Piano Paulson: ecco i punti fondamentali

Apertura di settimana che si prospetta positiva, dopo quella passata in cui i listini finanziari erano in preda alla volatilità. Tre sono i punti da tenere in considerazione: Fortis, Bradford & Bingley ed il piano salva Wall Street.

Primo punto che riguarda il colosso finanziario [s]Fortis[/s]. Da diversi giorni, sull’istituto finanziario, circolavano voci di possibili difficoltà da parte del gruppo, e nella serata di venerdì, proprio il numero uno della banca belga-olandese, Herman Verwilst, per smentire tali voci, ha fatto sapere che “i clienti non hanno nulla da temere e che non vi e’ la benché minima probabilità di fallimento per il gruppo”, aggiungendo che la solvibilità  è solida come le attività del istituto, banca al dettaglio, gestione degli attivi e attività assicurative. Il caso Fortis sembrerebbe risolto, anche se rimane l’incognita che proprio nella serata di domenica  il ministro delle Finanze olandese e il presidente della banca centrale Europea si sono trovati a Bruxelles, probabilmente per definire un possibile piano di salvataggio per la stessa Fortis.

Altro punto delicato riguarda Bradford & Bingley, il piccolo istituto finanziario inglese, specializzato nel settore Buy to Let, ossia erogazione dei mutui per chi compra seconde case con lo scopo di affittarle, dovrebbe essere nazionalizzato.

B&B era già stato considerata in precedenza dalla spagnola Santander, ma per questione di tempo, il governo inglese ha deciso di intervenire subito, con l’obiettivo di rilevare la banca , per poi frammentarne le varie attività e metterle in vendita. Operazione questa che eviterà la chiusura dei 200 sportelli e che nel contempo salva anche l’operazione di acquisto di Santander, che avrebbe dovuto effettuare valutazione ed acquisto in tempi troppo brevi

Altro fatto riguarda il piano salva Wall Street. Sabato notte a Washington i politici americani sembrano aver raggiunto un accordo. La Camera dei rappresentanti avrebbe definito le linee guida del progetto, passando così la palla al senato, che già lunedì dovrebbe dare l’Ok.

Pur con malcontenti dal lato repubblicani e democratici, il piano creato da Paulson sembra aver raggiunto la fase finale.

Un progetto composto da circa 100 pagine, nei quali sono racchiusi i 4 punti fondamentali della manovra:

-    AIUTO ALLE ISTITUZIONI FINANZIARIE IN DIFFICOLTA’: stanziamento di capitali per acquisire asset a rischio legati ai mutui ed altri strumenti a rischio, includendo, oltre le istituzioni finanziarie anche i fondi pensione, e le piccole banche. Nel caso di aiuto inoltre una quota di proprietà delle istituzioni andranno ai contribuenti, che potranno ricevere un profitto nel caso di miglioramento della situazione finanziaria;

-    CREAZIONE DI UN ORGANO DI SUPERVISIONE: verrà creato un organo di sorveglianza, all’interno del General Accounting Office, attraverso il quale verranno monitorate le decisioni prese dal ministero del tesoro e l’erogazione dei capitali di aiuto;

-    INTERVENTI OPERATIVI SULLE ISTITUZIONI IN DIFFICOLTA’: per le istituzioni finanziarie aiutate dal piano, il governo gli obbligherà a limitare i costi, vietando bonus ed anche ai premi di uscita dei dirigenti;

-    AIUTI AI PROPRIETARI DI CASE: quelli colpiti da pignoramenti potranno usufruire di u sistema di protezione da parte del governo, come il poter rinegoziare i termini dei mutui.

Il piano dovrebbe partire con 250 miliardi di dollari, altri 100 dopo il via libera del governo americano, che andrà ad esaminare l’operato ed i risultati della prima fase e 350 dopo un ulteriore riesame del congresso.

Per un totale di 700 miliardi di dollari. Un progetto nato però per salvare Wall Street e finito per regalare soldi a tutti. Da un primo sguardo però compaiono le prime incomprensioni, esempio si comprano le attività junk di un fondo pensione Z e della banca X. Immaginiamo però che la stessa banca X può aver acquistato il mutuo e trasformato in uno strumento che poi ha venduto al fondo Z. In questo caso il tesoro americano andrebbe a comprare due volte lo stresso prodotto.

USD

Societa’ Listino di Riferimento Prezzo Valuta Var%
Allianz Deutsche borse (xetra) 103,2 EUR -2,08%
American Express Nyse 39,5 USD +4,41%
Anima Borsa Italiana 1,428 EUR 0%
Axa Euronext 23,29 USD -1,39%
Azimut Borsa Italiana 5,265 EUR -5,2%
Banca Generali Borsa Italiana 5,265 EUR -5,2%
Bank of NY Mellon Nyse 36,38 USD +2,65%
Barclays Lse 29,82 USD +2,82%
BlackRock Nyse 201,01 USD +5,04%
BNP BNP 68,26 EUR +1,57%
Citigroup Inc Nyse 20,15 USD +3,81%
Credit Agricole Euronext 14,4 EUR -6,12%
Credit Suisse Group Swiss Market Exchange 52,3 CHF -6,61%
Deutsche Bank Deutsche borse (xetra) 55,11 EUR -2,97%
Dexia Euronext 10,07 EUR -7,53%
Fortis Euronext 5,2 EUR -20,3%
FT Inv. Nyse 98,8 +3,03%
Goldman Sachs Nyse 137,99 USD +1,83%
Henderson Lse 111,25 GBp -4,50%
HSBC Investments Lse 879 GBp -0,22%
ING Euronext 17,535 EUR -6,97%
IntesaSanpaolo Borsa Italiana 4 EUR +0,25%
Invesco Nyse 25,34 USD +6,20%
Janus Capital Group Nyse 24,65 USD +5,56%
Jp Morgan Nyse 48,24 USD +10,9%
Julius Baer Swiss Market Exchange 58,85 CHF -4,62%
Legg Mason Nyse 44,89 USD +7,77%
Man Group Lse 373,75 GBp -2,35%
Mediobanca Borsa Italiana 9,98 EUR -1,22%
Mediolanum Borsa Italiana 3,265 EUR -1,8%
Morgan Stanley Nyse 24,75 USD -8,67%
Montepaschi Siena Borsa Italiana 1,867 EUR +0,11%
Natixis Euronext 2,55 EUR -4,85%
Nordea bank Omxnordicexchange 87,2 SEK +0,80%
Raiffeisen Wiener Borse 59,29 EUR -6,33%
Schroders Lse 987,5 GBp -4,58%
Skandia (Old Mutual) Lse 79,3 GBp -9,68%
State Street Nyse 60,5 USD +0,83%
Ubs Swiss Market Exchange 21 CHF -0,47%
Unicredit Borsa Italiana 3,305 EUR -3,45%

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