In un contesto di incertezza di mercato insolitamente elevata in vista dell’incontro, la Fed ha dato il via al suo ciclo di allentamento la scorsa settimana con un taglio sostanzioso. Tuttavia, i dettagli chiave sono stati orientati in modo “hawkish” (ossia in favore di politiche restrittive) e indicativi di una solida prospettiva economica.
Powell ha sottolineato che il taglio di 50 punti base non rappresenta la nuova norma; c’è stato il primo dissenso dal 2005 (Bowman ha preferito un taglio più piccolo); il tasso a lungo termine (neutrale) è stato nuovamente aumentato di 0,1 punti percentuali, portandolo al 2,9%. E sebbene ci siano indizi di ulteriori tagli di 50 punti base entro la fine dell’anno, quasi la metà (nove) dei membri del FOMC prevede solo un ulteriore taglio di 25 punti base o nessun taglio entro quest’anno.
I mercati azionari hanno reagito positivamente alla decisione della Fed, rassicurati dal fatto che la mossa anticipata potrebbe contribuire a garantire un atterraggio morbido per l’economia statunitense. E la curva dei rendimenti negli Stati Uniti si è inclinata verso l’alto a causa di un aumento nella parte più lunga della curva.
Con il progresso della disinflazione, l’attenzione della Fed si sta sempre più spostando sull’economia e sul mercato del lavoro. E anche gli investitori sembrano allinearsi a questa visione.
“Con l’eccesso di inflazione dal 2021 in poi, la correlazione tra rendimenti obbligazionari e azioni è diventata negativa: le notizie economiche negative hanno favorito le azioni poiché aumentavano le probabilità di tagli dei tassi da parte della Fed (o meno aumenti). Questa correlazione è ora tornata positiva: gli utili aziendali devono essere sostenuti da una crescita resiliente. E con la disinflazione ben avviata, questo nuovo schema potrebbe continuare nei prossimi mesi“, commenta Thomas Hempell, Head of Macro & Market Research di Generali Investments.