Shant (Jennison Associates – PGIM): “Microchip e IA hanno ancora un grande potenziale”

Parla il managing director di Jennison Associates (affiliata di Pgim): “Ci concentriamo sui mercati a crescita secolare che dovrebbero resistere alle pressioni di una politica monetaria restrittiva”.

 

Le Borse sono reduci da nuovi massimi. Rispetto al passato, il rialzo recente è merito soprattutto di pochi titoli, in particolare quelli legati ai semiconduttori e all’impatto dell’intelligenza artificiale. Nel 2023 i titoli growth hanno guidato il mercato con i cosiddetti ‘Magnifici 7’ che hanno rappresentato quasi il 40% del rendimento globale dell’indice MSCI ACWI. Ora ci si chiede quali aree potranno trainare le performance del futuro, considerando un contesto macro sempre più complicato. Bluerating.com ne ha parlato con Raj Shant (nella foto), managing director di Jennison Associates (affiliata di PGIM).

A che punto siamo?

Il comparto azionario è sempre interessante, se si scelgono i titoli giusti. Le buone società ci sono sempre e sul lungo periodo l’equity può soddisfare la sete di rendimento, indipendentemente dalle questioni storiche, macroeconomiche e geopolitiche. Sono tre le variabili fondamentali a cui guardare e su cui investire: l’innovazione, la disruption e l’analisi fondamentale che include avere bravi analisti nel team.

I multipli di crescita hanno subito una significativa compressione…

Sì ma oggi le valutazioni sono tornate a livelli storicamente normali quindi è più facile capire su cosa puntare.

Quali sono le aree di interesse?

Restano i mercati a crescita secolare che dovrebbero resistere alle pressioni di una politica monetaria restrittiva. Ovvero le società impegnate nello sviluppo dell’intelligenza artificiale generativa per le applicazioni aziendali che aumentano la produttività, i marchi consumer globali forti che servono clienti lusso con modelli di distribuzione omni-channel diretti. E ancora, l’automazione industriale, le energie alternative, la US Chips Act, le innovazioni in ambito healthcare con un focus sui trattamenti contro il diabete e obesità. Infine le piattaforme tecnologiche dei mercati emergenti che si concentrano sui servizi ai consumatori e all’accesso ai servizi finanziari. In generale, la crescita è guidata perlopiù dal mondo dei datacenter.

Ci spiega?

1.000 miliardi di infrastrutture di data center installate passeranno da un’elaborazione basata principalmente su CPU (central processing unit, ndr) a un’elaborazione accelerata nel corso del prossimo decennio; l’AI richiede un aumento graduale dei calcoli che porta a opportunità greenfield, sostanzialmente un nuovo inizio per l’infrastruttura aziendale, con una implementazione completamente nuova, una vera e propria ristrutturazione dei processi aziendali in termini di migrazione dei dati. Una questione che ha anche molto a che fare con la governance perché oggi tutto è integrato.

Quindi non è certo passato il momento di puntare su semiconduttori e AI…

No. È vero che ci sono state aziende come Nvidia che hanno messo a segno performance stellari nel corso dell’ultimo anno, ma se si guarda al suo valore di Borsa e lo si paragona con la sua redditività, non si tratta certo di un titolo sopravvalutato. Ha stupito il mercato con un andamento sul II trimestre superiore di 4 miliardi di dollari rispetto al consenso e i risultati si sono ulteriormente rafforzati. Ha ancora molto spazio di crescita, secondo noi.

L’esperienza della bolla dot-com, tuttavia, fa ancora male….

Il confronto con il boom azionario del 1999-2000, può essere preso in considerazione fino a un certo punto. Nel senso che si parla sempre di società tecnologiche ma allora le iper-valutazioni erano frutto di aspettative su risultati potenziali mentre oggi parliamo di società tecnologiche che stanno macinando flussi di cassa miliardari. Per restare sull’esempio di Nvidia, il fatturato derivante dal solo business dei datacenter è passato dai 15 miliardi di dollari conseguiti nel 2023 ai 48 miliardi attesi per quest’anno, fino ai 90 stimati per il 2025. Siamo di fronte a una delle aziende più capitalizzate al mondo, ma caratterizzata da ritmi di crescita da small cap.

Che peso ha nel vostro portafoglio Nvidia?

Avevamo triplicato al 3% del nostro portafoglio totale il suo peso (avevamo già un’esposizione dell’1% nel 2022). Al terzo trimestre 2023 Nvidia eravamo al 6% e a fine 2023 siamo arrivati al 10%, poi abbiamo ridotto leggermente la posizione in ottica di diversificazione e per monetizzare i guadagni e ora siamo tornati intorno al 6%.

Quali caratteristiche hanno i titoli che preferite?

Devono essere leader attuali, ma soprattutto potenziali. Aziende che hanno la capacità di migliorare la società in cui viviamo o che portino vantaggio nella vita delle persone. La rivoluzione dell’AI è partita dalle infrastrutture con titoli come Amd, Broadcom, Asml, Arista, tsmc, Cadence, Applied Materials, e ora sta procedendo con i campioni nella valorizzazione del cloud, tipo Microsoft, Google e Aws. Come ho accennato sopra, il passaggio alla nuova fase comporta che la maggior parte della potenza di calcolo non avvenga più fisicamente nei computer, ma nella nuvola. La prossima rivoluzione sarà appannaggio dei campioni della software infrastructure, come Microsoft, mongoDB, snowflake.

 Al di là delle aziende tecnologiche, lei prima ha citato altri settori che vivranno un forte impatto dall’intelligenza artificiale. Ci racconta?

Da qui a due anni ci aspettiamo una forte accelerazione della redditività da parte delle aziende del settore healthcare. La tecnologia evolve rapidamente, dalla diagnostica al testing, dalle nuove cure alle sperimentazioni sulle molecole per nuovi farmaci e presto comporterà un salto di efficienza come mai visto in passato. Nell’ultimo anno il settore salute ha un po’ sofferto in Borsa, ma alcune aziende hanno performato bene. Questo evidenzia l’importanza della selezione, e quindi delle competenze nell’analisi dei bilanci attuali e delle prospettive di sviluppo. Basti pensare che il mercato dell’obesità negli Stati Uniti potrebbe arrivare a valere 70 miliardi di dollari da qui al 2025, interessando 19 milioni di americani. Un altro settore che sarà fortemente impattato dall’AI è il lusso. Già oggi vediamo una divaricazione di performance tra aziende posizionate al top come Hermès e Ferrari, che fanno parte del super lusso e che non soffrono, e altre come Kering, più legate al lusso aspirazionale e sono state impattate dal calo dei consumi. Con l’accelerazione dell’intelligenza artificiale gli equilibri potrebbero mutare nel settore, facendo emergere nuovi vincitori per questo è altamente importante la selezione dei titoli per evitare i perdenti.

Qualche titolo italiano?

Nel PGIM Jennison Global Equity Opportunities Fund, una delle nostre maggiori posizioni è Ferrari. Prysmian è tra le nostre 10 principali partecipazioni nel portafoglio del PGIM Jennison Carbon Solutions Equity Fund.

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