A cura Francis Gannon, Co-Chief Investment Officer di Royce Investment Partners, parte del gruppo Franklin Templeton.
La nostra prospettiva per le azioni small cap è costruttiva e si basa su alcuni sviluppi chiave avvenuti verso la fine del 2024. Innanzitutto, notiamo come le azioni small cap abbiano un track record solido e sorprendentemente coerente dopo le elezioni: questa asset class ha registrato forti rendimenti indipendentemente dal partito o dagli obiettivi politici prevalenti. Questo ci dice che la forza delle small cap post-elezioni è stata guidata più dalla psicologia che dall’ideologia. Una volta decise le elezioni, gli investitori sentono di poter intravedere un percorso più certo post-voto.
Il secondo è il trend di lungo termine delle azioni small cap a superare le loro controparti large cap dopo le riduzioni dei tassi di interesse. Siamo tornati a novembre 1957 (i dati sui tassi dei Fed funds risalgono a luglio 1954, con il primo taglio nel 1957), e la nostra ricerca mostra come le small cap abbiano superato le large cap nei periodi di 3, 6 e 12 mesi successivi alle riduzioni dei tassi della Fed, con rendimenti medi a doppia cifra in ciascun periodo.
Ci sono preoccupazioni, ovviamente. La più importante riguarda i dazi, che storicamente sono stati inflazionistici, riducendo la domanda. Il tempismo e la portata dei dazi sono sviluppi che seguiremo da vicino, e i team di gestione di molte stock holding stanno esaminando al meglio la possibilità di un panorama commerciale globale alterato.
Per quanto ovvio, vale anche la pena sottolineare che la storia raramente si ripete. Tuttavia, troviamo piuttosto sorprendente la persistenza del vantaggio dell small cap sulle large cap sia dopo i tagli dei tassi che dopo le elezioni. Quindi, mentre gli eventi recenti in politica, economia, politica monetaria e mercati offrono lezioni senza tempo sull’importanza della pazienza e della cautela, siamo fiduciosi che gli investitori in small cap troveranno molti motivi per essere ottimisti in futuro.