S&P 500: ecco i target price di Goldman Sachs e Morgan Stanley

6.500 punti base entro fine 2025. Questo il target price per l’indice S&P 500, superiore di quasi il 10% rispetto ai livelli attuali, di David Kostin, analista di Goldman Sachs, che si unisce alla schiera di esperti convinti che le quotazioni di Wall Street continueranno a salire. Una proiezione, quella di Kostin, che supera la sua precedente valutazione che fissava il prezzo obiettivo dell’S&P 500 a quota 6.300.

Il motivo di questa fiducia risiede nella solidità dell’economia statunitense e nella capacità delle aziende di incrementare i propri profitti. Kostin attribuisce inoltre un ruolo cruciale alle politiche fiscali e commerciali introdotte dal presidente Donald Trump. Sebbene l’aumento dei dazi e il rialzo dei tassi obbligazionari possano rappresentare sfide per il mercato, lo strategist ritiene che l’effetto positivo derivante dalla riduzione dell’aliquota fiscale sulle imprese, dal 21% al 15%, possa controbilanciare questi fattori negativi. Una Fed orientata a politiche accomodanti, inoltre, potrebbe fungere da ulteriore sostegno al mercato azionario.

Kostin suggerisce poi agli investitori di sfruttare i momenti di calma sui mercati per puntare sui titoli azionari o per proteggersi da eventuali cali attraverso strumenti come le opzioni. Tra i settori più promettenti, l’analista continua a puntare sui “Magnifici 7” che, sebbene con margini più contenuti rispetto al passato, potrebbero ancora sovraperformare rispetto all’S&P 500 nel 2025. Altre opportunità potrebbero emergere tra le azioni di società con potenziale di fusioni o acquisizioni, che già durante il primo mandato di Trump avevano registrato ottimi risultati.

Morgan Stanley: prospettive simili, ma con alcune differenze

Le previsioni di Kostin trovano conferma anche nell’analisi di Michael Wilson, strategist di Morgan Stanley, che condivide l’obiettivo di 6.500 punti per l’S&P 500, ma entro la fine del prossimo anno. Wilson individua come principali fattori trainanti la crescita economica degli Stati Uniti e un ciclo di riduzione dei tassi di interesse da parte della Fed.

A differenza di Kostin, Wilson considera però i dazi imposti dall’amministrazione Trump un elemento favorevole per il mercato azionario americano. Secondo lui, queste misure penalizzeranno principalmente le aziende straniere, favorendo un trasferimento di capitali verso le imprese statunitensi. La deregolamentazione promossa da Trump, inoltre, potrebbe alimentare ulteriormente la crescita del mercato azionario a stelle e strisce.

Tuttavia, Wilson invita gli investitori a mantenere una certa cautela e a scegliere con cura i titoli su cui puntare. Le politiche di Trump in ambiti come immigrazione, commercio internazionale e spesa pubblica restano imprevedibili e potrebbero influenzare l’economia in modi ancora difficili da stimare.

Curiosamente, Wilson è noto per il suo approccio prudente nei confronti di Wall Street. Nel 2022 aveva previsto correttamente il forte ribasso del mercato, causato dall’aumento dei tassi di interesse della Fed per contrastare l’inflazione. Tuttavia, nel 2023, il suo pronostico di un ulteriore calo delle quotazioni non si è concretizzato.

Conclusioni

Le analisi di Kostin e Wilson delineano un quadro moderatamente positivo per i prossimi anni, ma sottolineano l’importanza di un approccio strategico e flessibile da parte degli investitori, in grado di adattarsi alle incertezze politiche ed economiche.

 

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