Recentemente si è discusso molto dell’impressionante resilienza dell’economia USA, che ha messo a segno una crescita del 3,1% nel 2023, soprattutto se paragonata alla crescita zero dell’Eurozona. Una divergenza in parte spiegabile con la minore esposizione delle famiglie americane all’aumento dei tassi d’interesse.
Ad ogni modo, gli ultimi dati sul PIL dell’area Euro hanno superato le attese (+1,3% su base annua nel primo trimestre), registrando l’espansione più rapido dal terzo trimestre del 2022. In particolare, la Germania, dopo la contrazione dell’ultimo trimestre 2023, sembra essersi ripresa (+0,9% annualizzato), mentre Italia e Spagna continuano a registrare una crescita solida.
Inoltre, i dati sull’inflazione di aprile indicano un rallentamento dell’indice core in Europa.
Cosa è destinato ad accadere all’euro con i tagli dei tassi da parte della BCE previsti per quest’estate, se la Fed decidesse di mantenere il suo approccio attendista?
“Il miglioramento della crescita economica dovrebbe favorire la moneta unica e compensare la pressione al ribasso causata dal differenziale dei tassi“, avvertono dall’Economic Team di Payden & Rygel.