“La flessione del settore manifatturiero tedesco si è aggravata a febbraio, con un calo dell’attività più rapido del previsto, per via della diminuzione della domanda domestica e internazionale causata dall’inflazione. La minore competitività della produzione destinata alle esportazioni è una delle principali preoccupazioni della Germania, dato che le esportazioni rappresentano quasi la metà del suo prodotto interno lordo (PIL)”. A farlo notare è Violeta Todorova, senior research analyst di Leverage Shares, che di seguito illustra la propria view sull’economia e sulla Borsa teutonica.
Il PMI composito tedesco è sceso ulteriormente a febbraio
L’indice PMI S&P Global per il settore industriale del Paese è sceso a 42,3 da 45,5 del mese precedente. Grazie al miglioramento delle condizioni nei servizi, l’attività economica complessiva è scesa da 47 a 46,1. I dati hanno evidenziato una diminuzione della produzione e un crollo dei nuovi ordini a livello nazionale e internazionale.
Aumentano i timori di recessione
Secondo i dati resi noti venerdì 23 febbraio, il PIL tedesco è sceso dello 0,3% nel quarto trimestre rispetto a quello precedente, orientando il Paese verso la prima recessione dopo la pandemia. La Germania è riuscita a sfuggire a una recessione tecnica, poiché nei due trimestri precedenti la crescita è stata piatta.
Poiché l’economia tedesca risente pesantemente della debolezza del grande settore manifatturiero, la scorsa settimana il Governo ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita per il 2024 dall’1,3% a un mero 0,2%, dopo una contrazione nel 2023. Il Governo ha anche tagliato le previsioni di crescita per il 2025 all’1%, nonostante le proiezioni che vedono l’inflazione avvicinarsi al target.
I fattori della sottoperformance della Genrmania
I principali fattori che contribuiscono alla sottoperformance della Germania derivano dalla flessione del settore manifatturiero, che risente degli effetti negativi della perdita del gas russo a basso costo. Altri elementi che pesano sono l’inflazione elevata, la stretta monetaria della Bce, la debolezza della domanda globale, in particolare dalla Cina, e una decisione del tribunale che limita la spesa di bilancio.
L’indice Ifo non convince
L’indice Ifo è salito leggermente a 85,5 a febbraio dall’85,2 di gennaio. Sebbene il sentiment sia leggermente migliorato, è rimasto a livelli depressi a causa della prolungata debolezza e delle incerte prospettive economiche per l’anno a venire.
Le esportazioni tedesche sono diminuite dell’1,4% nel 2023, con il Paese alle prese con le difficoltà di esportazione del settore automobilistico e metallurgico. Gli alti tassi di interesse e le questioni geopolitiche rallentano la ripresa nel breve termine.
L’indice Dax
Nonostante l’attuale difficile contesto macroeconomico, l’indice Dax ha registrato un forte rally, passando da un minimo di 11.862 nel settembre 2022 a un nuovo massimo storico di 17.552 martedì 27 febbraio. Nel lungo periodo, la nostra view sul benchmark tedesco rimane positiva e le proiezioni di Fibonacci suggeriscono che il prossimo grande scoglio per l’indice si trova a 18.960. Tuttavia, l’indice di forza relativa (RSI) ha raggiunto il territorio di ipercomprato, suggerendo che il rally è improbabile che si estenda ulteriormente nel breve termine e che l’indice è vulnerabile a un pull-back.
Il trend del Dax – Fonte: TradingView