Il governo argentino prepara un’offerta per i bondholders?

Da un lato questa iniziativa rappresenta certamente uno sviluppo positivo per gli obbligazionisti, che rischiavano di rimanere isolati dopo l’accordo con il Club di Parigi (si veda in proposito il nostro report del 3 settembre).
Da un altro punto di vista però, la possibile proposta dell’Argentina rappresenta un segnale della gravità della situazione finanziaria del paese, che senza l’accesso al mercato internazionale dei capitali potrebbe rischiare un secondo episodio di insolvenza a meno di dieci anni dal primo.

Inoltre è da segnalare che sarà praticamente impossibile che i nuovi termini dello “scambio” siano più favorevoli di quelli originariamente proposti nel 2005 (in caso contrario l’Argentina dovrebbe andare a compensare il 75% dei bondholders che a suo tempo aderirono alla prima offerta di scambio).
In pratica quindi, tutti gli obbligazionisti dei “vecchi” bond argentini potrebbero trovarsi nella non agevole situazione di scegliere tra una proposta di scambio simile a quella del 2005 e una continuazione della posizione di “stallo” degli ultimi anni, con il rischio aggiuntivo di venire ulteriormente “marginalizzati”.
Con i Credit Default Swaps ai massimi di sempre, che indicano una probabilità di insolvenza superiore al 35% nei prossimi 5 anni.

I possessori dei vecchi bond argentini possono se non altro consolarsi con il lieve recupero delle quotazioni degli ultimi giorni (proprio a causa della speranza che venga ufficializzata la nuova proposta di scambio), potrebbe però essere l’ultima buona notizia per molto tempo a venire.

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