“E se qualcuno approfittasse della crisi dei mercati per scalare le più importanti aziende italiane?”. Secondo le ultime quotazioni di Borsa oggi come oggi tutta l’Eni vale 62,5 miliardi, l’Enel 32,8, Intesa Sanpaolo e UniCredit, rispettivamente 38,1 e 34,7 miliardi, Mediobanca 7,2 miliardi, Generali 30,6 miliardi e Telecom Italia addirittura 11,5 miliardi.
Si stanno, quindi, studiando nuove regole in grado di proteggere importanti italiane da indesiderate aggressioni.
Gli argomenti caldi sono la passivity rule e gli obblighi di comunicazione delle partecipazioni rilevanti.
Sul primo punto:
La “regola della passività” obbliga i board a far approvare preventivamente dall’assemblea qualunque difesa contro un’offerta. In Italia, questa regola è però compromessa dai tempi lunghi per convocare l’assemblea, dato che necessita del 30% di azionisti favorevoli per decretarne la validità. Gli uomini di Lamberto Cardia (nella foto a destra) stanno studiando la possibilità per le imprese aggredite di aumentare il costo dell’operazione per l’aggressore con aumenti di capitale, convertire azioni di risparmio in ordinarie, acquistare azioni proprie, con cambi convenienti, oppure dismettere attività per ridurre l’interesse dell’aggressore, in modo che il management possa difendersi in tempi brevi e in maniera rapida.
Sul secondo punto:
E’ allo studio l’ipotesi d abbassare ulteriormente dal 2% all’1% l’ obbligo di comunicazione delle partecipazioni rilevanti. Questa ipotesi renderebbe l’Italia il primo paese ad avere la soglia più bassa tra tutti i paesi dell’unione (vedi tabella sotto). In questo modo, però, i campanelli d’allarme suonerebbero prima e sarebbe più facile predisporre le difese. E comunque già in questi giorni la Consob ha chiesto a 40 intermediari di segnalare tutte le operazioni di dimensioni “sospette”.
Limiti delle partecipazioni rilevanti in Europa
Soglia minima 2% | Soglia minima 3% | Soglia minima 5% |
ITALIA, Portogallo | Germania, Irlanda, Spagna, Regno Unito | Austria, Belgio, Cipro, Rep. Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Grecia, Ungheria, Islanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Norvegia, Olanda, Polonia, Bulgheria, Romania, Slovacchia, Slovenia, Svezia |