvenuto con successo, gli ordini degli investitori sono stati circa il quadruplo dell’importo offerto. Buone le condizioni prospettate agli obbligazionisti. Fissata una cedola annua lorda del 3,875% con un prezzo di emissione di 99,107. Pertanto, il rendimento iniziale alla scadenza risulta essere intorno al 4%, vale a dire a premio di 90 punti base midswap La data di regolamento è stata fissata per il prossimo 24 luglio e la scadenza si avrà in data 24 luglio 2033. Rating BBB+, lotto minimo 100mila euro conmultipli di mille e Isin XS2655852726.
Leasys, una delle maggiori società specializzate in leasing e noleggio operanti in Europa, partecipata pariteticamente da Stellantis e Crédit Agricole Consumer Finance, ha collocato una nuova obbligazione con scadenza a tre anni. Prime indicazioni in area 130 punti base sopra il tasso midswap, in chiusura abbassate a 105 punti base. Ordini raccolti 2.1 miliardi di euro, 750 milioni l’ammontare emesso. L’obbligazione paga una cedola annua lorda del 4.50%, prezzo 99.953 e rendimento 4.517%. Lotto minimo 100mila euro con multipli di mille, rating A- e Isin XS2656537664.
La sede americana della Honda con rating A-, ha emesso 750 milioni di euro con scadenza nel 2027 e cedola del 3,75%. Taglio minimo da 100mila euro con multipli di mille e prezzo d’emissione a 99,528 che si è sostanzialmente mantenuto anche in grey market. Isin XS2657613720.
Covered bond, quindi con le migliori garanzie ipotecarie, per Societe Generale: si tratta di due tranche, la prima con scadenza 31 luglio 2026 e ammontare 1.25 miliardi di euro, la seconda con scadenza 31 luglio 2030 e ammontare 1.25 miliardi. La tranche delle obbligazioni Societe Generale a tre anni (Isin FR001400JHR9) stacca cedola annua lorda del 3,625% e il suo prezzo di emissione è stato di 99.916. Il rendimento risulta essere così di otto punti base sopra il tasso midswap, giù dai 13 della guidance iniziale. La tranche a sette anni (FR001400JHS7) stacca cedola annua lorda del 3,375% e il suo prezzo di emissione è stato di 99,736, per un rendimento a +29 punti base sul tasso midswap, un calo di cinque punti rispetto alle indicazioni iniziali. Buoni gli ordini raccolti nel collocamento: 2.75 miliardi sulla tranche a tre anni e 2.35 miliardi sulla tranche a sette anni. Rating AAA e lotto minimo di 100mila euro con multipli di 100mila.
Sul dollaro interesse per l’emissione della Masdar, la compagnia elettrica di Abu Dhabi, con rating A2 che è uscita con 750 milioni a scadenza 2033 e cedola del 4,875%. Taglio minimo da 200mila euro con multipli di mille con prezzo d’emissione a 99,50 che si è sostanzialmente mantenuto anche nel grey market.
Con taglio retail da mille dollari con multipli di mille è uscita la banca americana Wells Fargo, con un doppio deal da 4,25 miliardi ciascuno. Il più breve ha scadenza nel 2029 con cedola del 5,574% e Isin US95000U3E14 con prezzo d’emissione a 100 e buona performance verso 100,5 nel grey market. Per la scadenza 2034 la cedola è stata fissata al 5,557%, prezzata a 100 e in linea con l’altra, salita di mezzo punto sul grey market; Isin US95000U3F88.
A cura di Carlo Aloisio, senior bond broker