La circostanza che l’indice Ftse Mib abbia rotto i massimi di periodo (i precedenti 29.910 punti), non significa niente. E’ un altro il comportamento che andrebbe osservato per mettere in cantina i dubbi sul trend di lungo termine: più che i prezzi occorrerebbe vedere la volatilità. E, fino a quando non assisteremo a un mutamento di questo elemento ossia fino a quando non vedremo giornate consecutive da +3%,+4%,+5%, tali dubbi rimarranno.
Sì perché le oscillazioni di breve periodo fanno parte di un contesto molto più ampio che, se rialzista, porterebbe i prezzi sui 37.000 punti (Figura 1) ma se invece si trattasse di una falsa rottura al rialzo, il comportamento sarebbe speculare.
Fig 1. Future Ftse Mib – Grafico su base mensile
Contano invece i massimi di periodo per il Dax Index in quanto il suo trend id lungo periodo è definito (rialzista) e dunque un superamento dei massimi andrebbe interpretato come conferma ulteriore di questo trend. Quindi occhio ai 16.529 punti (Figura 2).
Fig 2. Future Dax Index – Grafico su base settimanale
Stessi discorso vale per l’indice Euro Stoxx 50: un superamento dei massimi sarebbe probabilmente significativo. Si presta quindi attenzione ai 4.491,51 punti (Figura 3).
Fig 3. Euro Stoxx 50 Index – Grafico su base settimanale
A cura di Fabio Pioli, trader, analista finanziario e ideatore di Miraclapp