Non c’è dubbio che stiamo vivendo una nuova rivoluzione tecnologica. E altrettanto indubbio è il fatto che le grandi aziende tecnologiche dell’S&P 500, conosciute come le “Magnifiche Sette” (Amazon, Apple, Microsoft, Meta, Tesla, Nvidia e Alphabet), ne abbiano tratto enormi benefici.
L’ascesa dell’intelligenza artificiale, la crescente domanda di semiconduttori e l’ottimismo verso l’innovazione tecnologica hanno spinto in alto queste azioni sul mercato. Tuttavia, con il progredire dell’anno, la volatilità è aumentata per i grandi nomi del settore tecnologico.
Nvidia e Amazon, che hanno trainato gran parte dei guadagni del principale indice borsistico statunitense, sono state alcune delle più colpite dalle oscillazioni. Nvidia, ad esempio, ha perso oltre il 6% dopo aver presentato i risultati del 28 agosto, nonostante abbia registrato un guadagno complessivo di quasi il 120% dall’inizio dell’anno.
Rotazione di portafoglio… Addio alle società tecnologiche?
In mezzo a questa spinta rialzista, molti investitori sono stati tentati di prendere posizione su queste aziende, sia direttamente che tramite fondi d’investimento. A giugno, ad esempio, Bank of America ha riportato nel suo rapporto settimanale sui flussi globali, “The Flow Show“, il più grande afflusso di denaro in fondi di investimento tecnologici da quando la banca ha iniziato a monitorare questo dato: 8,7 miliardi di dollari in soli sette giorni.
Tuttavia, crescono i dubbi sulla possibilità che, oltre alla rivoluzione tecnologica, il mercato stia vivendo una bolla legata all’intelligenza artificiale. Sempre secondo Bank of America, nel sondaggio trimestrale di giugno, il 43% dei gestori intervistati ha dichiarato di credere nell’esistenza di una bolla, in aumento rispetto alla precedente indagine.
Di conseguenza, molti investitori stanno iniziando a riconsiderare la loro esposizione a queste aziende. Cosa cercano? Settori meno saturi, con maggior potenziale di crescita, valutazioni più basse e una minore esposizione al rischio di correzioni di mercato, in previsione di futuri nuovi tagli ai tassi di interesse.
Un sondaggio recente del broker online eToro ha rivelato che un investitore spagnolo su tre prevede di ridurre la propria esposizione alle società tecnologiche nel 2024. Tra i giovani investitori (di età compresa tra i 18 e i 34 anni) questa tendenza è ancora più forte: l’85% ha intenzione di ribilanciare i propri portafogli prima che la Federal Reserve statunitense cambi la sua politica monetaria.
Alberto Matellán, capo economista di Mapfre AM, suggerisce che potrebbe trattarsi di una fase di “pulizia”. Secondo lui, una volta passato l’entusiasmo, alcune aziende vedranno il loro valore diminuire, mentre le aziende meglio posizionate continueranno a crescere, in un processo simile a quello vissuto dalle società tecnologiche negli anni 2000. Il suo consiglio è di “essere cauti” con questi tipi di asset.
Opportunità oltre la tecnologia
Proprio le aspettative di futuri tagli ai tassi di interesse stanno spingendo la rotazione di portafoglio verso settori tradizionalmente più sensibili a tali variazioni, come il settore immobiliare e le piccole capitalizzazioni. Inoltre, i settori difensivi, come le utility e i beni di consumo di base, stanno attirando l’attenzione degli analisti.
Il settore immobiliare, in particolare, potrebbe trarre beneficio da un calo dei tassi di interesse, mentre le utility offrono stabilità in periodi di incertezza grazie ai loro flussi di entrate costanti, indipendenti dalle oscillazioni del ciclo economico.
Nel frattempo, le piccole capitalizzazioni in Europa e negli Stati Uniti stanno iniziando ad attrarre investitori in cerca di diversificazione e di esposizione a settori meno sopravvalutati. Queste azioni più piccole offrono opportunità di crescita che i grandi titoli tecnologici non possono più garantire con lo stesso potenziale di rialzo.
Conclusioni
In definitiva, mentre la tecnologia continua a dominare l’attenzione, gli investitori più attenti stanno cercando nuove opportunità al di fuori dei confini del Big Tech, pronti a sfruttare i movimenti futuri del mercato.