L’evoluzione digitale, ormai, ha raggiunto e innovato quasi tutti gli ambiti della nostra vita. Parola d’ordine per tutti, più che mai, è stare al passo con i tempi e non farsi trovare impreparati.
Anche il mondo bancario e finanziario hanno dovuto apportare cambiamenti e novità, per intercettare nuovi profili e inserirsi in un mercato in continua evoluzione. Sono numerosi, infatti, gli istituti che oltre al marchio storico hanno aggiunto anche un cosiddetto “alter ego digitale”: l’ha fatto Intesa Sanpaolo con IsyBank, UniCredit con il rilancio di Buddy Bank e la creazione di R-Evolution Buddy e Monte dei Paschi di Siena con Widiba. La grande differenza, rispetto a quanto si poteva inizialmente pensare, è che in nessuno dei tre casi si tratta di piattaforme digitali, ma di vere e proprie entità autonome controllate dalla casa madre.
Una trasformazione digitale necessaria anche visti i cambiamenti generazionali, con sempre meno persone propense a recarsi agli sportelli bancari e molto più avvezze ad effettuare operazioni semplicemente con un click.
Indubbiamente, però, esiste anche un tema di costi, con la necessità da parte delle banche italiane di diminuire le spese fisse, in particolare con il numero di riduzione di filiali. Questo, infatti, se fino a qualche anno fa era il migliore parametro per misurare la forza di una banca, ora è invece diventato un “problema” da cui cercare di uscire il più indenni possibile.
Nonostante tutto, però, il passaggio da banca fisica a digitale non è per tutti ancora così necessario o “di facile digestione”: basta pensare al caos scoppiato proprio in casa Intesa a causa dello spostamento di oltre 3 milioni di persone alla neonata Isybank.