Secondo gli esperti di VanEck, gli Stati Uniti potrebbero ottenere una riduzione del 35% del loro debito nazionale nei prossimi 25 anni grazie alla riserva strategica in Bitcoin, come riportato da Cryptonomist.ch.
l debito nazionale degli Usa nel 2024 è salito sopra i 36mila miliardi di dollari. Negli ultimi dodici mesi è aumentato di circa il 6%. Cinque anni fa era a 23mila miliardi, e dieci anni fa di 18mila. Da fine 2014 a fine 2019 è quindi cresciuto di circa il 28%, mentre dal 2019 a oggi è salito del 56 per cento. Si tratta di incrementi significativi e continuativi, basati su un trend che non accenna a cambiare rotta.
Persino il Presidente della Fed, Jerome Powell, di recente, ha dichiarato di ritenerlo insostenibile sul lungo periodo. Ma ridurre il debito è talmente difficile che di fatto nessuno ci riesce. A dire il vero l’inflazione un po’ aiuta a renderlo meno insostenibile, perché aumentando i prezzi aumentano anche gli incassi dello Stato derivanti da imposte e tasse varie. Ora però che l’inflazione sta tornando verso il 2%, la sostenibilità del debito torna ad essere più difficoltosa, soprattutto se continuasse ad aumentare a tale ritmo.
Il ruolo del Bitcoin
In questo contesto, il ragionamento di VanEck parte dalla proposta dalla senatrice Cynthia Lummis di arrivare a far detenere agli Usa un milione di Bitcoin. A oggi però non c’è alcuna certezza che tale proposta venga approvata dal Congresso.
Nel dettaglio, secondo quanto sostenuto dal responsabile della ricerca sugli asset digitali di VanEck, Matthew Sigel, e dall’analista Nathan Frankovitz in un recente report una riserva di un milione di Bitcoin potrebbe consentire agli Stati Uniti di ridurre il proprio debito nazionale del 35% se il prezzo della criptovaluta arrivasse a superare i 42 milioni di dollari entro il 2049.
Immaginare che nel 2049 il prezzo del Bitcoin salga a 42 milioni di dollari è in realtà un chiaro azzardo, ma è interessante analizzare come gli analisti di VanEck siano arrivati a tale cifra.
Nel report ad un certo punto compare una proiezione della crescita del debito USA rispetto alle riserve di Bitcoin basata sull’ipotesi di un CAGR del 25% della criptovaluta.
Il CAGR (Compounded Average Growth Rate) è il tasso annuo di crescita composto, ed in questo caso riguardo il prezzo del Bitcoin è impostato al 25%. Perchè 25%? Se si prende come riferimento il primo prezzo disponibile per Bitcoin sui mercati pubblici, ovvero gli 0,06 dollari del 2010, il CAGR fino ad oggi sarebbe di molto superiore al 25 per cento.
Invece se si prendono come riferimenti i massimi storici dal 2017 in poi, ovvero da quando il prezzo di Bitcoin superò per la prima volta i 10mila dollari, il CAGR risulta essere effettivamente del 25 per cento.
Dal confronto tra questi due calcoli però emerge che, in realtà, il CAGR è in calo, tanto che prendendo come riferimento il massimo del 2013 questa percentuale sale al 50%, mentre prendendo come riferimento i massimi del 2021 si scende al 15 percento. Quindi non solo un CAGR del 25% da qui fino al 2049 sembra improbabile, ma sembra anche decisamente probabile che nel corso dei prossimi decenni questa percentuale continuerà a scendere. Per esempio se il CAGR di BTC si riducesse del 40% ogni quattro anni, il suo prezzo nel 2049 sarebbe di 250mila dollari.
Questo significa che a seconda di come viene effettuata la proiezione si ottengono risultati enormemente diversi, conclude Cryptonomist.ch.