Le aspettative sull’economia domestica degli investitori professionali italiani certificati CFA restano negative: il “Sentiment Index” risulta pari a -38,5, comunque in recupero dal minimo assoluto della serie storica registrato ad ottobre.
Al sondaggio, svolto da CFA Society Italy presso i suoi soci, tra il 20 ed il 30 novembre 2023, hanno partecipato 34 intervistati. Il 50% dei partecipanti ritiene stabile la situazione attuale dell’economia del nostro Paese, circa il 43% vede l’economia italiana in una condizione negativa mentre il 7,7% evidenzia una situazione positiva.
In termini di aspettative sui prossimi sei mesi, il 15,4% degli intervistati prevede un miglioramento delle condizioni macroeconomiche (+3,8 punti rispetto al mese scorso), il 30,8% stima condizioni invariate (+1,4% rispetto all’ultimo sondaggio) ed il 53,8% prevede un peggioramento (-5 punti rispetto al mese scorso). La differenza tra coloro che risultano ottimisti sulle prospettive dell’economia italiana rispetto ai pessimisti è pari a -38,5, per il mese di dicembre 2023. Il dato rimane in territorio negativo ma sale ulteriormente di circa 9 punti, recuperando rispetto al minimo assoluto della serie storica, a -75, segnato ad ottobre.
Si mantengono negative anche le view sul prossimo semestre per l’Eurozona e per gli USA ma, anche in questo caso, in risalita rispetto alla scorse rilevazioni.
Per quanto riguarda l’inflazione, la maggioranza (circa il 70% degli intervistati) prevede dei valori in discesa nei prossimi sei mesi.
Sui rendimenti obbligazionari, circa l’80% degli analisti prevede tassi a breve stabili o in discesa. Anche sui tassi a lunga un’ampia maggioranza dei partecipanti all’indagine stima un ribasso dei rendimenti, in particolare in USA.
Si confermano ancora negative le attese per l’andamento dei mercati azionari di tutte le aree, ma in recupero rispetto ai mesi scorsi.
La previsione è accompagnata da una stima di utili generalmente in calo per le aziende italiane.
Sulle valute, sia il dollaro USA che lo Yen giapponese sono visti apprezzarsi nei confronti dell’euro.
Sul petrolio, infine, si prevedono ancora quotazioni in aumento nei prossimi sei mesi.