Azionario cinese: i fattori chiave da monitorare nel 2025

Secondo Nicholas Yeo, head of China equities si abrdn, “Alcuni fattori chiave prevalenti continueranno a esercitare la loro influenza sui mercati azionari cinesi anche nel 2025, vale a dire i rischi di dazi derivanti dalla seconda amministrazione Trump e la risposta politica di Pechino in un contesto ancora debole e incerto, anno che sarà caratterizzato da una domanda interna debole e da una prolungata flessione del settore immobiliare”.

Cina: gli effetti del Trump 2.0

“Con Trump 2.0, riteniamo che uno scenario di dazi programmati sulle importazioni cinesi, annunciato durante la controversa campagna elettorale del tycoon, difficilmente si concretizzerà dato l’impatto significativo che avrebbe sull’economia statunitense”, afferma Yeo. In effetti, un accordo reciprocamente vantaggioso tra Stati Uniti e Cina resta plausibile, soprattutto grazie all’approccio più transazionale adottato da Trump come presidente. Ad ogni modo, anticipando il rischio legato ai dazi, la Cina ha risposto con misure di stimolo più aggressive al fine di accelerare la crescita interna, il che rappresenta un passo avanti per riportare l’economia nella giusta direzione.

Se consideriamo l’economia cinese prima della pandemia, infatti, questa era avviata verso una maggiore sostenibilità, trainata in gran parte dal consumo interno e dai servizi. L’arrivo del Covid, tuttavia, ha spostato l’attenzione su un modello di crescita basato sulle esportazioni, a causa della debole domanda interna. “Con la minaccia incombente di potenziali nuovi dazi sulle esportazioni, il Governo cinese dovrà ora concentrarsi sul mercato interno per stimolare la crescita economica, elemento chiave per rilanciare l’economia”, fa notare l’esperto di abrdn.

Contrariamente a quanto pensano alcuni investitori, la storia dimostra che la narrativa del “Trump è negativo per la Cina” non è necessariamente sufficiente a determinare i rendimenti azionari nel lungo periodo: “Riteniamo che le dinamiche interne siano il driver più importante delle azioni cinesi. Dopo l’impatto iniziale della prima guerra commerciale nel 2018, i mercati cinesi hanno registrato un rally dalla fine del 2018 alla metà del 2021. Poi, nel 2021, sono state le problematiche interne a influenzare il mercato, tra cui le politiche radicali legate alla pandemia, un giro di vite normativo e la riduzione della leva nel settore immobiliare. L’impatto diretto dei dazi, invece, è stato relativamente breve, poiché, dopo il primo mandato di Trump, le aziende cinesi hanno sviluppato diverse rotte commerciali alternative per le loro esportazioni”, avverte Yeo.

Performance delle azioni cinesi dal 2016

Trump 2.0: la risposta politica della Cina

“Riteniamo probabile che nel 2025 la Cina adotterà misure di stimolo più aggressive al fine di sostenere la crescita: dal punto di svolta della policy a settembre, abbiamo già assistito a un cambio di passo nel livello delle misure politiche, con un significativo sostegno fiscale, accompagnato da stimoli monetari, e si prevede che ne seguiranno altri”, rileva l’esperto di abrdn.

A novembre, il Governo ha introdotto un programma per ridurre il debito ‘nascosto’ delle amministrazioni locali, contribuendo a ridurre i pagamenti degli interessi e a incoraggiare un maggior numero di prestiti per stimolare lo sviluppo economico. Allo stesso modo, a dicembre il Presidente Xi Jinping ha adottato un linguaggio più forte e incisivo, con espressioni quali “politica fiscale più proattiva” e “politica monetaria moderatamente accomodante”, impegnandosi a “rafforzare gli aggiustamenti politici anticiclici non convenzionali” e a “stabilizzare i mercati immobiliari e azionari”.

Sostegno ai consumi: una priorità per il 2025

La priorità alla domanda di consumi interni è un passo significativo che indurrà un comportamento di mercato più normalizzato, portando un miglioramento del sentiment.

“Di conseguenza, sullo sfondo di politiche più favorevoli e di una più ampia liquidità del mercato, ci aspettiamo un ritorno a un comportamento razionale del mercato, accompagnato da un riconoscimento adeguato della capacità di generare utili. Rimaniamo fiduciosi che il nostro portafoglio di alta qualità, orientato ai consumi, possa beneficiare dei prossimi impulsi politici e rimaniamo fermi nel nostro approccio di qualità”, sostiene Yeo, che aggiunge: “Poiché le aspettative del mercato propendono per una crescita degli utili attorno al 10-13% nel 2025, prevediamo che eventuali revisioni al rialzo potrebbero essere più marcate, a seconda dei risultati ottenuti dagli stimoli monetari e fiscali”.

Ancora: “In termini di valutazioni, continuiamo a vedere uno scollamento tra valutazioni e realizzazione degli utili per le aziende di qualità. Con un margine di rischio ancora interessante, valutazioni appetibili e un posizionamento complessivamente debole, riteniamo che ci siano le condizioni per una rivalutazione prolungata e sostenuta di queste aziende, soprattutto considerando il forte pessimismo che si è diffuso. Crediamo che il nostro focus sulla qualità e l’orientamento ai consumi interni ci permetta di cogliere le opportunità offerte da una maggiore liquidità di mercato e dai cambiamenti nelle politiche economiche. Tuttavia, poiché l’attenzione degli investitori resta concentrata sull’attuazione delle politiche, sarà fondamentale che le misure si traducano in interventi concreti e abbiano un impatto tangibile sull’economia. Su questo fronte, continuiamo a monitorare gli sviluppi con attenzione, mantenendo un cauto ottimismo sull’outlook della Cina”.

“Sul lungo termine, ci aspettiamo che l’innovazione sostenga la crescita nei settori cruciali rappresentati dai cinque temi: aspirazioni, transizione green, digitalizzazione, salute e benessere economico. ci aspettiamo che in questi ambiti i lavori diventeranno gradualmente più sofisticati, favorendo la crescita a lungo termine della classe media cinese”, conclude Yeo.

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