Entrambi hanno cercato di spiegare il progetto per ridare fiducia ai mercati, ma senza entrare eccessivamente nel dettaglio. Hanno affermato che il Tesoro avrebbe bisogno del tempo necessario per sperimentare diverse tipologie di interventi per ristabilire un prezzo trasparente relativo ai titoli che sono crollati, in modo da convincere investitori privati con capitali privati a fornire liquidità ai mercati stessi.
Sia il segretario al Tesoro che il presidente della Fed hanno espresso serie preoccupazioni sulle conseguenze economiche che un eventuale ritardo nell’accettazione della proposta potrebbe comportare a livello globale.
I politici hanno espresso dal canto loro molte perplessita’, proponendo emendamenti, ritenendo che il piano del Tesoro non garantisca sufficienti controlli e non elimini alla base le disfunzioni, ma la sensazione e’ che il voto per approvare il disegno di legge di emergenza dovrebbe essere approvato entro venerdi’. “La non approvazione del piano avrebbe costi economici, finanziari e politici enormi e certamente molto maggiori rispetto a quelli impliciti in un’approvazione del bail-out da $700 miliardi”, ha detto Paulson. “Nonostante gli sforzi della Federal Reserve, del Tesoro e delle altre istituzioni, i mercati finanziari internazionali restano in una tensione straordinaria” ha affermato lo stesso Bernanke. “Se le condizioni finanziarie non miglioreranno, le implicazioni per l’economia potrebbero essere molto avverse”.
Il quadro quindi appare ancora preoccupante, in queste ore diverse tesi su cosa potrà succedere si affacciano sul mercato: alcuni analisti affermano che il fatto di utilizzare le riserve valutarie del fondo di Accantonamento del Tesoro creato dopo la crisi del 29, sia il segnale che la Fed e il Tesoro abbiano deciso di abbandonare il dollaro al suo destino in quanto nel caso di pressione sulla valuta, mancheranno le riserve necessarie per far fronte ad un intervento congiunto.
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Altri riportano con estrema enfasi le parole di Greenspan, che più che l’Ex Governatore della Banca più importante del mondo, sembra un avvoltoio che gira sopra la testa di Paulson e Bernanke, come se lui, in tutta questa storia dei Subprime e dei fallimenti non c’entrasse nulla. Greenspan ha affermato che i tassi americani schizzeranno ben sopra il 10% nel giro di qualche anno per combattere l’inflazione.
Questo sarebbe congruente con un dollaro in declino, prima causa di una inflazione in accelerazione nei mesi scorsi. Di fronte a tutta questa serie di commenti, analisi, ognuno diverso dagli altri, si deve cercare di evitare di farsi influenzare da questo o quello e ci si deve limitare ad analizzare il quadro tecnico che come sempre può fornire risposte adeguate.
Il grafico di breve di Eurusd mostra il canale rialzista e soprattutto il movimento di recupero della moneta unica dai minimi di 1.3880 fino ai livelli attuali di 1.4670. IL recupero è stato rapido ma anche intervallato da movimenti di discesa importanti, correttivi.
Gli obiettivi a questo punto restano quelli dichiarati negli ultimi giorni per chiudere la figura data dalla S3 rialzista su base giornaliera, in area 1.5000, mentre le correzioni al ribasso non dovrebbero andare oltre l’area 1.4500, 1.4450.
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Anche il Cable ha un quadro tecnico analogo con supporti in area 1.8420 e 1.8300 mentre le resistenze e gli obiettivi sono in area 1.9000.
Tornando agli aspetti macro segnaliamo la pubblicazione del Pmi Europeo, che segnala recessione in arrivo nel vecchio continente, e domani c’è l’Ifo. Nel frattempo Trichet continua a reiterare la necessità di mantenere la stabilità dei prezzi, lo sapevamo ma lo sa anche il mercato che in questa fase però è concentrato su ben altri problemi. La moneta unica quindi non sembra risentire di questi dati, per lo meno nel breve.
Dalla Nuova Zelanda attendiamo per fine settimana i dati sul Pil che dovrebbe essere in contrazione, così da rendere difficile il recupero del dollaro neozelandese nei confronti del dollaro Australiano e di quello americano.
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