E un rallentamento prolungato della crescita o una recessione potrebbero adirittura far salire il tasso di default al 5,5% nello scenario pessimistico di S&P. Ciò potrebbe verificarsi se l’inflazione core dovesse rimanere elevata e le banche centrali fossero costrette ad aumentare i tassi ancora più a lungo.
Nonostante S&P ritenga che le probabilità di una recessione siano più basse, il rischio principale è rappresentato dalla capacità delle imprese di servire il debito in uno scenario di flussi di cassa già in calo. Sebbene molte aziende abbiano ancora la possibilità di ricorrere a saldi di cassa elevati o di liberare liquidità attraverso tagli alle assunzioni o alle spese in conto capitale, riacquisti di azioni o dividendi, queste opzioni sono infatti generalmente meno disponibili per la maggior parte degli emittenti con rating inferiore.
“Molti degli emittenti più deboli provengono da settori legati al consumo, come i beni di consumo, i media e l’intrattenimento, e si basano su una spesa di consumo resiliente. È probabile che questi settori contribuiscano maggiormente alle future insolvenz”, precisano poi da S&P.