Crisi finanziaria? L'economista risponde

Bluerating.com: Negli Stati Uniti, la patria del capitalismo, il Governo ha approvato un Piano pubblico del valore di 850 miliardi di dollari per salvare banche e società in crisi. Le Borse mondiali avevano già scontato questa ipotesi e dopo qualche seduta in ripresa, sono ritornate pesantemente in negativo. Qual è la sua opinione al riguardo?



Daveri:
Le Borse ritengono insufficiente il piano Paulson, perché fa troppo poco per ridare fiducia a consumatori e imprese, e non dà una prospettiva a consumi e investimenti in aggregato e quindi, non è abbastanza per ridare fiato all’economia.


Bluerating.com: In Europa il G4 si è riunito per dare una risposta politica ad una situazione di forte crisi finanziaria. Si è voluto dare maggiore sicurezza, garantendo l’impegno a salvaguardare gli interessi dei risparmiatori e la liquidità necessaria per sostenere l’economia, avviando un giro di vite sulle attività finanziarie speculative. Come crede che si svilupperà nei prossimi mesi questo piano d’azione?



Daveri:
I G4 hanno preso gli impegni che potevano prendere. In assenza di unità politica, non potevano certo impegnarsi a fornire somme confrontabili con quelle predisposte negli Stati Uniti per lo stesso scopo. Malgrado i proclami e le dichiarazioni di intenti cooperativi, credo che i paesi continueranno a muoversi in ordine sparso perché hanno interessi non coincidenti. L’unica cosa cooperativa che faranno è quella di allentare ulteriormente il vincolo del 3% ai deficit pubblici. Per garantire liquidità, la Banca Centrale Europea taglierà a breve i tassi di 50 punti base e forse di altri 25 punti entro la fine dell’anno.


Bluerating.com: Alla luce di quanto detto, ci sono però molti economisti che sono dell’idea che il mercato debba depurare da solo quanto di marcio c’è nel sistema senza l’intervento di Stati e/o Governi che corrono in aiuto di società e banche in grosse difficoltà. Qual è la sua opinione al riguardo?

Daveri: Non sono di questa opinione. Ora che i buoi sono scappati dalla stalla, i governi devono fare qualche cosa, di qua e di là dall’Oceano, per evitare che la crisi diventi peggiore. E lo possono fare usando un misto di strumenti di moral suasion e di interventi diretti. In Italia, sarebbe desiderabile che, a fianco del salvataggio eventuale di banche in difficoltà, il governo rimettesse al centro dell’agenda politica la continuazione delle liberalizzazioni dei settori bancario e assicurativo. Un’altra cosa è chiedersi quali debbano essere le regole per fare in modo che la crisi di oggi non si ripeta in futuro. Il puro e semplice intervento di supporto di oggi senza una modifica contestuale delle regole di funzionamento dei mercati finanziari sarebbe dannoso per il futuro.


Bluerating.com: In questo contesto di grave crisi, come si collocano le banche italiane?



Daveri:
Il nostro sistema bancario è meno esposto di quello degli altri paesi allo shock originario (quello del mercato dei mutui) perché le famiglie italiane sono state abituate a comprare la casa con i soldi dei genitori e accendendo mutui di entità limitata (40-50% massimo del valore della casa). Quanto sia esposto allo shock dovuto alla trasformazione dei crediti in prodotti derivati non lo sappiamo con certezza.

 

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