Depositi garantiti: chi è più generoso?

Una mossa a sorpresa che ha spiazzato gli altri paesi europei e creato anche qualche grattacapo alle Autorità bancarie.

La British Banker Association (BBA) ha scritto subito una lettera ai colleghi irlandesi, lamentando che la decisione di aumentare la garanzia sui depositi è anticompetitiva.

Cosa teme la BBA? Teme che i soldi depositati sui conti correnti delle banche inglesi vengano trasferiti sui ‘più sicuri’ conti irlandesi per la gioia di Bank of Ireland, Allied Irish e Anglo Irish (i tre principali istituti del paese).

La mossa irlandese ha così fatto scattare una corsa al rilancio che ha trovato un nuovo protagonista nella Repubblica Parlamentare Greca. Dopo che alcuni correntisti erano corsi in banca a ritirare i propri risparmi, ieri, il Ministro delle Finanze, George Alogoskoufis, ha ufficializzato che tutti i conti correnti greci sono assicurati dal Governo (senza limitazioni di importo).

Oggi, risponde l’FSA (l’autorità in materia finanziaria) che ha alzato il limite per la garanzia pubblica sui depositi bancari a 50.000 sterline (circa 63.000 euro) da 35.000 sterline con l’obbiettivo di sostenere la fiducia dei risparmiatori dopo i recenti fallimenti bancari. Per i conti multipli la garanzia sarà di 100.000 sterline, ha aggiunto.

La banca assicura e il correntista paga

Parte così una guerra senza esclusione di colpi, dove a competere non sono più i singoli istituti, ma interi paesi che modificano le proprio norme in materia bancaria per contrastare la crisi delle banche e magari attirare qualche nuovo correntista.

Ancora da chiarire come i Governi possano prendersi la responsabilità di garantire un tale numero di conti correnti, per di più senza limiti.

Il grafico qui sotto dimostra infatti come negli ultimi 13 anni, il numero di conti correnti assicurati rispetto il numero assicurabile,  è andato via-via diminuendo e non il contrario. Del resto lo stesso governo irlandese ha già detto che le banche che usufruiranno di questa ‘garanzia’ dovranno pagare al governo per il ‘privilegio’.

Rapporto conti correnti assicurati su quelli assicurabili (fonte: Commissione Europea)

Free Lunch

Ritorna così alla mente il vecchio adagio utilizzato nei saloon americani, “there ain’t no such thing as a free lunch”. Ovvero che anche quello che viene venduto per gratuito alla fine si paga.

Così infatti succede ai correntisti italiani di Banco Santander, primo istituto spagnolo, che lo scorso agosto si sono visti recapitare una missiva poco simpatica. Nella comunicazione si esplicita “che il mutamento delle condizioni di mercato ci costringe a modifiche in senso sfavorevole una condizione economica (imposta di bollo a suo carico) e una clausola del suo rapporto contrattuale”.

Per farla breve, Santader comunica ai correntisti che dal primo settembre 2008 l’imposta di bollo (8,55 euro pagati trimestralmente) verrà ora addebitata sul conto corrente mentre prima era gratis.

Nulla è gratis a questo mondo a maggior ragione quando si tratta di banche e conti correnti.

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