Come posizionarsi nei mercati globali in questa fase secondo Ubs AM

Quando i massimi responsabili politici delle due maggiori economie mondiali sono determinati a sostenere la crescita economica, conviene ascoltare. La Fed ha dato il via al suo ciclo di allentamento con un taglio di 50 punti base. Una settimana dopo, il Politburo cinese ha lanciato un messaggio forte: la politica fiscale sarà impegnata a ridurre i rischi negativi per la crescita, in particolare sostenendo direttamente i consumatori cinesi per la prima volta durante la presidenza Xi.

“Sebbene permangano preoccupazioni sullo slancio del mercato del lavoro statunitense e sull’attuazione delle politiche in Cina, non sottovalutiamo la rinnovata determinazione dei responsabili politici a intervenire per evitare scenari di crescita economica molto negativa, sia per il contesto nazionale che globale. Riteniamo che i mercati abbiano ancora spazio per ridurre la probabilità di rischio di recessione in tutte le asset class”. Parola di Evan Brown, Head of Multi-Asset Strategy di UBS AM, che di seguito illustra ni particolari la view.

Un punto di inflessione per la Cina

Fino a settembre, le misure di stimolo della Cina si erano rivelate purtroppo inadeguate a proteggere l’economia dalla continua riduzione della leva finanziaria nel mercato immobiliare e le pressioni deflazionistiche. L’economia sottostante ha risentito della scarsa fiducia del settore privato, che i politici sono stati riluttanti a sostenere pienamente, preferendo indirizzare le risorse verso il lato dell’offerta (investimenti in infrastrutture) piuttosto che verso quello della domanda (consumi) dell’economia.

Detto questo, l’insieme coordinato di annunci di politica monetaria e fiscale, volti a sostenere il mercato immobiliare, i mercati dei capitali e i consumatori, segnala un cambiamento di strategia da parte del governo per ravvivare il sentiment e il dinamismo del settore privato. Nello spirito di ascoltare attentamente le dichiarazioni dei politici, notiamo che il Politburo di settembre, il primo incontro non programmato dei massimi responsabili della politica economica cinese dopo il periodo buio del COVID nel marzo 2020, ha usato un linguaggio deciso e mirato sulle misure per rilanciare l’economia.

Sebbene vi siano molti dettagli da chiarire, tra cui le questioni relative all’entità e alla portata del sostegno fiscale, riteniamo che il cambiamento di linguaggio segnali una vera e propria svolta nella funzione di reazione della politica cinese. Emerge il messaggio chiaro della volontà di affrontare i rischi di ribasso e la possibilità che vengano annunciate ulteriori misure di stimolo nelle prossime settimane.

Asset allocation: titoli difensivi a rischio

I cambiamenti di politica della Fed e del Politburo sono arrivati proprio nel momento in cui gli investitori iniziavano a direzionare un’ondata di denaro verso asset più difensivi. A livello regionale, abbiamo declassato i Treasury statunitensi da “overweight” a “neutral”, in quanto l’economia americana sembra resiliente. Quanto più la Fed è proattiva oggi, tanto meno avrà bisogno di intervenire più in là nel tempo.

Sul fronte azionario, abbiamo rivisto al rialzo Cina e mercati emergenti, che continuano a offrire valutazioni interessanti anche dopo gli annunci degli stimoli cinesi. Sebbene questi dovrebbero fornire una certa spinta anche alle azioni europee, soprattutto agli esportatori di beni di lusso, l’indebolimento economico della Germania e i continui venti contrari al settore manifatturiero ci fanno rimanere in posizione di “underweight”. I titoli azionari statunitensi restano sopravvalutati, ma vediamo un ulteriore rialzo per i settori più ciclici rispetto a quelli difensivi.

Più in generale, privilegiamo posizioni di sovrappeso sul credito asiatico ed europeo, dove il carry è più interessante rispetto al credito statunitense. Deteniamo inoltre una posizione lunga su Real brasiliano e Rand sudafricano, che offrono un carry e un ulteriore potenziale rialzo grazie alla riduzione dei rischi di crescita globale da parte della Cina. La nostra posizione complessiva sulla duration è neutrale, ma rimaniamo short sui JGB in quanto il mercato continua a sottovalutare l’ulteriore inasprimento che ci aspettiamo dalla Bank of Japan.

Riconosciamo che, dopo la recente impennata, c’è un rischio una delusione nei confronti della politica cinese, per non parlare dei rischi geopolitici, tra cui la potenziale vittoria del Presidente Trump alle elezioni americane, che ha minacciato un’impennata dei dazi sulla Cina. L’indice MSCI China è molto più ponderato sull’economia nazionale dei servizi e quindi sarebbe meno direttamente colpito dalle tariffe sulle esportazioni cinesi. Tuttavia, vi sono rischi che uno shock sulla fiducia possa rappresentare un ostacolo per l’attuale riallocazione globale verso la Cina. Come sempre, monitoreremo i fattori contrari per la nostra posizione nei prossimi eventi di rischio.

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