I dati macro in calendario questa settimana sotto la lente

I dati USA in uscita questa settimana rappresenteranno la più importante cartina di tornasole per i mercati statunitensi dopo la riunione della Fed di novembre. Si attende una moderazione dell’inflazione complessiva per effetto del calo dei prezzi della benzina, tuttavia le previsioni sull’inflazione core sembrano più eterogenee e potrebbero avere un forte impatto sulle aspettative del mercato circa la possibile conclusione del ciclo di inasprimento della Fed. Sempre negli Stati Uniti, si prevede una flessione delle vendite al dettaglio dopo un lungo periodo di inattesi incrementi della spesa al consumo e sarà inoltre reso noto il sentiment delle imprese per il mese di novembre.

Nell’area euro è prevista la revisione delle stime sul PIL del terzo trimestre sulla base dei dati aggiornati, anche per quanto riguarda la produzione industriale, sulla quale le aziende, stando ai sondaggi, hanno scarse aspettative. Le stime sull’occupazione nel terzo trimestre ci diranno se e in che misura il lieve aumento del tasso di disoccupazione nell’area euro si deve alla minore domanda di lavoro o all’aumento dell’offerta.

In Giappone, il PIL del terzo trimestre dovrebbe registrare una battuta d’arresto dopo l’eccezionale solidità del secondo trimestre, mentre la crescita di importazioni ed esportazioni dovrebbe restare in territorio negativo.

Quanto al Regno Unito, l’inflazione sembra finalmente aver cambiato direzione e il mercato del lavoro inizia a distendersi sotto gli effetti del ciclo di inasprimento della Bank of England – si registra infatti un modesto aumento della disoccupazione.

In conclusione, i dati sull’inflazione USA saranno molto importanti per stabilire se, dopo aver tastato il polso della situazione, occorrono degli interventi o serve solo un po’ di riposo.

A cura di Sean Shepley, senior economist di Allianz Global Investors

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