“Il 36% degli 800 investitori professionali intervistati da WisdomTree ha citato la “diversificazione” come motivo principale per detenere oro. La nostra analisi mostra che il metallo ha una bassa correlazione sia con le azioni sia con le obbligazioni e, pertanto, dovrebbe apportare un contributo notevole alla volontà di diversificazione”. A farlo notare è Nitesh Shah, head of commodities and macroeconomic research di WisdomTree, che di seguito spiega nel dettaglio cosa è emerso dal sondaggio.
L’oro si comporta in modo molto diverso dagli altri asset
Da un lato, è un asset difensivo, spesso in competizione con le obbligazioni in qualità di porto sicuro contro la più ampia volatilità del mercato. Dall’altro, ha caratteristiche cicliche, in quanto sale insieme all’inflazione, che spesso caratterizza periodi di forte crescita economica. Tale dualità contribuisce a spiegare la sua bassa correlazione con gli asset tradizionali.
Coloro che hanno risposto al nostro sondaggio hanno indicato “copertura contro l’inflazione” come secondo motivo per detenere oro (35%), seguito da “copertura contro la volatilità dei mercati finanziari” (31%) e “copertura contro la volatilità geopolitica” (27%).
Quota ottimale di oro in un portafoglio
Aggiungere oro a un portafoglio di altri asset può migliorare lo Sharpe ratio e ridurre le performance peggiori su 12 mesi. Vediamo un esempio basato su dati relativi al periodo 1973-2024.
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- Partiamo da un portafoglio composto da obbligazioni (60%) e azioni (40%), senza oro: questo rappresenta il punto 0 sull’asse orizzontale. Lo Sharpe ratio di tale portafoglio è pari a 0,41 e la performance peggiore su 12 mesi è del -17%.
- Spostandoci lungo l’asse orizzontale, introduciamo una parte di oro nel portafoglio, mantenendo un rapporto 60/40 tra obbligazioni e azioni.
- Man mano che l’oro aumenta, gli Sharpe ratio migliorano e le performance peggiori su 12 mesi diminuiscono, fino a un certo punto (prima di peggiorare nuovamente).
- Lo Sharpe ratio massimo (portafoglio A) si ottiene con il 13% di oro (mentre il resto del portafoglio è costituito per il 52% da obbligazioni e per il 35% da azioni). In tale portafoglio lo Sharpe ratio è pari a 0,45.
- La performance peggiore minima su 12 mesi (portafoglio B) si ottiene con il 30% di oro (con il resto del portafoglio composto per il 42% da obbligazioni e per il 28% da azioni). La performance peggiore su 12 mesi è pari a -13%.
Quantità di oro ottimale
Fonte: WisdomTree, Bloomberg. Periodo tra gennaio 1973 e settembre 2024. I calcoli si basano sui rendimenti mensili in USD. Il portafoglio è ribilanciato due volte l’anno. L’MSCI World Gross Total Return Index è una proxy dei titoli azionari e il Bloomberg Barclays US Treasury Total Return Index è una proxy dei titoli obbligazionari.
Il nostro sondaggio indica che, in media, la quantità di oro detenuta è pari ad appena il 5,42%, ovvero ben al di sotto del valore ottimale per massimizzare lo Sharpe ratio. Infatti, meno del 14% degli investitori intervistati detiene una quantità di oro sufficiente a massimizzare il proprio Sharpe ratio (ipotizzando che le azioni e le obbligazioni rappresentino il pilastro del loro portafoglio).
Copertura contro i rischi
Abbiamo appurato che gli investitori utilizzano l’oro come copertura contro vari rischi, ma qual è l’attuale percezione del mercato in merito a tali rischi e alla loro possibile evoluzione?
Rischi dei mercati finanziari
I parametri che misurano l’ansia dei mercati sono molteplici e tra di essi figurano il VIX e il MOVE, oltre ai sondaggi diretti tra gli investitori. Al momento, nessuno di questi evidenzia una preoccupazione immediata. Tuttavia, i rischi possono aumentare rapidamente, come si è visto ad agosto 2024, quando la liquidazione delle operazioni di carry trade sullo yen ha scatenato timori in tutti i mercati finanziari globali. Con vari indici azionari che hanno raggiunto i massimi storici (e visto il timore che questi guadagni siano fortemente concentrati), molti investitori sono alla ricerca di modi per tutelarsi da una potenziale inversione del mercato. L’oro è uno strumento fondamentale in questo contesto.
Rischi economici
L’economia globale ha dimostrato una certa resilienza nel corso dell’ultimo ciclo e il rischio di una recessione nel prossimo anno è considerato basso. Tuttavia, l’incertezza legata alle politiche rimane una preoccupazione significativa per molti investitori. Negli Stati Uniti, la nuova amministrazione al potere è particolarmente attenta alle politiche commerciali. Se il presidente eletto Trump dovesse imporre nuovi dazi, anziché utilizzarli come strumenti di negoziazione, la crescita economica globale potrebbe essere messa a dura prova. In questo scenario, l’oro potrebbe diventare un asset privilegiato per la copertura di tali rischi.
Rischi geopolitici
Per tutto il 2024, i prezzi dell’oro sono stati sostenuti dall’acuirsi delle tensioni geopolitiche. La guerra tra Russia e Ucraina e i conflitti tra Israele, Hamas ed Hezbollah hanno dominato le preoccupazioni degli investitori. In tempi più recenti, la caduta del regime di Assad in Siria ha creato incertezza, in particolare per la Russia, alleato chiave dello stesso. Le basi militari russe in Siria hanno ora un futuro incerto e destano preoccupazioni per le possibili escalation.
A novembre 2024 la Russia ha risposto con attacchi di rappresaglia all’uso di missili a lungo raggio forniti da Stati Uniti e Regno Unito da parte dell’Ucraina. Insieme alle modifiche alla dottrina nucleare russa, permangono i timori di un’ulteriore escalation. Il Presidente eletto Trump ha promesso una rapida risoluzione del conflitto tra Russia e Ucraina. Tuttavia, sembra improbabile che questo avvenga senza concessioni significative da parte dell’Ucraina e della NATO, il che suggerisce che i rischi geopolitici potrebbero persistere.
L’Iran, altro sostenitore chiave del regime di Assad, si trova ad affrontare una situazione altrettanto precaria. L’indebolimento di Hamas, Hezbollah e dell’alleanza con Assad mina l’influenza regionale del Paese. Inoltre, gli Stati Uniti potrebbero applicare con maggior rigore le sanzioni contro lo stesso, con la possibilità di reazioni imprevedibili da parte di Teheran.
Nonostante il posizionamento speculativo nei future sull’oro sia leggermente diminuito, dagli oltre 300.000 contratti net long di inizio ottobre 2024 a poco meno oggi, le tensioni geopolitiche in corso potrebbero farlo salire nuovamente.
Conclusioni
Gli investitori hanno ragione nel considerare l’oro come un mezzo per tutelarsi da inflazione, turbolenze dei mercati finanziari, stress economico e caos geopolitico. Sebbene alcuni di questi rischi non siano oggi al centro delle preoccupazioni, la copertura offerta contro la potenziale escalation dei rischi di coda rimane estremamente preziosa. Siamo inoltre d’accordo con gli investitori intervistati che vedono l’oro come un eccellente elemento di diversificazione del portafoglio. La nostra analisi conferma che inserirlo in un portafoglio aumenta i risultati complessivi, migliorando i rendimenti e gestendo efficacemente il rischio.