Il saccheggio

Il piano è pronto per l’approvazione, ma rispetto a mercoledì, giorno dell’approvazione a grande maggioranza del Senato, il decreto è ora “gravato” da sgravi fiscali per un valore stimato in 150 miliardi di dollari portando il superpiano da 700 miliardi per salvare gli Stati Uniti dalla crisi dei mutui a superare gli 850 miliardi.

Nel progetto figurano ora l’aumento della garanzia federale sui depositi bancari da 100 a 250mila dollari, gli incentivi per l’uso di energie rinnovabili ma anche ricche deduzioni per favorire la produzione televisiva e cinematografica nazionale per le società americane. Vengono inoltre estese alcune misure in scadenza, quali la riduzione dei dazi dell’import di prodotti in lana e sgravi per l’addestramento di squadre di salvataggio nelle miniere. Il progetto prevede inoltre che non scattino come previsto quest’anno per 24 milioni di famiglie i 65 miliardi di dollari di alternative minimum tax.

Sono proprio i super sgravi fiscali a tappeto che permetteranno ai deputati di questa legislatura di tornare nei rispettivi collegi elettorali vantando risultati concreti, a poche settimane dalle elezioni politiche, in coincidenza con le presidenziali, alla fine di una legislatura passata ad approvare senza discutere o pensare i disastri del “capo”.
Sgravi che hanno cambiato radicalmente la situazione e che offrono speranze per il voto di oggi pomeriggio, che sarà comunque più difficile di quello al Senato, anche perché alcuni deputati, che si ritirano o non hanno possibilità di essere rieletti, hanno ormai poco da perdere e vorrebbero provare almeno a salvare la faccia.

E’ veramente impressionante il numero degli sgravi fiscali presentati, visto che su un totale di 415 pagine solo 113 sono dedicate al salvataggio dell’economia, con il progetto originale del segretario al Tesoro Henri Paulson che ne comportava soltanto tre. Alcune delle misure “contentino” sembrano essere fatte su misura anche per i candidati alle presidenziali. Almeno due riguardano le riserve degli Indiani, un argomento che sta molto a cuore a John McCain, senatore dell’Arizona. Un’altra misura propone sgravi fiscali per l’Alaska, lo Stato di cui la sua vice Sarah Palin è governatore. Mentre i fondi destinati al Midwest per le inondazioni potrebbero giovare al candidato democratico per la Casa Bianca, Barack Obama, senatore dell’Illinois.

Sembra la fine di una festa in cui gli ospiti ubriachi prima di andarsene si dedichino al saccheggio, asportando le ultime cose rimaste intatte dalla casa che li ha ospitati.

L’organizzatore della festa George W Bush ha lanciato ieri un appello ai deputati, chiedendo loro di approvare il superpiano, definendolo “il modo migliore” per risolvere la crisi.

Migliore per chi?

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